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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Incidenti sul lavoro, Puglia tra le regioni in cui si muore di più e Capitanata in zona rossa

La Capitanata, insieme a Bari e Brindisi è una delle tre province pugliesi con l'indice di incidenza (il numero di morti rapportato agli occupati) più elevato. Sono 46 i morti registrati in Puglia da gennaio a settembre, 7 nel Foggiano

Incidenti sul lavoro: la Puglia è tra le cinque regioni in zona rossa con una incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (25,7 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori). È quanto emerge dall’ultimo report dell’Osservatorio Vega Engineering sulla sicurezza. Insieme alla Puglia, in rosso ci sono Molise, Umbria, Abruzzo e Campania. In zona arancione Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Sicilia, Piemonte, Marche, Basilicata e le province autonome di Trento e Bolzano. In zona gialla Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lombardia, Sardegna e Lazio. Solo Valle d’Aosta e Toscana sono in zona bianca. 

“Mancano tre mesi alla fine dell’anno, ma le incidenze di mortalità e i numeri restano drammatici e preludono ad una chiusura del 2023 sul solito e sconfortante valore di oltre mille infortuni mortali sul lavoro. Una situazione allarmante e grave che pone sotto i riflettori soprattutto le vittime in occasione di lavoro, cresciute rispetto al 2022 del +3,3%. Nessuna flessione, anzi. E questo indica la stabilità del fenomeno e non, purtroppo, un’inversione di tendenza”, commenta il presidente di Vega Engineering Mauro Rossato. 

E lo studio dei dati da parte dell’Osservatorio mestrino fa emergere le maggiori fragilità della sicurezza nel Paese attraverso le incidenze di mortalità: giovanissimi, anziani e stranieri. Per chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, infatti, il rischio di morire sul lavoro è ben superiore rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (21,8 infortuni mortali ogni milione di occupati contro 13,7).

Un dato, quest’ultimo che risulta essere ancor più preoccupante tra i lavoratori più anziani; e infatti l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (97,5), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (44,1). Intanto anche gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio a settembre, sono 113 su 593 (1 su 5). Con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere praticamente doppio rispetto agli italiani: gli stranieri, infatti, registrano 47,6 morti ogni milione di occupati, contro i 23,2 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati. È Terni la provincia con l’indice di incidenza più elevato (84,4), seguita da Crotone (75,4) e Chieti (67,0). Bari è la prima provincia pugliese in graduatoria (tredicesimo posto) con un indice di 51,7. In rosso c’è anche Foggia, che presenta un indice di 40,0, il 22° più alto in Italia. Anche Brindisi (35,8) rientra tra le 39 province rosse. In arancione c’è Lecce (28,7), Bat in giallo, mentre Taranto è l’unica provincia in zona bianca con un indice di 12,3. 

Morti sul lavoro e infortuni in Italia da gennaio a settembre 2023

Sono 761 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 593 in occasione di lavoro (+3,3% rispetto a settembre 2022) e 168 in itinere (-22,2% rispetto a settembre 2022). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (95). Seguono: Campania (57), Veneto (55), Piemonte (49), Puglia con 46 (22 a Bari, 7 a Foggia, 5 a Brindisi, 7 a Lecce, 3 nella Bat e 2 nella provincia di Taranto), Lazio ed Emilia Romagna (45), Sicilia (38), Toscana (25), Abruzzo (23), Marche e Umbria (17), Calabria (16), Friuli Venezia Giulia (15), Liguria (14), Trentino Alto Adige (13), Sardegna (12), Basilicata e Molise (5) e Valle d’Aosta (1). (Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia).
Nei primi nove mesi del 2023 è sempre il settore delle Costruzioni a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 92. Ed è seguito dal settore dei Trasporti e Magazzinaggio (79), dalle Attività Manifatturiere (64) e dal Commercio (46). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (212 su un totale di 593).

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a settembre 2023 sono 34, mentre 20 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 113, mentre sono 30 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.
Il lunedì e il mercoledì sono i giorni più luttuosi della settimana, ovvero quelli in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi nove mesi dell’anno (19,7%).

Le denunce di infortunio sono in diminuzione del 20% rispetto a fine settembre 2022. Erano, infatti, 536.002 a fine settembre 2022. Nel 2023 sono scese a 430.829. E il decremento risulta essere sempre maggiormente rilevante, come del resto nei mesi precedenti, nel settore della Sanità; lo scorso anno a fine settembre le denunce erano 69.874, mentre a fine settembre 2023 sono diventate 21.521. Altra conferma, questa, della “quasi” totale “estinzione” degli infortuni connessi al Covid dalle statistiche.

Anche dopo i primi nove mesi del 2023, il più elevato numero di denunce arriva dalle Attività Manifatturiere (54.444). Seguono: Costruzioni (24.555), Trasporto e Magazzinaggio (23.510), Commercio (22.665) e Sanità (21.521). Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane da gennaio a settembre 2023 sono state 150.363, quelle dei colleghi uomini 280.466. Sempre allarmante il dato relativo alle denunce degli infortuni dei giovanissimi. Fino ai 14 anni si rilevano 32.937 denunce (circa il 7,6% del totale).
 
 

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