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Lunedì, 29 Aprile 2024
Salute

Asl e ospedali con troppi e inutili dipartimenti, erogazione indennità bloccate ai Riuniti

La battaglia di Azione in Puglia attraverso il monitoraggio dei dati stabilito dalla Giunta Regionale

Il monitoraggio dei dipartimenti istituiti dalle Asl pugliesi in gran numero e a titolo oneroso, compiuta dalla Giunta regionale su spinta dei consiglieri Fabiano Amati, Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, con l'obiettivo di accendere più di un riflettore sulla costosissima moltiplicazione dei dipartimenti e dei relativi direttori - "un'attività talvolta inesistente, non verbalizzata o in violazione dei regolamenti stessi delle aziende sanitarie locali" - ha ottenuto i primi riscontri.

Secondo la legge i dipartimenti dovrebbero essere di norma tre per ogni Asl - quello di emergenza sanitaria, quello di prevenzione e quello di salute mentale - quindi diciotto in tutta la Regione, non più di venti complessivi per i policlinici e gli Irccs.

In Puglia, tuttavia, ne sono stati contabilizzati 116 (e non c'è il dato della Asl di Taranto che non ha risposto al questionario): "Uno sproposito" commentano il commissario di Azione, il capogruppo in Consiglio regionale Mennea e il foggiano Sergio Clemente. I dipartimenti della Asl di Bari sarebbero saliti nel giro di poco tempo da 13 a 25. 

"Per ora emergono tre evidenti criticità: le modalità di conferimento degli incarichi molto spesso violano le regole che le stesse Asl si sono date per durata, modalità di svolgimento e resocontazione dell’attività; le funzioni di area medica o amministrativa promosse alla dignità di dipartimento sono spesso delineate con fervida fantasia e paiono più funzionali a preservare equilibri di potere interno che reale necessità; i costi per mantenere questo tipo di organizzazione sono elevatissimi; il numero complessivo di dipartimenti per Asl è molto variabile e passa dal record di 25 per Bari e Lecce, 20 per la Bat, 12 per il Policlinico di Foggia, 11 per Brindisi, 7 per Policlinico di Bari, 6 per Asl di Foggia e Ircss Giovanni Paolo II e quattro per Ircss De Bellis".

Con provvedimento del luglio scorso, ossia prima dell’avvio dell’indagine regionale, il Policlinico di Foggia aveva deliberato l’avvio di una riorganizzazione dei dipartimenti, interrompendo l’erogazione delle indennità. "Anche su questo ci sarà bisogno di pensare a qualche norma di legge che razionalizzi il sistema e interrompa una pratica che in linea di massima appare assoggettata a mero arbitrio" commentano Amati, Clemente e Mennea.

"E poi ci sarà, ne siamo certi, chi darà alla nostra iniziativa legislativa la patente populista o chi urlerà ‘ben-altro-è-il-problema’, fingendo di stracciarsi le vesti e rimanendo sempre privo d’informazioni oltre che d’idee da proporre all’attenzione degli altri: in poche parole per lasciare le cose così come sono”

Il 9 agosto scorso, sulla questione, Fabiano Amati si esprimeva in questi termini: “Nella volontà del legislatore i dipartimenti servono a mettere in connessione le branche omogenee, l’assistenza territoriale con quella ospedaliera, il superamento di disfunzioni, la lotta ai tempi lunghi e alle inutili degenze. A fronte di tali encomiabili obiettivi, si riscontra però un continuo aumento dei dipartimenti e una progressiva violazione degli intenti di partenza. Per cui, alla moltiplicazione costosa dei dipartimenti conseguono compartimenti stagni e chiusure tra le diverse branche omogenee, difficoltà enorme a collaborare e scambiare esperienze tra territorio e ospedale, tempi lunghi di attesa e abbondante inappropriatezza. Il tutto ampiamente documentato con dati statistici e atti amministrativi. In poche parole: all’aumento dei dipartimenti consegue l’aumento dei problemi che la loro istituzione dovrebbe risolvere. Alla fine, un clamoroso gioco di potere, entro cui si fronteggiano ambizioni e diatribe, regolate con criteri ampiamente discrezionali".

Da qui l'idea dei calendiani dell'emendamento alla proposta di legge istitutiva di AziendaZero, "finalizzato a bloccare la pratica moltiplicativa dei dipartimenti e a regolare la loro istituzione attraverso la tipizzazione del numero e delle funzioni, in base a principi di massima efficienza e minore discrezionalità, avendo cura di stabilire norme di responsabilità sui risultati da raggiungere a carico dei nominati, pena la decadenza dall’incarico e la mancata erogazione dell’indennità aggiuntiva".

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