'Marzo della legalità': a Foggia Leonardo Palmisano apre il ciclo di incontri nel mese dedicato alle vittime di mafia
“A Bari di naturale c’è poco. Nascere, vivere e morire sono artifici sociali. Come la ricchezza”. Leonardo Palmisano segue l’odore dei “ternisi” ma lo fa sporcandosi le mani, raccontando in prima persona, tra la gente, partendo dal suo quartiere, Carrassi, un tempo a modo e da decenni in mano ai clan. La città spezzata (Fandango, 2021) è la radiografia di una comunità che travalica i confini e si fa prototipo di un modus operandi riscontrabile anche altrove, tanto per cominciare a Foggia. Anche per questo motivo è il libro di apertura di un ciclo di incontri sulla legalità che comincia giovedì 3 marzo alle ore 18.30 nella Biblioteca La Magna Capitana, organizzato insieme con la libreria Ubik e in collaborazione con il presidio cittadino di Libera. L’appuntamento cade nel mese dedicato alla memoria delle vittime innocenti delle mafie, tra cui figura anche Francesco Marcone che, il prossimo 31 marzo, verrà ricordato nel 27esimo anniversario del suo assassinio da parte della criminalità organizzata foggiana. Il sociologo, scrittore ed editorialista barese presenta il suo libro in Sala Narrativa dove converserà con il bibliotecario Sergio Colavita. Ingresso libero, green pass obbligatorio.
La città spezzata (Fandango, 2021). Bari non è una città qualsiasi del Sud. Tra i grandi capoluoghi meridionali, è il solo a non aver mai avuto un univoco centro di potere. È stata spesso divisa da istituzioni e forze sociali difformi e contrastanti: lo Stato e la Chiesa, la Magistratura e la Mafia, i fascisti e i comunisti, i ricchi e i poveri. Una città di antinomie e di opposizioni, che si è costruita grazie all’apporto faticoso di tribù di non baresi, gente proveniente da fuori che l’ha arricchita di fame e di lavoro. La città spezzata è un lungo racconto di quartieri e di persone con una propria indivisibile identità. Un racconto in due parti, il positivo e il negativo, come in una fotografia in bianco e nero in cui non esistono zone grigie. Un racconto nel quale l’autore, partendo dalla sua storia familiare, incontra decine di baresi collocandoli sui due fronti che spezzano Bari e ne frastagliano i contorni, l’architettura e le vocazioni. Le voci di questo affresco per incontri restituiscono, per la prima volta, l’immagine contraddittoria e inconciliabile di questa metropoli euromediterranea. Grazie agli strumenti del sociologo prima e dello scrittore poi, Leonardo Palmisano scrive una lettera d’amore struggente e nostalgica per la sua città, in cui la rabbia e il rimpianto accompagnano il lettore alla sua scoperta.
Leonardo Palmisano. Bari, 1974. Dirigente d’impresa, scrittore e autore di inchieste. Presiede la società cooperativa Radici Future Produzioni, è direttore artistico di LegalItria ed è membro del Gruppo Legalità della Direzione Nazionale di LegaCoop. Analista di sistemi criminali e migrazioni, è coordinatore di progetti antimafia istituzionali. Premio Livatino contro le mafie e Colomba d’oro per la Pace. Per Fandango Libri ha pubblicato con Yvan Sagnet Ghetto Italia. I braccianti stranieri tra caporalato e sfruttamento (2015), Mafia Caporale (2017), Ascia nera. La brutale intelligenza della mafia nigeriana (2019). Sempre per Fandango Libri ha esordito con la serie di gialli sul ‘bandito Mazzacani’: Tutto torna. Il primo caso del bandito Mazzacani (2018), Nessuno uccide la morte. Mazzacani sulle tracce di Colucci (2019) e Chi troppo vuole. Mazzacani trova la sua vendetta (2020).