L'immigrazione divide il centrodestra, Landella chiama Salvini e la Lega si incavola: è scontro
Dura presa di posizione del consigliere comunale della Lega Vigiano contro sindaco Landella e "magliette rosse": "E' campagna elettorale". La replica del sindaco
Al portavoce comunale della Lega, Antonio Vigiano, non è piaciuta la "chiamata" a Salvini del sindaco Landella dalle campagne di Borgo Mezzanone. La definisce "strumentale", null'altro che "campagna elettorale", ricordandogli di essere stato lui per quattro anni il sindaco della città capoluogo e che, in quanto tale, nulla avrebbe fatto per gli immigrati e per contenere le problematiche che dal fenomeno derivano. Nè lui, nè il suo vicesindaco con delega alle Politiche sociali, Erminia Roberto. Un intervento tardivo, pertanto, quello di Landella, così come strumentale sarebbe stata la manifestazione "magliette rosse" tenutasi sotto la Prefettura: "La Lega, nel bene e nel male, è al centro della prossima campagna elettorale. Ma noi siamo altra cosa, da ambedue le parti, e lo dimostreremo" rimarca a Foggiatoday Vigiano, che apre così l'ennesimo conflitto politico con il suo sindaco, in odore di ricandidatura, dalla cui azione amministrativa prende le distanze (ma che ha giocato, la Lega, sempre di astensione, quando non di voto favorevole).
"Nei giorni scorsi - esordisce il consigliere leghista- si sono consumati sprazzi di campagna elettorale in vista delle prossime elezioni amministrative che interesseranno la città di Foggia. E il tema prescelto è, guarda caso, proprio quello dell'immigrazione, che divide gli italiani e che dividerà anche i cittadini di Foggia fino al voto del prossimo anno.
Lo ha fiutato bene il sindaco Franco Landella che, nei pressi del CARA di Borgo Mezzanone (posto tra l’altro in agro di Manfredonia), leggendo un comunicato confezionatogli su misura, invocava la presenza a Foggia del Ministro degli Interni Salvini per i problemi creati dagli immigrati irregolari, preoccupandosi in particolar modo degli autobus di linea urbana vandalizzati dagli stessi.
Capello al vento, occhiali all'ultima moda, camicia sbottonata quanto basta, praticamente uno yuppie in terra straniera, e un tema suggestivo e caldo come quello dell'immigrazione per l'apertura pre-estiva della sua campagna elettorale (altro che non si ricandida!), ha dimenticato un piccolo dettaglio: che il sindaco in carica è proprio lui, che sul fronte dell'immigrazione il suo assessore ai Servizi Sociali è praticamente "non pervenuto" (a dire il vero non si comprende cosa abbia fatto per la città di Foggia) e le sue azioni sono consistite unicamente nell'installazione del gabbiotto antistante la stazione di Foggia (praticamente mai utilizzato) e in qualche intervento della Polizia Municipale di Foggia su via Podgora.
Il giorno seguente, poi, esponenti della sinistra bene foggiana, tutti rigorosamente con maglietta rossa, in qualche caso anche firmata, hanno manifestato dinanzi alla Prefettura di Foggia al grido lanciato da Don Ciotti "fermiamo l'emorragia di umanità", mostrando manifesti contro il Ministro degli Interni Salvini, reo di esser passato dalle parole ai fatti, impedendo lo sbarco nel nostro Paese di tanti immigrati irregolari. Anche qui si è assistito a un teatrino pre-elettorale e nulla più, in quanto tutti i presenti, tutti rigorosamente di sinistra, si sono unicamente scagliati contro il Ministro degli Interni, dimenticando che il precursore della stretta sull'immigrazione clandestina è stato proprio il loro ex Ministro degli Interni Minniti, e soprattutto tacendo completamente le condizioni disumane in cui sono costretti a vivere tanti immigrati, la maggior parte dei quali lasciati a marcire nei ghetti -sarebbe meglio definirli lager-, gestiti da associazioni e cooperative false buoniste.
Insomma, che il prossimo sindaco di Foggia sia leghista o meno, come alcuni auspicano, la Lega è già al centro della prossima campagna elettorale di Foggia.
Che l'immigrazione debba e possa essere uno dei temi della prossima campagna elettorale è fuori discussione, in quanto la situazione di degrado che regna al quartiere ferrovia è sotto gli occhi di tutti, ma da qui a pensare che debba essere il solo sarebbe come buttare la polvere sotto il tappeto per cercare di non affrontare i tanti, troppi temi che purtroppo vanno una buona volta affrontati. E che con le ultime amministrazioni succedutesi sono stati clamorosamente dimenticati. Troppo facile oggi cercare di riscattarsi con un video in piena campagna o con due bandiere rosse sotto la Prefettura!
La Lega, e questo è un avviso a tutti i naviganti, che siano pro o contro, non è solo "contrasto all'immigrazione irregolare" ma rappresenta una idea di cambiamento a 360° della qualità della vita. La migliore risposta sia al sindaco Landella che alle sparute magliette rosse è giunta dal segretario regionale Andrea Caroppo, che a margine della segreteria provinciale tenutasi lo scorso giovedì sera, ha garantito la presenza a Foggia del Ministro degli Interni Salvini non già per il problema dell'immigrazione, ma in particolar modo per quello della criminalità, vera piaga sociale che condiziona la crescita, economica e sociale, della città di Foggia. E’ soprattutto questa l’emergenza!
La Lega saprà interpretare tutte le esigenze della città di Foggia, partendo dal recupero del senso di comunità, e saprà interloquire con i cittadini per capirne disagi, preoccupazioni e aspettative, tenendosi a debita distanza dai soliti poteri forti, che hanno di fatto imbalsamato la città capoluogo negli ultimi 20 anni, o forse più.
Saprà progettare un futuro per Foggia, che da troppo tempo vive solo di presente, celando l’incapacità della sua classe dirigente dietro la scusa delle tante emergenze; e saprà ridare decoro, e non solo calcistico, alla nostra amata città, che merita un futuro. Oggi dai contorni sfocati".