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Lunedì, 29 Aprile 2024
MAFIA VIESTE / Vieste

L'agguato mortale per far capire chi comandava: così il clan Raduano ha "punito" il cugino del boss nemico

Svolta nell'omicidio di Giambattista Notarangelo del 6 aprile 2018 a Vieste. Raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare Marco Raduano, Danilo Della Malva,

L'omicidio di Giambattista Notarangelo avvenuto in località Palude Mezzane il 6 aprile 2018, va inquadrato nella lotta senza esclusione di colpi che a Vieste ha visto contrapposti il clan Raduano-Della Malva e i Perna-Iannoli (di cui la vittima - cugino dell'ex boss Angelo Cintaridd e di Onofrio Notarangelo - apparteneva).

Ad ucciderlo, secondo le carte del blitz che ha portato all'arresto di cinque soggetti, sarebbero stati Michele Notarangelo, classe 1996 detenuto per altra causa, il collaboratore di giustizia Danilo Pietro Della Malva detto 'u meticcio', Orazio Coda, collaboratore di giustizia classe 1989 e, in qualità di mandante, Marco  Raduano detto 'Pallone', che avrebbe fornito ai suoi sodali armi e auto. 

Giambattista Notarangelo era noto alle cronache cittadine non soltanto per la parentela con Cintaridd, ma anche per aver subito una condanna a più di 7 anni di reclusione nell'ambito del noto processo 'Medioevo', relativo alle estorsioni e al racket della guardiania, reati aggravati dal metodo mafioso. 

La vittima, secondo quanto si legge nelle carte dell'inchiesta di cui Foggiatoday ha preso visione, sarebbe stata ammazzata per aver importunato i pusher del gruppo contrapposto sottraendo loro della sostanza stupefacente, altresì per aver parlato male di Raduano non riconoscendone la supremazia criminale. 

Inoltre, Giambattista Notarangelo avrebbe "contrastato" una relazione sentimentale intrapresa da Danilo Della Malva.

L'efferato delitto si è consumato in un luogo di campagna isolato, dove la vittima stava lavorando, con una pistola semiautomatica calibro '45, una pistola semiautomatica calibro 9 e un fucile calibro 12.

In particolare Danilo Della Malva, Orazio Coda, Michele Notarangelo e Antonio Fabbiano, nella tarda mattinata, giunti sul posto a bordo di una Jeep Renegade oggetto di furto e data alle fiamme dopo il delitto, nei pressi della Sp 52 ter, scesero dall'auto (tranne Orazio Coda) e sorpresero in un terreno Notarangelo, colpendolo in diverse parti del corpo con almeno 16 colpi d'arma da fuoco, di cui 6 andarono a segno, lasciando. Notarangelo fu lasciato agonizzante. 

Danilo Della Malva avrebbe commesso il fatto durante il periodo in cui si era sottratto alla cattura, mentre Coda era stato ammesso alla misura alternativa alla detenzione in carcere. In quel periodo Marco Raduano - oggetto di un agguato due settimane prima - era un sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno.

Omicidio, quindi, commesso con metodo mafioso in risposta alle intemperanze di Giambattista Notarangelo, che doveva essere "punito" e che secondo le intenzioni del gruppo criminale avrebbe dovuto costituire una "lezione" per gli altri soggetti che non riconoscevano il predominio di Raduano-Della Malva.

Tra gli indagati c'è anche Michele Lapacciana classe 1996, per essersi adoperato nell'occultamento delle armi fino alla loro distruzione. 

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