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Domenica, 28 Aprile 2024
Economia

"Non toglieteci il centro Palmisano". Disperato appello degli anziani di Foggia a Comune e Regione: "Non ci abbandonate"

Il presidio socioassistenziale, stando alle ultime informazioni in possesso del Consorzio Opus che lo gestisce, è destinato alla chiusura: mancano gli utenti. Parte una lettera per salvarlo

"Il Palmisano ci aiuta a sentirci vivi. Per noi è la salvezza dei giorni che ci rimangono". In poche righe, "gli anziani di Foggia" racchiudono un disperato appello per risparmiare la chiusura al centro di via Pestalozzi. Hanno scritto al Comune di Foggia - alla commissaria straordinaria, Marilisa Magno, e al dirigente del Servizio Politiche Sociali, Silvana Salvemini -, al prefetto Carmine Esposito, al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e all'assessora regionale al Welfare Rosa Barone.

"Ormai in pensione, trascorriamo le nostre giornate in cerca di compagnia e di svago - si legge nella missiva - Siamo qui, a scrivere questa lettera, per chiedervi di non toglierci il nostro centro Palmisano. Molti di noi, ormai vedovi e sostanzialmente soli, riconoscono da più di 20 anni in questo centro una seconda casa, nella quale socializzare con amici di vecchia e nuova data, in cui avere la possibilità di coltivare nuovi rapporti e di dare sfogo ai propri interessi attraverso le attività proposte: dal canto alla palestra, dalla cucina allo studio dell'inglese, dal giardinaggio alla fisioterapia".

Presidio socioassistenziale a carattere diurno, il Centro polivalente per anziani Nicola Palmisano è un luogo di aggregazione e socializzazione. È gestito dal Consorzio di Cooperative sociali Opus, lo stesso contraente dell'appalto del Centro Antiviolenza Carmela Morlino. A scadenza dell'affidamento, stando alle ultime informazioni in possesso del presidente del Consorzio, Carlo Rubino, non riaprirà.

"La notizia della chiusura, arrivata come un fulmine a ciel sereno, ci ha profondamente addolorati - scrivono ancora gli anziani - Soprattutto dopo aver trascorso 2 anni rinchiusi in casa, a causa della pandemia, sognavamo di poter riprendere le nostre attività tanto desiderate e tornare a sentirci utili. Per noi il centro è una seconda famiglia. Delusi e amareggiati dalla decisione di chiudere questo centro che per noi rappresenta un luogo di ritrovo dove poter abbandonare le preoccupazioni, riattivare il corpo e la mente e, tra una risata ed una chiacchierata, dare sfogo alla nostra creatività, chiediamo di non essere abbandonati e di non toglierci il nostro diritto a trascorrere i nostri ultimi anni in spensieratezza e in serenità". Le due paginette sono accompagnate da una cinquantina di firme.

Il problema, in questo caso, a differenza del vicino Centro Antiviolenza, servizio già destinato ad essere affidato ad un nuovo gestore tramite procedura di evidenza pubblica, non sarebbe la proroga tecnica in attesa dell'espletamento della gara. A spiegare meglio i contorni della vicenda è proprio Carlo Rubino: "Anche in questo caso, forse, è mancato il dialogo. Se si vuole misurare un servizio sul numero, bisognerebbe anche capire di chi sono le responsabilità se mancano gli anziani. Secondo le indicazioni nazionali, sia i centri diurni per anziani che quelli per disabili devono stare aperti".

Centri come il Palmisano, anche secondo l'assessore Barone, destinataria tra gli altri della missiva, "necessitano di una attenzione speciale". Seguirà il caso. Forse ancora più complicata è la vicenda del Centro diurno per disabili di viale Candelaro, chiuso dal 15 marzo 2020: "C'è un problema di catasto, un problema burocratico che parte da decenni fa, difficile da sbrogliare. Welfare e Comune non c'entrano".

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