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Domenica, 28 Aprile 2024
Salute

Accessi parenti negati in ospedale, Antonio Tutolo referente provinciale per le segnalazioni

Al consigliere regionale potranno essere inoltrate le segnalazioni delle eventuali violazioni della legge che regola le visite in ospedale

Si tratta di un diritto. È quello alla “continuità delle visite di familiari e visitatori, con cadenza giornaliera, consentendo loro anche di prestare assistenza quotidiana nel caso in cui la persona ospitata non sia autosufficiente”. Lo ha ribadito una circolare ministeriale sul finire dell’emergenza covid lo scorso anno. E a settembre di quest’anno la Regione Puglia si è adeguata con una circolare da parte del Dipartimento della Salute che riapriva l’accesso ai visitatori per tutti i degenti e ai caregiver per alcune categorie come anziani e persone non autosufficienti.

Ma evidentemente non è bastato, tant’è che da oggi, per ognuna delle province del Tacco dello Stivale, ci sarà un referente che raccoglierà le segnalazioni delle eventuali violazioni da parte dei responsabili delle strutture che ostacoleranno l’applicazione della legge e quindi negheranno il diritto alla visita. Per la provincia di Foggia sarà il consigliere regionale Antonio Tutolo a sorvegliare sul rispetto della direttiva, mettendo a disposizione il proprio numero di telefono 328 6513646 e la mail atutolo@consiglio.puglia.it.

Questi referenti regionali avranno accesso all’indirizzo mail ospedaliapertipuglia@gmail.com a cui potranno rivolgersi i cittadini  con una breve descrizione dei fatti denunciati, indicando il nome della struttura e il reparto. Le segnalazioni saranno smistate all’Asl di riferimento, incaricata di intervenire e risolvere materialmente la singola situazione.

Le legge dice che per i visitatori è consentito l’accesso per minimo 45 minuti al giorno – dichiara Tutolo – e inoltre è consentito l’accesso e la permanenza dei caregiver nelle strutture sanitarie, ospedaliere e territoriali, in particolare per l’assistenza ai pazienti anziani, alle donne in gravidanza nonché per i pazienti non autosufficienti e in condizione di fragilità. Ormai è un fatto acclarato che l’umanizzazione delle cure sia un elemento fondamentale del percorso di assistenza e guarigione per cui non è più ammissibile che ci sia ancora chi favorisca la solitudine che incide negativamente sul morale e quindi sull'eventuale  decorso della malattia di persone che si trovano in una situazione di sofferenza. Spero tanto di non ricevere alcuna segnalazione per la Capitanata, altrimenti i responsabili ne dovranno dare conto, oltre che alla loro coscienza, anche dal punto di vista legale”.

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