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I renziani nel campo largo senza imbarazzi: "A Foggia bisogna rammendare una realtà frantumata"

L'ex ministra all'Agricoltura arriva in città per spiegare le ragioni di Italia Viva alleata per le Comunali con Azione, Pd e M5S

Nessun imbarazzo a livello nazionale in Italia Viva per le alchimie del campo largo progressista a Foggia, parola d’ex ministro all’Agricoltura Teresa Bellanova. “A volte il paese reale è anche più avanti rispetto alle classi dirigenti”.

A Foggia, il partito di Matteo Renzi e Azione di Calenda lavorano in tandem, marciano insieme, il Terzo Polo resiste e non si lascia sfiorare dalle divisioni romane. Hanno chiamato la lista ‘Tempi Nuovi per Foggia’, nella coalizione di centrosinistra con Pd e M5S a sostegno di Maria Aida Episcopo.

Teresa Bellanova, già presidente nazionale e componente della cabina di regia di Italia Viva, la definisce una proposta di governo costruita intorno a “persone perbene, pulite e trasparenti, che hanno in mente un’idea di governo e una concezione della politica che è completamente alternativa a chi ha portato questa città a subire l’onta dello scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Non è l’unico posto dove noi siamo in campo in una coalizione così grande”.

Ha partecipato, nei giorni scorsi, a iniziative elettorali con i candidati di Italia Viva a Trento, dove c’è una coalizione molto ampia di centrosinistra. “Questo avviene perché si mettono i programmi e il bene comune prima ancora dell’appartenenza. Qui c’è una lista unitaria. Le divisioni che si sono prodotte a livello nazionale, con la capacità di chi ha operato sul territorio, sono state ricomposte, e questa per noi è una sfida importante”.

Ringrazia la coordinatrice provinciale Rosa Cicolella per il lavoro che ha fatto per “tenere insieme la comunità di Italia Viva e collocarla dentro questa alleanza”. Non è stato un percorso facile, ammetterà lei.

“Noi siamo dentro questa alleanza – ha aggiunto Teresa Bellanova – anche perché riconosciamo grande spessore morale alla candidata sindaca, che non è espressione di un partito politico, ma è una figura intorno alla quale si è potuto costruire una alleanza così larga”.  

Italia Viva ha avvertito l’esigenza di spiegare la sua scelta. Il nome di Marida Episcopo, come ampiamente riportato su queste colonne, è stato considerato l’unica opzione possibile, in quanto non identitaria. La coordinatrice provinciale Rosa Cicolella tesse le sue lodi, con un inevitabile appunto sul genere, considerata la sua storia politica: “Abbiamo una candidata sindaca donna, e io sono del parere che, al di là della retorica, l’essere donna porta con sé un abbraccio verso la comunità, e questa potrebbe essere la cifra”.

Una donna è un "valore aggiunto all'operazione" anche per Teresa Bellanova. "Anche per la sua storia, è una persona che ha questa grande capacità di tenere insieme, di ricucire. Io amo dire che qui bisogna dare vita al rammendo, bisogna rammendare una realtà che è stata frantumata, divisa e offesa".  

Rosa Cicolella avverte: “Il nostro metodo non è quello del pacchetto di voti, la nostra strada è fatta di chiarezza e competenza, e ce la giochiamo, perché sia un’altra storia”.

“Si è verificata, e sono contento, una sospensione di quelli che sono gli ordinari scontri che si riverberano dalle posizioni nazionali – ha aggiungo il coordinatore regionale Lorenzo Frattarolo, candidato al Consiglio comunale, in merito alla composizione del campo largo - Messe da parte le posizioni identitarie, ci si ritrova sui temi. Talvolta, il tifo da stadio non consente un confronto sano, poi si scopre che si possono mettere insieme persone intorno a un progetto. Peraltro, avevamo un carico di responsabilità maggiore, legato alla situazione nella quale versa la città”.

Viene da chiedersi se, in caso di vittoria del centrosinistra, dopo il time out, l'eventuale maggioranza potrebbe tornare litigiosa. “Se devo valutare questi due o tre mesi - risponde Frattarolo -, ci siamo trovati d’accordo rispetto a una serie di obiettivi comuni. Poi, i maggiori motivi di frizione sono le questioni di carattere nazionale – salario minimo, Jobs Act - e lì ciascuno rimane sulle proprie posizioni, però, declinati sul territorio, con un po’ di intelligenza sfumano”.

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