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Cronaca San Severo

Pericolo di fuga e di altri delitti uguali: resta in carcere il 16enne reo confesso dell'omicidio di D'Augelli

Il minorenne che ha inferto una coltellata mortale a Francesco Pio D'Augelli resta in carcere nel tribunale dei minorenni di Bari. Il pm: “Non vi è dubbio che il fatto descritto possa essere qualificato come omicidio"

Secondo il pm sussisterebbe il concreto pericolo di fuga del 16enne reo confesso dell’omicidio di Francesco Pio D’Augelli, “ritrovato soltanto a seguito di indagini non semplici”. E' quanto riporta l'ordinanza di convalida di fermo e di contestuale applicazione di misura cautelare a firma del gip Patrizia Famà. Peraltro, dall’interrogatorio dell’indagato avvenuto il 19 luglio, nonché dagli atti di indagine, sarebbe emerso il coinvolgimento di alcuni suoi congiunti che avrebbero assicurato l’irreperibilità “e che potrebbero aiutarlo a fuggire nuovamente” viene evidenziato.

Nei confronti del ragazzo - che resta in carcere - sussistono quindi gravi indizi di colpevolezza circa i fatti di via Lucera a San Severo. D’altronde, davanti al pm, il minorenne ha confessato di essere l’autore dell’omicidio, sul luogo del quale, come ripreso dalle telecamere di videosorveglianza, era giunto ed era scappato a bordo di un ciclomotore. Poco prima di lasciare via Lucera, angolo via Ferrini, aveva effettuato una videochiamata via Instagram al fratello della vittima, mostrandogli il palmo della mano insanguinata e ammettendo l’accoltellamento (leggi qui).

Per il pm ricorrono quindi le esigenze cautelari “atteso che vi è il concreto pericolo che l’indagato possa commettere altri gravi delitti della stessa specie per cui si procede attesa la presenza di precedenti di una certa gravità emergenti dal certificato penale” e – si legge - “...la personalità dell’indagato...desta allarmante preoccupazione atteso che non ha avuto timore di porre in essere i reati per cui si procede, in centro, a San Severo, in orario in cui la città era frequentata...sintomo di un una sprezzante indifferenza per l’eventuale presenza di testimoni che potessero confermare i fatti o intervenire” aggiunge.

Per il gip la misura cautelare della custodia nell’istituto penale dei minorenni di Bari, “appare allo stato quella più idonea a far fronte alle esigenze cautelari...in ragione della efferatezza e della spregiudicatezza della condotta posta in essere nonché della gravità del reato compiuto e della personalità dell’indagato emergente dal certificato penale”.

Come già riportato su queste colonne, la notte tra sabato e domenica, in un lido di Marina di Lesina, Francesco e il 16enne avevano avuto un diverbio. Al centro della querelle, rispetto alla quale D’Augelli avrebbe ricevuto anche uno schiaffo (probabilmente da un altro ragazzo), c'era la richiesta di un chiarimento da parte della vittima circa i messaggi che alcuni mesi prima l’accoltellatore aveva scambiato sui social con la sua fidanzata. In quella circostanza il 16enne ristretto nel carcere di minorile di Bari lo avrebbe minacciato di morte dicendogli che gli avrebbe sparato.

Il drammatico epilogo la sera del 18 luglio, con il decesso di Francesco Pio D'Augelli constatato alle 21.52.  Nelle carte del pm si legge che “non vi è dubbio che il fatto descritto possa essere qualificato come omicidio, stante l’altezza e la direzione del colpo o dei colpi inferti, da vicino, che avevano senz’altro l’idoneità lesiva tale da configurare l’intento omicidiario”.

L’acquisto dell’Arma – che all’atto della consegna risultava ripulita - sarebbe avvenuto una settimana prima, “e quindi in epoca successiva alla ripresa dei contatti conflittuali con la vittima risalenti a otto mesi prima ma ripresi dopo un periodo di quiescenza, da qualche settimana”.

E ancora, si legge: “A bene vedere è stato lo stesso minore a fornire decisiva conferma di tale elemento, laddove ha dichiarato che si è recato all’appuntamento, portando con sé l’arma che, cambiandola di posto, si è disposto ad utilizzarla, portando poi a compimento il suo proposito delittuoso, così manifestando la intenzionalità e volontà dell’evento lesivo cagionato e del conseguente decesso che ne è derivato, senza soluzione di continuo; ne deriva, dunque, che sia pienamente ascrivibile il delitto di omicidio doloso, sia sotto il profilo causale sia sotto il profilo soggettivo, apparendo del tutto prevedibile “ex ante” l’evento morte della vittima alla luce della condotta violenta in concreto tenuta".

Nella giornata di domani 23 luglio si svolgeranno le esequie del ragazzo assassinato (continua a leggere).

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