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Cronaca

Detenuto incendia cella, uno ingerisce liquido tossico e un altro si ferisce gravemente

Aldo Di Giacomo: "Il carcere di Foggia è fuori controllo”

Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria, rende noto che nei giorni scorsi nel carcere "fuori controllo" di Foggia, nel giro di poche ore, un detenuto avrebbe dato fuoco alla cella e ci sarebbero stati due episodi di autolesionismo: "Un detenuto si è ferito gravemente e un altro ha ingerito liquido tossico".

Di Giacomo evidenzia "la grave emergenza acuita dalla pandemia che si registra nel penitenziario foggiano" e sottolinea che a Foggia "accade di tutto e di più come l’attività di distilleria clandestina scoperta nel mese di ottobre scorso nei reparti detentivi interni dalla polizia penitenziaria che ha sequestrato sei litri di distillato alcolico già imbottigliato e di un composto in fase di fermentazione”.

Per il segretario del sindacato penitenziario “quello dell’istituto pugliese non è certo un caso isolato, anzi rispecchia una situazione carceraria sfuggita di mano allo Stato con il rischio del ritorno della stagione delle rivolte della primavera 2020. E proprio perché la tensione nelle carceri con i clan mafiosi, camorristi, ‘ndranghestisti e della criminalità foggiana-pugliese che vogliono imporre il loro comando, è altissima, diventa estremamente pericoloso soffiare sul “fuoco” alimentando attese ed aspettative sul “libera tutti”.

A tal proposito, spiega Di Giacomo - la ministra Cartabia dovrebbe essere più cauta quando dichiara che “nelle carceri il primo e più grave tra tutti i problemi continua ad essere il sovraffollamento”; una percentuale di sovraffollamento che arriva al 114% e che “esaspera i rapporti tra detenuti”. E ancora: “Vivere in un ambiente degradato di sicuro non aiuta i detenuti nel delicato percorso di risocializzazione”.

Il segretario generale non dimentica le rivolte nella primavera 2020, "alimentate proprio dalla richiesta di scarcerazioni facili. Il clima di “buonismo ad ogni costo”, rafforzato da continue esternazioni dei garanti regionali e locali dei detenuti, contribuisce ad accrescere l’attesa. Non si sottovaluti che potrebbe accadere di tutto nella reazione dei detenuti. A questo punto ci vogliono “pompieri” in grado di prevenire gli “incendi”. Come ci vogliono azioni straordinarie per tutelare il personale penitenziario nella salute e nel rischio quotidiano di aggressioni e violenze” conclude.

 

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