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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca San Severo

Focus Rai su Luisa Fantasia a 'Cose Nostre'. I familiari: "Per noi è un riscatto ad anni soffocati"

La puntata verrà trasmessa questa sera, alle 23.35, su Rai 1. La giovane sanseverese è considerata la prima vittima trasversale di mafia in Puglia

La storia di Luisa Fantasia, prima vittima trasversale di mafia in Puglia, sarà al centro del programma ‘Cose Nostre’, in programma questa sera, alle 23.35, su Rai 1. Fantasia, giovane donna di San Severo, moglie di un militare dell’Arma, fu violentata e brutalmente assassinata nella sua abitazione, a Milano, da due giovani legati a una delle prime 'ndrine presenti in Lombardia, all'epoca sotto la lente investigativa del marito.

Era il 14 giugno 1975. La cornice storica in cui si consuma l'omicidio racconta di un'Italia sotto assedio, per le violenze politiche e le contestazioni di piazza, per scontri e morti, ma anche per l’incattivirsi della criminalità, più vera e cruenta rispetto a quella alla quale ci si era abituati in precedenza. L'omicidio, consumato dopo lunghe ore di sevizie, avvenne sotto gli occhi della figlia Cinzia, che all’epoca aveva solo 18 mesi. Nella puntata interverranno anche gli eredi di questa triste storia e coloro i quali  furono testimoni di un crimine che segnò la storia dell'antimafia italiana.

“Questa puntata rappresenta un grido di libertà a tutti questi anni fatti di omicidi silenzi che hanno condizionato la vita di mia sorella e mia”, spiega a FoggiaToday Pietro Paolo Mascione, vicepresidente nazionale dell’associazione ‘Ultimi’ del prete anti-camorra don Aniello Manganiello e figlio (in seconde nozze) di quel giovane carabiniere che indagava sotto copertura sui traffici di droga delle ‘ndrine calabresi, a cui la criminalità uccise la moglie per vendetta.

La vicenda fu tenuta a lungo 'segreta'. E questo per due ordini di motivi: innanzitutto perché la vicenda fu secretata per le indagini dell’epoca, in secondo luogo per la tenace volontà della famiglia di tutelare la memoria della donna e il proprio dolore. A rompere il silenzio furono, nel 2019, i familiari di Luisa: la figlia Cinzia, testimone della barbarie, e suo fratello Pietro Paolo. A quest’ultimo fu dato il compito di ricostruire e ripercorrere la vicenda, che fu affidata proprio alle pagine di FoggiaToday. Lo scorso anno, infine, il Comune di Milano ha reso onore alla memoria di Luisa e alla sua storia di madre e moglie, dedicandole un giardino, in via delle Forze Armate (qui il progetto), nel quartiere dove insieme al marito si era trasferita dalla Puglia e dove ha trovato la morte.

“L'incontro con la conduttrice di 'Cose Nostre' è stato un modo per conoscere meglio la figura di nostro padre negli anni di piombo. E' un modo per dare luce a Luisa, affinché la sua morte non sia stata vana. Foggia, la Capitanata e il Gargano non sono solo mafia. Sono anche terre genitrici di persone perbene. Persone che hanno servito lo Stato accanto al Generale Dalla Chiesa, in maniera silente, senza riflettori”, aggiunge. "Per noi è un riscatto ad anni soffocati. Il punto di vista resta fermo su tutto il resto. La ferita è sempre aperta e fa male, tanto”, conclude.

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