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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Nel torbido di Foggia l'orizzonte di speranza del prefetto Grassi: "Vedo i presupposti per la rinascita"

Raffaele Grassi lascia il testimone al neo-prefetto Carmine Esposito, e augura al territorio dauno “forza, volontà e consapevolezza” per scrivere una narrazione diversa: “Questa terra deve ritrovare la sua grande bellezza. Ma per farlo deve smarcarsi dalle grinfie della criminalità”

“Nessuna remora né rimpianti. Ho fatto tutto quello che era in mio potere per questo territorio”. Raffaele Grassi lascia la prefettura di Foggia senza nulla da recriminare. Nei prossimi giorni assumerà lo stesso incarico a Padova, ma prima di lasciare la Capitanata firmerà l’ultimo documento, forse quello più importante per il futuro prossimo della città: la nomina del commissario prefettizio che subentrerà a Palazzo di Città, travolto dalle inchieste della Procura di Foggia e da settimane sotto la lente della commissione antimafia

Grassi prova a tirare un bilancio dei suoi due anni a Foggia. “E’ stata svolta una attività di grande rilevanza sul territorio e i risultati sono sotto gli occhi di tutti”, sintetizza evitando i microfoni. Il tempo delle strigliate pubbliche, delle verità sbattute sul tavolo per scuotere la città e provocarne una reazione sembrano essere lontani. Dopotutto, per lui, si chiude una fase.

Questa volta, lascia parlare i risultati: le grandi operazioni antimafia, vere e proprie bordate alla criminalità organizzata. Ma anche le 42 le interdittive antimafia spiccate negli ultimi 24 mesi, i continui comitati per l’ordine e le sicurezza pubblica indetti per risolvere e tamponare le emergenze segnalate, di volta in volta, nei comuni della provincia, i due grandi comuni (Manfredonia e Cerignola) sciolti per infiltrazioni mafiose.

Sorte che, nei prossimi mesi, potrebbe capitare anche a Foggia. Lascia il testimone nelle mani di Carmine Esposito, già questore di Roma, “un profilo di altissimo livello che potrà fare tanto per questo territorio”, spiega.

E benché la città navighi a vista, in uno dei suoi periodi più cupi, Grassi riesce a scorgere un orizzonte positivo: “La città sta soffrendo. Ma sono certo che ci siano i presupposti per una rinascita. La comunità ha le forze per farlo. Noto segnali di cambiamento significativi”, continua.

“Ci sono finalmente elementi per porre le basi di un comitato antiracket a Foggia, per una presa di posizione netta, di legalità, in terra di mafia quale, purtroppo, è Foggia (questo dicono le risultanze investigative). Sono certo che quello che sta succedendo faccia riflettere: bisogna andare avanti su questo cammino, con la schiene dritta ed erigere un muro di fronte alle penetrazioni della criminalità”.

Mentre si rincorrono le domande sul futuro della città (la prospettiva di andare alle urne il prossimo autunno è subordinata al lavoro della commissione antimafia), Grassi saluta il territorio augurandogli “forza, volontà e consapevolezza” per scrivere una narrazione diversa.

“Questa terra di straordinaria complessità deve ritrovare la sua grande bellezza. È ora che la Capitanata abbia una sua giusta collocazione, anche in relazione ad un auspicabile sviluppo economico. Ma per farlo deve smarcarsi dalle grinfie della criminalità”. Dove ci sono macerie, non resta quindi che costruire.  

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