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Balneari sul piede di guerra, trattativa in atto sui criteri delle concessioni all'asta dal 2024: "Non siamo soddisfatti"

Antonio Capacchione presidente del Sindacato Italiano Balneari di Margherita di Savoia aderente a Fiber/Confcommercio e Maurizio Rustignoli, presidente della Fiba, l’associazione dei balneari di Confesercenti, non sono soddisfatti ma nel frattempo incassano l'accoglimento di alcune richieste sull'emendamento approvato in Consiglio dei Ministri sulle concessioni balneari

Sono giorni complicati per i balneari d'Italia. Sul tassello mancante di quella riforma della concorrenza a cui sono legati i fondi del Pnrr, per la quale il Consiglio di Stato aveva stabilito che dal 1° gennaio 2024 le concessioni per finalità turistico-ricreative cesseranno di produrre effetti e per questo dovranno essere messe a gara nel rispetto delle norme dell’ordinamento dell’Unione Europea, le associazioni di categoria minacciano barricate se il testo non subirà delle modifiche in Parlamento. Quattro i punti chiave della riforma: dall'intenzione di promuovere una maggiore concorrenza ai tempi di gara (12 mesi prima della scadenza), dalla stabilità occupazionale agli investimenti.

La direttiva Bolkenstein era stata emanata nel 2006. La sentenza 18 del 9 novembre ha bocciato la legge 145/2018 che indicava il termine delle concessioni demaniali al 31/12/2033. "La politica ha un compito delicatissimo: sedersi ad un tavolo con le rappresentanze di categoria e metter giù i criteri ed i principi che vadano a normare le gare, per dare quelle sicurezze alla categoria che oggi non ha. Anche per tutelare gli investimenti che sono stati fatti da chi aveva in mano una scadenza al 2033 e per scongiurare i ricorsi che certamente ci saranno se le cose non vengono fatte con criterio" un passaggio dell'intervento in Parlamento dell'on. Antonio Tasso.

Antonio Capacchione presidente del Sindacato Italiano Balneari di Margherita di Savoia aderente a Fiber/Confcommercio e Maurizio Rustignoli, presidente della Fiba, l’associazione dei balneari di Confesercenti, non sono soddisfatti ma nel frattempo incassano l'accoglimento di alcune richieste sull'emendamento approvato in Consiglio dei Ministri sulle concessioni balneari: dalla tutela del valore delle aziende in sede di gara, la professionalità, la salvaguardia delle piccole e medie imprese, la tutela per coloro che hanno gestito direttamente la concessione negli ultimi cinque anni o l’eliminazione del canone quale elemento di valutazione. "E si potrebbe continuare. È altresì importante precisare che non si tratta di una norma che è già in vigore, ma solo di una proposta che il governo farà in Parlamento. Certamente un lavoro impegnativo da parte dei ministri coinvolti in questo percorso complesso, ma ribadiamo con fermezza che non siamo soddisfatti: si tratta di un provvedimento che necessariamente dovrà trovare il giusto equilibrio nel passaggio parlamentare” tuonano.

Capacchione e Rustignoli auspicano che tutte le forze politiche possano lavorare in sinergia con le regioni e le associazioni di categoria affinché il provvedimento "trovi la stabilità conclusiva necessaria per garantire, innanzitutto, gli investimenti futuri e la salvaguardia delle imprese del settore". E proseguono: "Per il sistema turistico balneare il lavoro, a nostro avviso, comincia adesso: da parte nostra, siamo pronti ad offrire tutta la disponibilità ed il contributo indispensabili nel confronto con Regioni e Parlamento”.

Concludono i vertici dei due principali sindacati di categoria: "Avvieremo da subito un confronto con le forze politiche affinchè la misura sia integrata e rafforzata, per trovare quel giusto punto di equilibrio che non è assolutamente l'interesse della categoria dei balneari ma che, a nostro avviso, rappresenta innanzitutto l'interesse del sistema turistico e balneare italiano nel complesso ed, ancora di più, l'interesse pubblico, un principio cardine quando si coinvolge il demanio marittimo”.

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