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Domenica, 28 Aprile 2024
Incidenti stradali

Chiuse le indagini per la morte di Camilla: quattro indagati e la menzogna su chi guidava l'auto-proiettile

l pubblico ministero, Roberto Galli, ha notificato l’atto di conclusione delle indagini, nei confronti dei quattro indagati (attualmente a piede libero) che, per la vicenda, rispondono a vario titolo dei reati di omicidio stradale, falso ideologico e favoreggiamento

Chiuse le indagini per l’incidente stradale che, la sera del 26 gennaio del 2022, costò a vita alla giovane Camilla Di Pumpo. Il pubblico ministero, Roberto Galli, titolare delle indagini, ha notificato - in data 30 marzo - l’atto di conclusione delle indagini, nei confronti dei quattro indagati (attualmente a piede libero) che, per la vicenda, rispondono a vario titolo dei reati di omicidio stradale, falso ideologico e favoreggiamento.

Si tratta del 22enne Francesco Pio Cannone, di Carapelle, che quella sera alla guida dell’Audi che si scontrò con l’utilitaria condotta dalla giovane avvocatessa; l’impatto avvenne all’altezza dell’intersezione di via Matteotti con via Urbano. Il 22enne risponde del reato di omicidio stradale “perché cagionava la morte di Camilla, per colpa generica, consistita in imprudenza e negligenza, e per colpa specifica, derivante dalla violazione delle norme sulla circolazione stradale” e “per non aver adoperato una condotta tale da non costituire ostacolo e pericolo per la sicurezza stradale”; lo stesso risponde anche del concorso in falsità ideologica, insieme al padre Michele, di 52 anni, per aver sostenuto che alla guida del mezzo vi fosse appunto il genitore (il realtà giunto successivamente sul luogo del sinistro), così come concordato tra i due.

Altri due giovani di Carapelle, infine, sono accusati di favoreggiamento e concorso in falsità ideologica. I due, infatti, erano in auto con Cannone, ma “dopo la commissione del delitto”, si legge nel documento, “aiutavano lo stesso ad eludere le investigazioni della polizia giudiziaria, dichiarando alla polizia locale di Foggia che al momento della collisione del veicolo Audi A4 con l'autovettura Fiat Panda, l’Audi fosse condotta da Michele Cannone (padre di Francesco)”.

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Gli indagati hanno ora 20 giorni di tempo per produrre e depositare eventuali memorie e documentazione delle difese, in attesa delle determinazioni dell’autorità giudiziaria sul possibile rinvio a giudizio. "Prendo atto dell'imputazione e dell'accusa a Francesco Cannone di avere guidato in quel tratto a 90 km/h, ma quest'ultimo dato per noi è totalmente sbagliato”, ribatte l’avvocato difensore del giovane, Michele Sodrio (nella foto in basso), che rappresenta anche il padre Michele. “I miei tecnici, che sono professionisti di altissimo livello e con attrezzature modernissime, sono giunti a conclusioni ben diverse. Vedremo al processo chi ha ragione. Noto anche che viene riportato un concorso di colpa della vittima, ma questo immagino costituirà oggetto di contestazione delle parti civili”, aggiunge.

“Ho già acquisito copia completa degli atti d'indagine e mi sembra che non sia stata adeguatamente analizzata e valutata la responsabilità, per me grave, di chi ha installato le strisce blu e relativo parcheggio, in pratica sull'incrocio dell'incidente, a distanza molto inferiore a quella di legge, creando una situazione di oggettivo pericolo, perché la visuale veniva del tutto ostruita dalle auto in sosta”, conclude.

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