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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Tensione tra i cinquestelle foggiani: fumata nera sul nome del rappresentante del gruppo territoriale

In cinque hanno presentato la candidatura, ma si cerca una soluzione che metta tutti d'accordo

Fumata nera per l’elezione del rappresentante del Gruppo territoriale M5S di Foggia. Niente da fare nella prima riunione dell’assemblea degli iscritti convocata, come prevede il regolamento, dal coordinatore provinciale Mario Furore.   

Ufficialmente, è stata rinviata a data da destinarsi per mancanza del numero legale. Nella sede di corso Giannone si sono presentati un’ottantina di iscritti, ma in prima convocazione l’Assemblea è validamente costituita con la partecipazione della maggioranza degli aventi diritto.

Dunque, il Gruppo avrebbe potuto procedere alla votazione in presenza di 94 iscritti, la metà più uno dei 186 aderenti.

L’europarlamentare Mario Furore, constatato il numero dei presenti, non ha potuto far altro che rinviarla alla seconda convocazione, quando basterà la maggioranza assoluta.

Ma ci sarebbe maretta sulla scelta del referente del gruppo territoriale, circostanza che spiegherebbe le numerose assenze. In queste ore, nelle chat interne, sarebbero partiti appelli indirizzati al coordinatore provinciale e al coordinatore regionale, Leonardo Donno, affinché trovino una soluzione unitaria.

Sabato hanno presentato la loro candidatura Fabrizio Baia, Lorenzo Malgieri, Nino D’Andrea, Roberto Curcelli e Gaetano Lorusso.

Evidentemente, ci ha ripensato Giuseppe Fatigato, che aveva annunciato l’intenzione di candidarsi al ruolo, incompatibile con la carica di consigliere comunale, tanto da rinunciare a presentarsi alle ultime elezioni amministrative.

Alcuni attivisti non tollererebbero ingerenze da parte di quei consiglieri comunali – in particolare Giovanni Quarato e Francesco Strippoli (qui la replica) - che spingerebbero Baia. Erano assenti, per la cronaca, Nicola Formica e Mario dal Maso.

Con tutta probabilità, toccherà a Donno e Furore restituire un clima di unità. Il coordinatore provinciale, durante l’assemblea, avrebbe comunicato che si sarebbe fatto promotore di una proposta.

Lavorerebbe ad una mozione unitaria. Già nel corso della riunione avrebbe provato a scongiurare una lotta tra correnti che il Movimento osteggia.  

La dialettica interna e la prova di forza tra le diverse anime, però, testimoniano che il nuovo assetto ha reso il Movimento più simile ad un partito tradizionale.

Una ipotetica soluzione si può rintracciare proprio all’interno del regolamento che prevede fino a cinque vice rappresentanti: qualora in quattro facessero un passo indietro, potrebbero ricoprire quella carica.

Non è escluso, poi, che si possa convergere su un’ulteriore candidatura in grado di mettere tutti d’accordo, una figura che sia garante di tutti e che non rappresenti una corrente.

Nella nuova organizzazione del Movimento 5 Stelle, il rappresentante del Gruppo territoriale non corrisponde alla figura del segretario cittadino degli altri partiti. Quel ruolo politico è affidato, invece, al coordinatore comunale, che sarà designato, come prevede lo statuto, direttamente dal presidente Giuseppe Conte, su indicazione del coordinatore provinciale. Per la nomina, si attende il suo via libera. È plausibile che si parta proprio dai capoluoghi di provincia.

Il Gruppo territoriale è un organismo più simile al vecchio Meetup, che garantiva il protagonismo della base.

La vera partita, a quanto pare, riguarderebbe il ruolo di coordinatore comunale che, da qui a poco, consentirebbe a chi lo ricoprirà di sedersi ai tavoli che contano.

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