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Conte al Rosati con Episcopo prova a esorcizzare la sfiducia: “Non siamo tutti uguali”

L'avvocato del popolo tra la gente del mercato rionale con la candidata sindaca del campo largo progressista

Ressa al mercato Rosati per il leader Cinquestelle Giuseppe Conte. “C’è anche la sindaca”, dicono le signore, e che porti o meno fortuna chiamarla già così, quanto un chicco d’uva preso al volo, si vedrà.

L’avvocato del popolo stringe mani, si concede ai selfie, partono applausi al presidente, declinano lo slogan 'Una mossa per Foggia' in 'una mossa per le alici', chissà che tiri le vendite, e il tipico folklore del mercato più rappresentativo della città è servito.

Lo stuolo di candidati, gotha del Movimento e staff avanza faticosamente, tallonato dalle telecamere, rischiando di travolgere qualche inconsapevole avventore. In alto i telefonini. 

L’ex premier di Volturara Appula guarda i prezzi sui cartellini e, con l’inflazione che galoppa, consapevole che ci guadagnino ben poco, incoraggia i commercianti con un “forza”. Sa che è dura: “In Italia siamo arrivati all’ultimo buco della cinghia, non si può stringere più”.

Ma più defilati ci sono anche i delusi, che se la prendono tout court coi governanti di ieri e oggi. Conte lo sa e prova a combattere l’astensionismo: “Superate l’inerzia, la disaffezione, la sfiducia”, dice agli ambulanti.

Gli tocca cercare di arginare anche l’antipolitica: “La classe politica, in generale, non ha dato buona prova di sé, è stata molto deludente, addirittura si è dimostrata permeabile alle infiltrazioni della criminalità organizzata, ma la soluzione non può essere fare di tutt’erba un fascio”.

Ai microfoni risponde al centrodestra che parla di una coalizione che ha candidato “di tutto e di più”: “Sono divisi su tutto, e lo stiamo vedendo adesso che sono al Governo, riescono a fare cartelli elettorali, e si permettono di parlare a noi di un progetto politico che abbiamo costruito con fatica sulla base di obiettivi politici precisi? È ridicolo che il centrodestra ci faccia questa accusa”.

Ci mette la faccia Giuseppe Conte, in una campagna elettorale quasi vecchio stampo, quartiere per quartiere, pronto a tornare già la prossima settimana, dopo un tour di due giorni: “Ci tengo tantissimo a questa città, perché è la mia terra”.

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