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Siccità “no grazie”, la grande incompiuta di Piano dei Limiti torna alla ribalta: “Ora ci sono i fondi”

Il deputato Nunzio Angiola e Foggia in Azione vogliono stanare i contrari al progetto della nuova diga

La grande incompiuta di Piano dei Limiti torna alla ribalta al seguito dei calendiani foggiani, che da un po’ di mesi stanno provando a riacciuffare il progetto della diga a valle dell’invaso di Occhito. Il 26 aprile scorso, il deputato di Azione Nunzio Angiola lo aveva riportato in auge facendosi promotore di un incontro tra il Consorzio per la Bonifica della Capitanata e il ministero delle Infrastrutture. Poco più di due mesi dopo, torna a bomba con Foggia in Azione, proprio quando la siccità avanza inesorabilmente. Rilanciano la proposta dal quartiere generale di viale Colombo: “È un progetto vecchio, è vero, ma adesso sono maturati tutti i presupposti perché possa essere ripreso in mano con grande determinazione”, afferma l’onorevole Angiola, responsabile Mezzogiorno del partito di Carlo Calenda.

Il primo progetto esecutivo dello sbarramento, una alternativa inseguita da quasi 50 anni, risale addirittura al 1987. È arenato più o meno dal 2009. Per realizzarlo servono qualcosa come 350 milioni di euro. “Abbiamo avuto colloqui con i massimi vertici del ministero delle Infrastrutture: ci garantiscono che questa volta, se il territorio lo vuole, il progetto non cadrà nell’oblio – prosegue il deputato Nunzio Angiola - Ci sono i soldi sul Fondo di Sviluppo e Coesione 2021-2027, quindi dobbiamo fare rete davvero e dobbiamo stanare tutti i politici che fanno i pesci in barile. Vediamo chi è d’accordo e chi è contrario”. Dalla segreteria provinciale dicono “no grazie” alla siccità e sì alle esigenze idriche, da quelle irrigue degli agricoltori del territorio, all’acqua potabile, oltre all’antincendio e all’energia. Suggeriscono di superare la logica dell’emergenza programmando per tempo una gestione integrata dell’acqua.

Oltre alla costruzione del nuovo invaso, propongono l’ammodernamento della rete idrica potabile e irrigua, per ridurre le perdite; la creazione di impianti di depurazione per il riciclo e il riutilizzo delle acque reflue; il censimento e la caratterizzazione delle acque sotterranee al fine di un loro utilizzo consapevole; la promozione di pratiche agricole irrigue e di comportamenti dei cittadini che riducano gli sprechi. La pianificazione, come strumento di prevenzione, prevede il coinvolgimento di cittadini, imprese ed enti competenti, a cominciare da Acquedotto Pugliese e Consorzio per la Bonifica della Capitanata. Il parlamentare e componente della segreteria nazionale ha illustrato la strategia insieme al segretario provinciale di Azione Michele Triventi e al segretario cittadino Nicola Zingrillo.

I calendiani foggiani vogliono “passare alla storia per aver riaperto una questione così dirimente”. Potrebbe essere il cavallo di battaglia di un partito che prova a riconnettere la politica ai bisogni dei cittadini, a partire dai temi caldi. Numeri alla mano, avvalendosi dei dati elaborati da Carlo Russo, docente e ricercatore del Dipartimento di Economia e Management del Territorio dell’Università di Foggia e componente del gruppo tematico Infrastrutture e territorio di Azione insieme a Michele Lauriola e Giulio Colecchia, dimostrano come il Prodotto interno lordo dell’intera provincia lieviterebbe di 250 milioni di euro l’anno per effetto della costruzione della nuova diga e il valore dei terreni aumenterebbe.

“Oggi abbiamo tantissima acqua che va a finire a mare, con la costruzione della diga di Piano dei Limiti tutta questa acqua verrebbe utilizzata di nuovo - spiega il parlamentare Angiola - Anzi, c’è un progetto predisposto dal Consorzio in collaborazione con l’Università che prevede il recupero di 400 megawatt di energia elettrica: l’acqua, attraverso sistemi di pompaggio, la notte, grazie all’energia eolica, potrebbe risalire nella diga di Occhito e poi riscendere sfruttando l’energia idroelettrica”.

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