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Domenica, 28 Aprile 2024
Salute

Puglia, altolà del CdM alle telecamere nelle rsa: impugnata la legge regionale

Il Consiglio dei Ministri: "Le disposizioni invadono la competenza legislativa dello Stato in materia di ordinamento civile, violando l’articolo 117, primo e secondo comma, lettera l), della Costituzione"

Il 3 agosto scorso il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge 13 del 15 giugno 2023 che si prefiggeva di prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno di anziani e persone con disabilità nell’ambito delle strutture sociosanitarie e socio-assistenziali a carattere residenziale, semi-residenziale o diurno, "in quanto talune disposizioni invadono la competenza legislativa dello Stato in materia di ordinamento civile, violando l’articolo 117, primo e secondo comma, lettera l), della Costituzione" si legge.

Promulgata alla luce delle violenze accertate in alcune strutture sanitarie della Puglia - tra cui la Stella Maris di Manfredonia e il Don Uva di Foggia, la legge introduceva l'obbligo di percorsi formativi permanenti e di verifiche periodiche obbligatorie sulla professionalità e sul mantenimento delle capacità psico-attitudinali a relazionarsi, in condizioni di stress, con soggetti vulnerabili e l'installazione dei sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso con modalità atte a garantire la sicurezza dei dati trattati e la loro protezione da accessi abusivi.

Come riporta l'Ansa, nelle motivazioni dell'impugnazione davanti alla Corte Costituzionale si legge che è in particolare l'articolo 3 della norma regionale a essere in contrasto con i dettami costituzionali: "La disciplina regionale che interviene in materia di ordinamento civile, si presenta come disallineata con i principi e la stessa disciplina generale di protezione dati, in riferimento alle disposizioni del Regolamento (UE) n. 2016/679, nonché al decreto legislativo 30 giugno 2003, n.196, come modificato dal decreto legislativo 10 agosto 2018, n. 101" e "non individua i tempi di conservazione delle videoriprese, ciò che costituisce elemento essenziale della disciplina di protezione".

Il commento di Antonio Tutolo

"Prendo atto dell’ennesima mossa del governo nazionale che impugna ben tre leggi emanate dalla Regione Puglia negli ultimi mesi, tra cui quella proposta da me sull’introduzione delle telecamere nelle Rsa e nelle strutture sanitarie che ospitano anziani e persone con disabilità. Una legge che finalmente avrebbe garantito tranquillità, sicurezza e serenità ai pazienti, alle loro famiglie e agli stessi lavoratori. Nonostante i chiari richiami normativi a leggi nazionali e al Regolamento europeo circa la privacy con, tra l’altro, inserimento dell’indispensabile consenso del paziente o dei suoi parenti, si è preferito portare il testo davanti alla Corte Costituzionale. Bene, alla luce anche dei recenti fatti di cronaca che hanno interessato alcune strutture in cui anziani e disabili inermi sono stati brutalmente malmenati e hanno subito indicibili violenze, mi interessa sapere come il governo intende garantire e tutelare la sicurezza degli ospiti delle Rsa e prevenire eventuali abusi. Spieghi se è disposto a continuare a negare l’evidenza, a ignorare il problema e a passare sull’operato di alcuni balordi invece di proteggere gli anziani e i fragili. Visto che i provvedimenti legislativi in materia sono ‘attribuiti in via esclusiva allo stato’ – come si legge nelle motivazioni -, allora il Parlamento chiarisca quando e con quali strumenti intende tutelare le vittime dai carnefici, anche considerato che giace ormai da diversi anni in Commissione al Senato una proposta di legge simile a quella presentata da me. Dunque, perché non si legifera? Mi pare che la politica, e in questo caso non di certo quella della Regione Puglia, abbia tempi ben diversi da quelli dettati delle esigenze dei cittadini".

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