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Domenica, 28 Aprile 2024

A Foggia la mozione sul salario minimo di 9 euro, su appalti e concessioni banditi dal Comune

Salario minimo in concessioni ed appalti banditi dal Comune di Foggia e dalle società controllate, la mozione della Comunità Politica per Foggia

Questa mattina 'Comunità Politica per Foggia' ha presentato alla cittadinanza e propone all’Amministrazione comunale ed al Consiglio l’approvazione di una mozione che introduca un salario minimo in appalti e concessioni banditi dal Comune di Foggia. L'illustrazione della proposta è avvenuta nel corso di una conferenza stampa presso la 'Sala Rosa' del Palazzetto dell'Arte.

Dichiara Mario Nobile, componente del Coordinamento di Comunità Politica per Foggia: “Da tempo in Italia e soprattutto nella nostra Provincia dilaga il fenomeno del lavoro povero con decine di migliaia di persone che percepiscono salari da fame. Se vogliamo fermare la fuga di famiglie e soprattutto dei giovani da Foggia, anche il Comune deve fare la propria parte ed è per questo che chiediamo che sia prevista una retribuzione non inferiore a 9 euro lordi l’ora per il personale assunto in appalti e concessioni del Comune”.

Prosegue Marco Barbieri, Ordinario di Diritto del Lavoro all’Università di Bari e redattore della proposta: "Il salario minimo legale è lo strumento con cui dare piena attuazione all’art. 36 della Costituzione, consentendo a chi lavora di poter “assicurare a sé e alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa. Lo scorso ottobre la Corte di Cassazione ha emesso sei sentenze con cui ha affermato che i contratti collettivi presi in esame non garantivano il rispetto della Costituzione, poiché prevedevano salari troppo bassi. Proprio per questo i Giudici di legittimità hanno dichiarato nulle le loro clausole retributive ed aumentato i salari”.

Conclude Luciano Beneduce, Portavoce di Comunità Politica per Foggia: “Con questa mozione e con l’impegno che chiediamo alla Sindaca, alla Giunta ed al Consiglio, crediamo che proprio Foggia, una delle città con le più basse retribuzioni medie in Italia, possa essere apripista di una campagna politica di ampio respiro con cui migliorare concretamente la vita di centinaia di lavoratori e lavoratrici di appalti e subappalti che lavorano per il Comune in cambio di salari non degni per un paese UE. Il Comune di Foggia potrebbe creare un importante precedente, emulabile anche da altri enti locali e Consigli comunali in Italia. In base al Codice dei contratti pubblici tutte le amministrazioni pubbliche hanno l’obbligo di indicare negli appalti un contratto da applicare e non potranno indicarne uno non valido”.

Comunità Politica per Foggia lancerà una campagna politica a supporto della mozione con una raccolta di firme online e cartacea, iniziative pubbliche ed incontri con le organizzazioni sindacali, datoriali e tutti i gruppi consiliari presenti nel Consiglio Comunale di Foggia.

Impegnano quindi sindaco e giunta a sostenere in sede Anci e, attraverso di essa, in sede Conferenza Stato-Città, e in ogni altra sede opportuna, tutti gli atti e le misure che portino all’istituzione di un salario minimo legale per le lavoratrici e i lavoratori, promuovendo tutte le iniziative volte a garantire l’effettiva percezione di una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro prestato e in ogni caso sufficiente ad assicurare a chi lavora e alla sua famiglia una esistenza libera e dignitosa, come prescritto dall’articolo 36, comma 1, della Costituzione.

A prevedere in tutte le concessioni e in tutti gli appalti banditi dal Comune di Foggia e dalle società sulle quali esso eserciti un controllo analogo, che gli atti di concessione e i bandi contengano una clausola che imponga alle imprese partecipanti – in attuazione dell’art. 36, comma 1, della Costituzione e dell’articolo 11, comma 1, del Codice dei contratti pubblici (Decreto Legislativo 31 marzo 2023, n. 36) – l’applicazione del contratto collettivo nazionale e territoriale in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni di lavoro, stipulato dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e quello il cui ambito di applicazione sia strettamente connesso con l'attività oggetto dell'appalto o della concessione svolta dall'impresa anche in maniera prevalente, e in ogni caso una retribuzione non inferiore a nove euro lordi l’ora.

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