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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Il nome di Luisa Fantasia rifiorisce, in un giardino e nella memoria: l'omaggio di Milano alla giovane donna vittima di mafia

Originaria di San Severo fu seviziata e uccisa, a soli 32 anni, nel suo appartamento. A due passi dal luogo della barbarie sorge oggi un parco che porta il suo nome. Giuseppe Sala: "Dobbiamo diffondere la cultura della legalità e onorare chi ha perso la vita, facendone un esempio, proprio come Luisa"

Il nome di Luisa Fantasia rifiorisce, in un giardiano pubblico e nella memoria collettiva. Nella giornata di ieri, la città di Milano ha ricordato la giovane donna di San Severo, barbaramente uccisa il 14 giugno del 1975, di fronte alla figlia di 18 mesi, da due giovani legati a una delle prime 'ndrine presenti in Lombardia.

Vittima innocente di mafia, la sua unica colpa fu quella di essere la moglie di un brigadiere dell’Arma dei carabinieri, Antonio Mascione, che stava indagando sotto copertura sull'arrivo di una grossa partita di eroina, dalla Calabria a Milano. Aveva appena 32 anni. La storia fu inizialmente secretata per le indagini dell’epoca, poi fu tenacemente difesa dalla famiglia per tutelare la memoria della donna e il proprio dolore.

Un silenzio che fu squarciato solo due anni fa, quando proprio sulle pagine di FoggiaToday, la famiglia volle ripercorrere la vicenda "affinchè Luisa non morisse per una seconda volta". A 46 anni di distanza, il Comune di Milano ha reso onore alla memoria di Luisa e alla sua storia di madre e moglie, dedicandole un giardino, in via delle Forze Armate (qui il progetto), nel quartiere dove insieme al marito si era trasferita dalla Puglia.

Alla cerimonia di intitolazione hanno partecipato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il vicepresidente del Municipio 7, Antonio Salinari, il comandante della Legione Carabinieri "Lombardia" Andrea Taurelli Salimbeni e i due figli del brigadiere Mascione: Cinzia, la primogenita, miracolosamente scampata ai sicari, e Pietro Paolo, nato dalle seconde nozze del padre, oggi poliziotto e vicepresidente nazionale dell’associazione ‘Ultimi’ del prete anti-camorra don Aniello Manganiello.

"Solo due anni fa strinsi il discorso con mia sorella Cinzia", ripercorre Pietro Paolo. "Mi chiese di parlare di Luisa, perché non voleva che sua madre morisse per la seconda volta. Allora aprii il baule di mio padre in soffitta e affrontai con rabbia e vendetta il mio demone che presto mi assalì. Cataste di giornali ingialliti e foto di un giovane papà. Solo allora conobbi quello che faceva. Solo allora con timidezza guardai gli occhi di Luisa, quella donna genitrice della mia vita: senza la sua morte non sarei mai venuto al mondo. La stampa iniziò a riparlare di lei, dopo anni di segretezza dovuta alla gestione del dolore di mio padre ma anche al suo transito presso altre agenzie".

"La stampa nazionale ne parlò fino a quando l'8 dicembre del 2019 sotto una pioggia pungente ricevetti una telefonata con una marcata cadenza nordica. Era Milano, erano Tiziana Vecchio e Walter Moccia che mi parlarono del loro progetto. Quello di dedicare a lei un giardino attiguo al luogo dove Luisa viveva. Mentre Tiziana e Walter mi parlavano sotto di me sentivo il suolo aprirsi. Non credevo che quella detestata ed evitata città fosse capace di tali picchi di aliena sensibilità. Oggi, incredulo sono qua, scortato da mille affetti, quello di ognuno di voi. Sindaco Sala, attraverso l'impegno di suoi due consiglieri Tiziana Vecchio e Walter Moccia, oggi ha dato a me e a mia sorella Cinzia la possibilità di rinascere a nuova vita. Ha dato colore alle nostre tenebre. Ha dato speranza a chi credeva che lo Stato non esistesse più", conclude.

Presente alla cerimonia anche il sindaco di San Severo, Francesco Miglio: “Ci sono appuntamenti ai quali non si può mancare, bisogna essere presenti, personalmente, senza delegare alcuno. Ieri, 14 giugno 2021 ero a Milano, quartiere Baggio, alla cerimonia di inaugurazione di una area verde dedicata a Luisa Fantasia", spiega. "Grato e commosso, ero presente, come primo cittadino di San Severo, della città dalla quale partirono Luisa ed Antonio per lavorare, per creare una famiglia, per servire lo Stato, laddove lo richiede. Ero presente perché Luisa Fantasia è nella memoria di tutti noi, è figlia di un popolo generoso che tanto ha dato e molto continua a dare all’Italia grazie ad una innata laboriosità e senso del dovere. Più volte, in qualità di sindaco, ho dichiarato che avrei fatto del mio meglio affinchè nessuno si senta abbandonato, nessuno sia lasciato indietro. Vale per tutti! Vale ancora di più per Luisa Fantasia, donna degnissima della nostra memoria, della nostra riconoscenza, della nostra commozione".

"L’uccisione di Luisa Fantasia - ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala - fu un brutale e vigliacco atto di ritorsione che lasciò sgomenti questo quartiere e l’intera città. Erano anni in cui molte giovani famiglie arrivano a Milano con l’intento di costruirsi onestamente il loro futuro. Non fu così per tutti però. Allora come oggi la malavita organizzata era presente e crebbe a discapito dei più deboli e delle persone perbene. Il nostro compito come istituzioni che rappresentano lo Stato, tutte insieme, è di combattere ogni forma di criminalità, sul nascere, impedire che trovi terreno fecondo, specialmente nelle giovani generazioni. Dobbiamo con determinazione insegnare e diffondere la cultura della legalità e del rispetto delle regole. E onorare chi ha perso la vita, facendone un esempio, proprio come Luisa. I bambini della scuola Ercole Ferrario, qui presenti oggi, sono il miglior auspicio di un presente e di un futuro bello e gioioso come lei avrebbe voluto per i suoi figli".

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