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Venerdì, 26 Aprile 2024
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La paura degli 'ultimi': passare dai container alle catapecchie. Arca li tranquillizza: "Assegneremo solo alloggi idonei"

Fibrillazioni al campo di via San Severo dove sono rimaste solo sette famiglie da sistemare. Temono di finire in case pericolanti. Ma Pascarella dà la sua parola: "Non trasformeremo l'emergenza in precarietà abitativa"

È ridotto a un cumulo di macerie il campo container di via San Severo a Foggia, ma la guerra non è finita. Gli inerti da demolizione e altre scorie edili contribuiscono allo "stato di emergenza e di grave pericolosità" decretato ormai più di un anno fa, il 29 gennaio 2020, dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, e prima ancora certificato da un'ordinanza sindacale di sgombero del 12 dicembre 2019, motivata dalle "condizioni di eccezionale degrado igienico e socio-sanitario" rilevate dall'Asl.

Sono rimaste otto famiglie, sette per quanto risulta all'amministratore unico di Arca Capitanata Donato Pascarella, considerando le tre consegne di queste ore. Ma i numeri sono ballerini da 15 anni. Gli ultimi rimasti nella baraccopoli tutta italiana sono perlopiù famiglie uni personali, qualche sessantenne coi suoi acciacchi ma senza patologie o disabilità che avrebbero costituito un requisito per esercitare una sorta di diritto di prelazione, e una donna che a breve dovrà sottoporsi a un delicato intervento.

I bambini sono usciti per sempre dalle case di latta, hanno smesso di respirare muffa e umidità. È solo un brutto sogno. Disabili e invalidi sono stati sistemati in alloggi confortevoli. Ma negli ultimi giorni si vivono ancora piccole fibrillazioni in quel campo: i reduci temono di passare dalle lamiere alle abitazioni pericolanti. Non vogliono andare in vico della Pietà. Hanno paura di affrontare un'altra odissea e una vita altrettanto precaria e, in caso di ristrutturazioni, a preoccuparli sono i tempi biblici. Non si arrende fino alla fine neanche Giulia Frascolla, che una volta fuoriuscita dai container ha continuato a lottare per i suoi compagni di sventura.

Davanti a queste argomentazioni, Denny Pascarella fatica a non perdere la pazienza per una questione di principio: "Noi manderemo le famiglie solo in alloggi idonei. Vico della Pietà è una destinazione che sarà presa in considerazione dall'Arca laddove questi alloggi che sono stati offerti in vendita ci venissero proposti in condizioni che rispecchiano gli standard abitativi dell'Erp, altrimenti non li compreremo. Questa preoccupazione non esiste: ho sempre detto che tutte queste persone avranno degli alloggi degni di questo nome. Non esiste la possibilità che l'Arca consegni alloggi non idonei. Non trasformeremo l'emergenza in precarietà abitativa. Se non si comprende da quello che stiamo facendo vuol dire che non stiamo facendo nulla, se ancora c'è il dubbio che Arca possa dare alloggi non idonei vuol dire che stiamo fuori dal mondo".

Si sta facendo in quattro per portare a termine l'operazione zero container. Avrebbe voluto chiuderla già entro il 2020, ma il Covid e la scarsità di immobili ha rallentato le procedure. "Se nel frattempo si liberano altri alloggi io non perdo tempo, li assegno", promette. "L'auspicio di tutti noi è dare a queste famiglie un alloggio idoneo nel più breve tempo possibile. Quando verranno posti alla nostra attenzione, verificheremo se questi alloggi risulteranno idonei. Non prendiamo catapecchie che crollano. Non si devono preoccupare. Devono stare tranquilli. Se si sta aspettando è proprio per dare case idonee. Si fa presto a dare delle catapecchie".

Peraltro, la ricerca di alloggi con gli standard abitativi adeguati per nuclei da una o due persone è ancora più complicata. "Siamo in fase finale". Due famiglie ancora dentro sono escluse dal novero: quando il campo sarà smantellato non avranno una residenza. Non hanno i requisiti secondo gli uffici comunali. Ma non è un problema dell'Arca, perché le assegnazioni avvengono in base a una graduatoria stilata dal Comune di Foggia che ha individuato gli aventi diritto. Come non compete all'Agenzia regionale per la Casa e l'Abitare liberare il campo dalle macerie dopo gli abbattimenti.

"Noi ci stiamo muovendo affinché i container vengano liberati nel più breve tempo possibile, tenuto conto che siamo anche in emergenza Covid posso dirmi molto soddisfatto dell'attività che stiamo portando avanti. Auspichiamo che nel più breve tempo possibile si arrivi a una soluzione, diciamo che un percorso è già delineato, perché se poi gli alloggi di vico della Pietà corrispondono agli standard una sistemazione ce l'abbiamo, fermo restando, ripeto, che se si dovessero liberare ulteriori alloggi procederemo immediatamente".

I 3,5 milioni di euro che la Regione Puglia ha messo a disposizione per l'acquisto di alloggi sul libero mercato o per l'eventuale indennizzo dei proprietari di alloggi oggetto di esproprio (fondi rivenienti dalla Legge n. 560/1993) non sono ancora finiti. "Continuano a esserci perché li stiamo usando cum grano salis - afferma il numero uno dell'agenzia regionale - grazie a una intensa attività di risistemazione degli alloggi e grazie all'esercizio dei diritti di prelazione che ci hanno consentito di acquistare ulteriori alloggi a prezzi calmierati".

Parallelamente, l'Arca si sta muovendo per le altre priorità: "Per quel che riguarda Campo degli Ulivi, stiamo lavorando sulla programmazione straordinaria di 160 alloggi in zona Fiera. I primi 80 hanno già trovato finanziamento nella delibera del 2017. Ma anche tutte queste assegnazioni dei container sono provvisorie, perché la via maestra è la programmazione. Poi è evidente che ci sono delle situazioni che possono necessitare di interventi d'urgenza nell'emergenza. Possono esserci dei nuclei familiari che non possono aspettare le tempistiche di una realizzazione di una programmazione ordinaria ed è per questo che, insieme al Comune di Foggia, abbiamo partecipato al bando regionale per drenare finanziamenti per acquistare nuovi alloggi e anche per costruirne ulteriori 10. Peraltro, entro fine mese faremo il bando per la realizzazione di 24 alloggi a viale Fortore di Edilizia residenziale pubblica. Sono tutte misure - conclude - che, messe insieme, dovranno cercare di dare delle risposte all'emergenza abitativa".

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