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Domenica, 28 Aprile 2024
Salute

Covid, casi in aumento al Policlinico di Foggia. Picco influenza atteso a gennaio

Diagnosi precoce e richiami vaccinali per immunodepressi e anziani, sono le armi per contenere l'aumento dei casi e l'insorgenza di malattie gravi tra i più fragili. Il dott. Sergio Lo Caputo raccomanda anche la mascherina nelle rsa. Per l'influenza, il picco al Sud è atteso per le settimane successive alle festività

C'è un nuovo incremento di positività all'infezione da Covid in Italia e in Puglia. Nulla di preoccupante o che induca a pensare che si possa tornare al tragico biennio 2020-2021. Tuttavia, la situazione va attenzionata, soprattutto per la tipologia di persone che vengono colpite da un virus, sempre più stagionale (al pari di quello influenzale) e che, proprio come l'influenza, può generare conseguenze gravi nelle persone più fragili.

"I casi riscontrati al Policlinico di Foggia sono quasi totalmente relativi al Covid. Da circa cinque giorni abbiamo riscontrato un sensibile incremento di positività", spiega a FoggiaToday il prof. Lo Caputo del reparto Malattie Infettive.

I ricoveri riguardano principalmente persone anziane giunte per altre motivazioni (chirurgiche, o per altre patologie) oltre agli ospiti delle rsa che, in caso di accertata positività, vengono ricoverate al Policlinico: "Abbiamo situazioni diverse, dalla persona anziana con pochi sintomi a quella con sintomi di impegno polmonare da Covid".

L'incremento dei casi gravi, secondo Lo Caputo, è direttamente collegato al basso tasso di vaccinazioni e richiami: "Ciò fa sì che soprattutto gli anziani e gli immunodepressi siano più esposti. Molto probabilmente, nelle prossime settimane potremmo aspettarci un incremento importante di questo tipo di ricoveri".

Diagnosi precoce e richiami vaccinali sono le due armi per contenere la situazione. Lo scenario, rispetto al 2020 e al 2021 è logicamente mutato e quindi la necessità che l'intera popolazione si vaccini non c'è. Resta però una fondamentale forma di prevenzione per i soggetti fragili: "Nel 2021 abbiamo vaccinato tutta la popolazione per consentire al sistema sanitario di non collassare. Essendo tutti scoperti eravamo soggetti a forme gravi di Covid. Ora bisogna proteggere le persone fragili", puntualizza Lo Caputo.

Le strade sono due: la precocità della diagnosi, fondamentale perché si possa procedere con le terapie utili a scongiurare l'insorgenza della malattia grave - anticorpi monoclonali e antivirali -, ma che funzionano solo nelle primissime fasi e la vaccinazione: "Il rifiuto da parte della popolazione in generale contro tutte le forme di vaccinazione è sbagliato perché non si sta chiedendo di effettuare vaccinazioni a tappeto su tutta la popolazione, ma di farlo solo per coloro i più fragili. E questo vale anche per l'influenza".

E a proposito di influenza, Lo Caputo fa presente che il picco in Puglia deve ancora arrivare: "Da noi al Sud è sempre leggermente spostato al periodo successivo alle vacanze natalizie". Un motivo in più per alzare il livello di guardia sul Covid, anche perché - come ormai accade da oltre un anno - il numero di casi reali è sempre sottostimato rispetto a quanto dicano i bollettini: "Molti non si tamponano oppure si affidano ai tamponi fai da te. Per non contare i giovani che quasi sempre hanno forme di Covid paucisintomatiche che si risolvono in due o tre giorni". Senza dimenticare la sintomatologia affine, al netto di minime differenze.

L'aumento di casi anche all'estero ha indotto i Cdc (Centers for Disease Control and prevention) a raccomandare nuovamente l'uso della mascherina, come è accaduto negli Stati Uniti: "È un discorso valido soprattutto per chi assiste persone fragili. Sicuramente l'utilizzo della mascherina e l'igiene delle mani (che improvvisamente sembra sia stata un po' dimenticata) sono estremamente utili nel ridurre il rischio trasmissione".

Secondo il professore ordinario di Malattie Infettive al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, un posto nel quale l'uso della mascherina dovrebbe essere obbligatorio è l'rsa: "Ci dovrebbe essere maggiore attenzione. Stiamo registrando parecchi casi e lì gli ospiti sono tutti fragili".

Oltretutto, l'uso della mascherina è una forma di prevenzione anche verso la trasmissione di altri virus. Dimostrazione tangibile è stato proprio il biennio della pandemia, quando non si verificarono epidemia da virus influenzali o altri virus respiratori, proprio grazie all'uso della mascherina. 

Tuttavia, se per l'influenza il picco è atteso per gennaio, per il Covid una previsione analoga è meno facile da formulare: "Difficile prevedere un picco. Quello che ci sarà è un aumento dei casi che proseguirà durante le festività natalizie. Del resto, il Covid sta diventando sempre più una malattia stagionale come gli altri virus respiratori. D'inverno stiamo più spesso in ambienti chiusi, il che favorisce la trasmissione".

Insomma, il Covid è cambiato, non è più letale come lo fu durante l'emergenza pandemica, ma non va sottovalutato soprattutto per coloro i quali sono più soggetti ad ammalarsi: "Per loro resta un pericolo", fa presente Lo Caputo, che poi aggiunge: "Da inizio 2023 vediamo persone con terapie immunosoppressive, malattie ematologiche, tumori e leucemie nelle quali il virus persiste. Per questo, molte non possono più fare la chemio, il che aggrava la loro malattia e può causarne la morte. Anche per questo, la diagnosi precoce e i richiami vaccinali sono fondamentali".

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