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Martedì, 30 Aprile 2024
Politica Cerignola

"Sconfitta alle Provinciali è colpa dei partiti". Pezzano corregge La Salandra: "Ha moltiplicato i pani e i pesci"

Il consigliere provinciale rivendica i meriti dei civici e dell'ex presidente, e smonta i numeri di Fratelli d'Italia

“Al netto delle acrobazie aritmetiche dell'onorevole La Salandra, ritengo si debba guardare all'esito del voto dello scorso 29 gennaio come ad un grandissimo risultato di Nicola Gatta e della compagine civica che lo ha affiancato, ai quali andrebbe riconosciuta in modo chiaro e leale la stragrande maggioranza del merito”. È il consigliere provinciale Rino Pezzano a rivendicare un ruolo determinante dei civici, in risposta alle dichiarazioni rilasciate a FoggiaToday dal deputato di Fratelli d’Italia Giandonato La Salandra.

Penna rossa del consigliere comunale del movimento politico ‘Avanti Cerignola’ di Franco Metta, eletto a Palazzo Dogana un anno fa nella lista civica ‘Per la Capitanata’ dell’allora presidente. "Capisco che i gravosi impegni romani non abbiano consentito all'onorevole Giandonato La Salandra di svolgere in modo intenso la campagna elettorale a sostegno di Nicola Gatta nelle recentissime elezioni provinciali. Tuttavia, per ripristinare un minimo di verità rispetto a ciò che è accaduto, è opportuno correggere alcuni gravi errori che il parlamentare di Fratelli d'Italia mi pare abbia compiuto nella sua riflessione”, scrive, insinuando che il deputato meloniano non si sia speso abbastanza per la causa, critica su cui si è espresso anche nell’intervista.

Il consigliere provinciale Rino Pezzano, per provare la sua tesi, passa in rassegna tutte le fasce demografiche: “Lo straordinario risultato di Nicola Gatta, numeri alla mano, è stato innanzitutto il frutto del lavoro, instancabile e capillare, portato avanti dal presidente uscente e da una vasta area civica non riconducibile ad alcun partito della coalizione di centrodestra. Lo dimostrano i consensi ottenuti nella fascia dei Comuni più grandi, tutti governati dal centrosinistra fatta eccezione per Manfredonia, il cui sindaco però era schierato a favore di un candidato diverso dall'ex presidente. Stessa situazione nella seconda e terza fascia, dove le Amministrazioni governate dal centrodestra sono solo due, Apricena e Lesina, entrambe ostili a Nicola Gatta. In definitiva, nelle tre fasce che comprendono circa l'85% dei voti ponderati complessivamente disponibili il centrodestra aveva dalla sua parte soltanto tre Comuni, peraltro tutti posizionati contro il presidente uscente”.

Ma non si limita a questo, perché fa anche i conti in tasca a Fratelli d’Italia: “Credo quindi che l'onorevole La Salandra commetta una leggerezza di calcolo piuttosto grossolana quando afferma che il suo partito si sarebbe mosso intorno ai 20-25mila voti ponderati dei propri tesserati – afferma Rino Pezzano - Non solo perché significherebbe in buona sostanza che oltre la metà dei voti ricevuti da Nicola Gatta, in tutto 41.597, sarebbero ascrivibili a Fratelli d'Italia, ma anche perché ricordo che appena un anno fa, in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale, la lista di Fratelli d'Italia ottenne poco più di 6mila voti ponderati. Faccio fatica a pensare – pur volendo considerare una crescita esponenziale di adesioni da parte degli amministratori del territorio – che quel consenso in circa 12 mesi possa essersi quadruplicato, quasi in una sorta di 'moltiplicazione dei pani e dei pesci'. Comprendo le legittime esigenze politiche di ciascuno. Allo stesso modo, però, sono convinto che  prima di ogni altra cosa sia sempre necessario restare fedeli alla realtà, che alla fine appare molto diversa da com'è stata descritta”.

Ma non è tutto, perché addebita proprio ai partiti del centrodestra la sconfitta. A distanza di ormai dieci giorni da voto continua a non vedere nei suoi massimi esponenti una “doverosa autocritica”: “Le ragioni della sconfitta sono evidentemente legate all'incapacità dei gruppi dirigenti dei partiti del centrodestra di cogliere compiutamente l'altissimo valore politico dell'eventuale vittoria di Nicola Gatta e della competizione in cui ci si misurava. Una maggiore e migliore consapevolezza di questo aspetto avrebbe dovuto determinare, di conseguenza, una più matura gestione del processo politico che ha portato alla spaccatura del centrodestra e alla presentazione della candidatura di Primiano Di Mauro, rivelatasi decisiva per la vittoria di Giuseppe Nobiletti. Se per davvero ci si vuole cimentare in un'analisi del voto seria e lucida, al netto di improbabili ipotesi numeriche, è su quest'ultimo elemento che si dovrebbe riflettere con grande attenzione. E, mi permetto di dire, anche con una robusta dose di autocritica”.

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