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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Scomparsi e corpi senza identità: resti umani e 19 cadaveri non identificati nel Foggiano

In Capitanata, oltre ai resti umani rinvenuti in agro di San Marco in Lamis, i cadaveri di cui non si conosce l'identità sono 19. Il punto di Penelope, l'associazione che riunisce familiari e amici di persone scomparse

Al 31 dicembre 2022 in Italia i cadaveri non identificati sono 990: sessanta in Puglia, diciannove dei quali sono stati scoperti in provincia di Foggia. 

Istituito dal commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, il Registro Nazionale contiene le informazioni più significative riguardanti segni, contrassegni e particolari fisionomici, nonché altre circostanze relative al rinvenimento di corpi senza identità. Un cadavere senza identità impone azioni e iniziative anche finalizzate a escludere che possa identificarsi in una delle persone censite fra quelle scomparse.

L'elenco, alimentato sulla base delle notizie fornite dalle prefetture e dalle forze di polizia, nonché dagli altri soggetti coinvolti nel processo di identificazione, consente di interrogare il Registro su elementi utili al riconoscimento o alla identificazione, contattare l'ufficio per acquisire o fornire utili notizie o eventuali relazioni sui casi censiti.

Protesi, tatuaggi, interventi chirurgici, cicatrici e amputazioni sono alcuni dei segni emersi in fase di rilevamento. In Capitanata, oltre ai resti umani rinvenuti in agro di San Marco in Lamis, i cadaveri di cui non si conosce l'identità sono 19: tredici uomini e sei donne. Ce ne sarebbero altri. 

Nel corso di un convegno che si terrà a Bari il 6 maggio prossimo, Penelope, l'associazione che riunisce familiari ed amici di persone scomparse, tratterà il tema 'Scomparsi e Corpi senza identità“, dal punto di vista delle investigazioni scientifiche e delle scienze forensi, tra attualità e futuro.

L'associazione intende fare il punto della situazione mettendo intorno al tavolo i soggetti istituzionali di spicco maggiormente coinvolti al fine di migliorare il circuito informativo comune a tutti i soggetti istituzionali competenti in materia che possa consentire la comparazione tra i dati più significativi riguardanti gli scomparsi e quelli relativi ai corpi rinvenuti senza identità. "Manca una circolarità di notizie comuni tra le istituzioni: medicine legali, polizia mortuaria, Procura della Repubblica, prefetture...Basti pensare che molti muoiono in ospedale per cause naturali e il dna di quelle persone rischia di non arrivare nella banca dati nazionale, dove i familiari hanno fatto già inserire il profilo genetico per una comparazione" spiega Annalisa Loconsole, presidente nazionale dell'associazione Penelope. .

Nel 2016 è entrato in vigore il Dpr 7/4/2016, nr. 87, recante 'Disposizioni di attuazione della Legge 30/6/2009, nr. 85, concernente l’istituzione della Banca dati nazionale del Dna e del laboratorio centrale per la banca dati del Dna ai sensi dell’art. 16 della Legge nr. 85/2009-Trattato di Prum', nonché i criteri e le modalità tecniche e procedurali per il prelievo e la conservazione dei campioni'. 

L ’art. 6 del medesimo decreto attuativo inerisce al prelievo, gestione e tipizzazione del profilo del Dna biologico, acquisito oltre che nel corso di procedimenti penali, anche nel caso di denuncia di persone scomparse e nel caso di rinvenimento di cadaveri e resti cadaverici non identificati.

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