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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

San Severo: tassi usurari al 300%, imprenditrice denuncia e fa arrestare aguzzini

Arrestati due fratelli di 33 e 32 anni che, per gli inquirenti, gestivano e prestavano il denaro del noto pregiudicato albanese, Orges Fisniku, morto per le ferite riportate nell'agguato di via Mario Carli

Tassi usurari pari al 300% e un debito di 6mila euro che, nel giro di alcuni mesi, prima raddoppia e poi si triplica. E’ quanto scoperto, a San Severo, dagli agenti della squadra mobile di Foggia e del commissariato cittadino, dopo la “denuncia coraggiosa” – come l’ha definita il capo della mobile, Alfredo Fabbrocini – di un’imprenditrice della città dell’alto Tavoliere che, per traghettare la sua attività verso un periodo ‘più felice’ dal punto di vista economico, si era rivolta a due giovani sanseveresi che ora dovranno rispondere del reato di usura. A finire in manette sono i fratelli Rocco e Nazario Ciarfaglia, rispettivamente di 33 e 32 anni, destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Foggia, su richiesta della locale Procura della Repubblica.

Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, tali provvedimenti vedevano come principale indagato il pregiudicato albanese Orges Fisniku, volto noto della criminalità sanseverese, meglio conosciuto come “Oreste”. Fisniku, 31 anni, è deceduto all’ospedale di San Giovanni Rotondo lo scorso 30 dicembre, a seguito delle gravi ferite riportate nell’agguato messo a segno otto giorni prima, in via Mario Carli, dove morì anche il connazionale Amir Ballo, raggiunto da una pioggia di colpi di arma da fuoco.

A dare inizio all’attività investigativa, dunque, è stata la denuncia dell’imprenditrice sanseverese, sostenuta nella sua personale battaglia dall’associazione Antiracket di Vieste. La stessa aveva riferito agli inquirenti la grave situazione debitoria in cui versava a causa degli interessi pretesi dai suoi aguzzini, pari al 300% annui.

SAN SEVERO: VIDEO ARRESTI

Era stato un dipendente della sua attività a metterla in contatto con i due. La donna, che gestisce un albergo-ristorante a conduzione familiare in città, non era certo la sola, in quel momento, stretta nella morsa dei due sanseveresi che, per gli inquirenti, gestivano e prestavano il denaro di Fisniku: nel corso delle indagini, infatti, sono stati svelati altri episodi similari, in danno di due imprenditori edili originari di San Severo (ma attivi lavorativamente tra le Marche e la Lombardia) e sono stati sequestrati oltre 54mila euro in contanti, denaro ritenuto provento dell’attività usuraria, abilmente occultati nella controsoffittatura dell’abitazione di Fisniku.

A corollario dell’intera operazione, a carico dei fratelli Ciarfaglia sono stati eseguiti sequestri di beni immobili e mobili rispettivamente del valore stimato di oltre 150mila euro (un appartamento di 5 vani sulla statale 16, un’Audi A3 e una Fiat Bravo) e di 140mila euro (appartamento di 4 vani a San Severo, e una utilitaria della Fiat) entrambi eseguiti dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Foggia, che ha accertato una rilevante discordanza tra i redditi dichiarati e quanto nella effettiva disponibilità dei due indagati.

FOTO | Tassi usurari al 300%: arrestati fratelli a San Severo

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