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Martedì, 30 Aprile 2024
Politica

Furore riallarga il 'campo giusto' al Pd, plaude a Nobiletti e sogna di restare in Europa: "Facciamo i numeri con Conte"

Alleanze possibili in tre comuni su quattro oltre i 15mila abitanti. Il punto dell'europarlamentare Mario Furore

Le vecchie ruggini sono ormai acqua passata. Cinquestelle e Pd sembrano andare d’amore e d’accordo, a parte qualche fisiologica divergenza d’opinione.

Nonostante i dardi avvelenati scoccati solo qualche mese fa dal segretario Dem Pierpaolo d’Arienzo, i rapporti non si sono incancreniti. Il coordinatore provinciale M5S Mario Furore l’ha presa con filosofia, e ha riannodato il dialogo.

In tre comuni su quattro oltre i 15mila abitanti il cosiddetto campo largo progressista si può replicare. 

“Laddove ci sono le condizioni, questo asse deve reggere, perché è competitivo e ha i numeri per governare”, afferma l’europarlamentare che ha contribuito a coniare la nuova definizione della coalizione del centrosinistra extralarge. “In molti territori faremo furore”. Nomen omen, o almeno questo è l’auspicio del plenipotenziario pentastellato che si appresta ad un’altra sfida. 

È pronto a sottoporsi alle Europarlamentarie. Scaduti i termini per presentare le autocandidature, sarà il presidente Giuseppe Conte a individuare modalità e criteri per la formazione delle liste.

A metà aprile, dovrebbero arrivare le indicazioni sulla votazione online. Lui è l’unico uscente in Puglia. Il Movimento gli ha già chiesto di ricandidarsi. Con il leader Giuseppe Conte “c'è una perfetta sintonia”. Il presidente ha impresso “una chiara matrice progressista”, secondo l’onorevole Furore: “Ci presentiamo agli occhi degli elettori in maniera molto più coerente e molto più definita rispetto al 2019”. 

L’ex premier di Volturara Appula tornerà presto in provincia di Foggia per un’altra campagna elettorale. Nel suo tour sono previsti sopralluoghi in città nei siti degli interventi del Cis Capitanata e nella futura Cittadella della Giustizia.

Dal canto suo, Mario Furore, anche in questi giorni, presenzia a eventi in tutta la regione, già proiettato verso una nuova maratona. “In Puglia sento tanto affetto, per cui sono contento sia di sottopormi al voto degli attivisti sia a quello delle urne”.

Partiamo dai rapporti con la base. Un mese fa abbiamo pubblicato una lettera aperta al presidente Conte a firma di un gruppo di attivisti storici del Gargano. Cosa è successo?

È successo che otto iscritti su due migliaia circa in provincia di Foggia hanno scritto questa lettera in cui chiedono modifiche al regolamento e un confronto. Le riunioni provinciali erano già previste, proprio per assecondare questo desiderio, fino alla riunione regionale in programma a maggio con Conte a Bari. Ne avremo una sabato mattina, alle 10, nella Sala Rosa del Palazzetto dell’Arte di Foggia, dove ci sarà un confronto tra gli eletti e gli scritti.

Rispetto allo statuto, chiedono che i referenti siano scelti tramite consultazioni: credo che nel tempo potrà pure avvenire, magari in futuro andremo verso quella fase congressuale. È chiaro che, in questa fase di ristrutturazione, Giuseppe Conte si sia affidato a persone di sua fiducia. Ma io stesso non ho problemi, quando il presidente lo riterrà, a cedere il passo a qualcun altro. Non sono attaccato al ruolo. Mi piace, però, l'idea di poter consegnare un movimento più strutturato e più lineare.

E in provincia di Foggia a che punto è la ristrutturazione del partito?

La strategia di questo coordinamento per il Comune di Foggia si è rivelata vincente, nelle altre partite abbiamo fatto un ottimo lavoro in ogni territorio. Sono partiti Gruppi Territoriali a San Giovanni Rotondo, a Cerignola, a San Severo, a Manfredonia. Presto ne nasceranno altri anche sul Gargano e sui Monti Dauni.

A giudicare da quella lettera, però, l’hanno accusata di una gestione ‘padronale’ del Movimento.

Sono attivisti un po’ scontenti del nuovo corso del Movimento, però io dico che chi lo è, o chi pensa che non ci dobbiamo alleare col Pd o che non ci dobbiamo aprire alle alleanze, è rimasto un po’ al movimento della prima ora che, obiettivamente, non c'è più. Quindi, o c'è una presa di coscienza collettiva che le cose sono cambiate, oppure si può sempre andare via dal Movimento.

La lettera, fondamentalmente, apriva alla possibilità di contestare la scelta di appoggiare Nobiletti. Una scelta che ho operato e condiviso con i consiglieri comunali, che hanno voce in capitolo, perché si tratta un’elezione di secondo livello.

In merito alle alleanze per le Amministrative, mi confronto sempre con i Gruppi territoriali. Ho fatto continue riunioni e ho fatto sempre scelte che potessero addivenire a una sintesi tra base e vertice.

Appare evidente che il fine ultimo dei comportamenti perpetrati dai sottoscrittori di quella lettera fosse la creazione di una corrente all’interno del M5S, nonostante il vigente Statuto lo impedisca tassativamente. Lo statuto conferisce sì la possibilità di sentire gli iscritti per orientare la vita del M5S e, infatti, è quello che il M5S fa quando indice le votazioni online, ma non si possono indire votazioni per sentire la base sull’alleanza con Nobiletti o sul candidato sindaco di San severo.  

Perché ha chiuso le chat?

Abbiamo chiuso tutte le chat e abbiamo aperto quelle dei Gruppi Territoriali, dove ci sono anche i nuovi iscritti che erano esclusi dalle chat precedenti, che racchiudevano solo una parte degli attivisti. Il Movimento deve essere inclusivo, non escludente. Ho semplicemente trasmigrato in tante chat comunali quelle che erano le chat provinciali, tutto qua. Ma il confronto c'è. È anche vero che chi va contro lo statuto del Movimento viene da me segnalato ai probiviri.

Sembra andare per le lunghe, invece, la definizione del referente del gruppo territoriale di Foggia. Che sta succedendo?

Il coordinatore regionale Leonardo Donno è venuto a Foggia e abbiamo congelato le quattro candidature. Abbiamo chiesto per un mesetto o due agli attivisti di riunirsi periodicamente, di lavorare insieme, e solo dopo questo confronto di procedere con la votazione. Avevamo notato che gli animi si erano un po’ surriscaldati, che c'erano delle frizioni interne e volevamo evitarle.

Le riunioni stanno andando bene, gli attivisti si incontrano ogni mercoledì e gli eletti comunali rendicontano le loro attività. C'è una bella partecipazione. Tra un mesetto arriveremo alla votazione in maniera molto serena, perché non deve essere una pesa di correnti, ma bisogna votare il miglior candidato in grado di garantire il funzionamento interno del Gruppo territoriale.

Dopo questi primi mesi, il campo largo progressista al Comune di Foggia sta funzionando? C'è qualcosa da correggere?

Il campo largo ha origini foggiane. È un merito che il modello sia partito da Foggia. Come dice Conte, Maria Aida Episcopo è stata il nostro esperimento riuscito meglio insieme ad Alessandra Todde: Foggia e la Sardegna legate da questo destino, con una personalità indicata dal Movimento 5 Stelle che sta governando una città difficile.

Abbiamo già preso in mano dossier scottanti e i risultati stanno arrivando. C'è stata una normalizzazione dell'attività amministrativa e i cittadini stanno avendo la percezione che c'è un esecutivo, c'è una regia. Abbiamo già fatto partire la differenziata nelle attività produttive, stiamo lavorando, per esempio, per rimettere in piedi alcune attività dei Servizi Sociali, per quanto di competenza del Movimento 5 Stelle. Poi, chiaramente, si può sempre fare di più.

Sono molto contento dell'approccio della sindaca: sta sempre sul pezzo, è molto disponibile, risponde alle istanze dei cittadini, è presente. Questo mi piace molto, perché in perfetto stile Cinquestelle. Chiara Appendino, quando è venuta a trovarla, le ha consigliato di mantenere sempre vivo questo rapporto con dirette, incontri a Palazzo di Città. Lei segue molto questo modello e fa benissimo. Io e Conte siamo molto orgogliosi di Maria Aida Episcopo. Per le vacanze pasquali ci siamo sentiti, abbiamo fatto un lungo colloquio e il presidente è molto contento dell'approccio che ha con i cittadini e di come risolve i problemi.

Secondo voi ci sarà bisogno nel tempo di un ‘tagliando’ per la Giunta? Se sì, a distanza di quanto tempo?

È una cosa che attiene più alla sensibilità degli altri partiti, perché vedo che ci sono geometrie variabili. Da noi invece no, perché per quanto possano aver detto che nei Cinquestelle c'erano iniziali turbolenze interne, noi siamo veramente molto compatti. I cinque consiglieri lavorano all’unisono e anche le due assessore. Se altrove le geometrie cambiano, sarà la sindaca a fare le sue valutazioni.

L’esperimento del campo largo si replica a San Severo e Torremaggiore, ma non a San Giovanni Rotondo, comune caro proprio a Giuseppe Conte. A Manfredonia ci sono i margini per l’alleanza?

A Torremaggiore abbiamo confermato il ‘campo giusto’ grazie al lavoro della senatrice M5S Gisella Naturale e alla stretta collaborazione col sindaco uscente del Partito Democratico. È un accordo che siglammo già dall'anno scorso, in verità. Con Emilio Di Pumpo si è creata quella sinergia di cui il campo largo ha rappresentato la naturale conseguenza.

Per quanto riguarda San Severo, nonostante un'iniziale incomprensione interna del Gruppo territoriale, siamo riusciti a lavorare compatti per riunirci intorno alla figura di Angelo Masucci, che è un tecnico che ha lavorato tanto con il centrosinistra quanto con la deputata M5S Carla Giuliano. È una persona che gode della nostra fiducia e siamo veramente felici di aver potuto confermare il campo largo a San Severo, perché solo uniti si può essere competitivi per la vittoria.

A San Giovanni Rotondo, invece, non ci sono state le condizioni per il campo largo. La coalizione che si è formata e che ha indicato Filippo Barbano si pone in estrema antitesi rispetto al sindaco uscente, Michele Crisetti.

A Manfredonia ci sono ancora dei ragionamenti in corso. Ci sono stati tentativi anche con Antonio Tasso, sempre stato in ottimi rapporti col presidente Conte, però abbiamo bisogno di individuare una figura terza. Molti mi chiedono di poter aprire un'interlocuzione almeno con il Partito Democratico ed è quello che sto facendo. Il tema è che vogliamo creare un soggetto completamente nuovo. Ci deve essere una rottura totale con il passato rispetto agli uomini e alle storie che hanno interessato Manfredonia negli ultimi 10 anni. Dal Pd di Manfredonia ho notato dei segnali di distensione che potrebbero portare a un'alleanza. Però, sarebbe un campo più ristretto: non possiamo dire di sì proprio a tutti nel centrosinistra, chi direttamente coinvolto nella storia dello scioglimento del 2019 non può stare con noi.

È tornato il sereno con il Pd ma alle Provinciali vi siete presentati nella lista di Giuseppe Nobiletti.

La divisione non è stata architettata ad arte. I consiglieri comunali M5S hanno chiesto a gran voce di continuare l'esperienza di collaborazione con Nobiletti. Avrei potuto costruire anche una lista M5S e avremmo comunque eletto un consigliere con il voto ponderato. È stata una scelta dettata dalla volontà di collaborare, non contro qualcuno. L’ho spiegato anche ai maggiorenti del Pd.

Però, Nobiletti aveva ingaggiato una prova di forza con il Partito Democratico.

Secondo me, Nobiletti ha fatto un'operazione ottima, nel senso che lui, invece, in questo modo ha risucchiato i voti al centrodestra, tanto è vero che c'è stato un ‘cappotto’ di 10 a 2. In realtà, non ha fatto un affronto al Pd o a Con o ad altre forze progressiste, ma ha semplicemente calamitato su di lui amministratori che magari sarebbero andati dall’altra parte. E, in questo senso, l'operazione è riuscita.

Il  campo largo ha stravinto in provincia di Foggia. Io non lavoro mai, nella mia filosofia, contro qualcosa o contro qualcuno, questo l'ho spiegato al Partito Democratico. Ho appoggiato l'idea di Nobietti perché lo hanno voluto in primis i nostri consiglieri comunali che ho riunito e, all'unanimità, hanno voluto sostenere Nobiletti.

Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano rappresenta ancora il mediatore tra voi e il Pd?

Sinceramente, prima un po’ di più, adesso i rapporti sono ormai diretti, quindi non servono intermediazioni.

Pensa che il presidente della Provincia Nobiletti potrebbe avvicinarsi un giorno ai Cinquestelle?

Credo che lui rimarrà sempre nell'ambito della sua civica, però noi con la sua civica collaboriamo molto bene. Abbiamo sempre dimostrato che quando ci sono dei temi che ci accomunano la collaborazione viene naturale. Però non credo che Nobiletti voglia entrare in un partito. Non è mai entrato nel Pd, non credo che voglia entrare nel Movimento. Vedendo dall'esterno come opera, credo che sia uno di quei sindaci che vogliono rimanere nell'ambito di operazioni molto civiche. Però, è un civismo sano, a cui noi guardiamo per rafforzarci anche in vista delle prossime competizioni elettorali.

La figura di Giuseppe Conte può essere ancora trainante alle Comunali?

Lui qui in Capitanata traina molto di più rispetto ad altre parti d'Italia. Non nascondo che anche per me lui sarà un traino alle Europee. In questa terra, il Movimento 5 Stelle è portato ad avere numeri che non ha in altre parti d'Italia. Qui si fanno numeri che non si vedono altrove e, secondo me, è merito di Giuseppe Conte.

Come vede le partite nei più grandi centri?

C'è da lavorare. Non si possono dare per scontati risultati, né in un senso e né in un altro. Credo che laddove l'offerta elettorale appare come un pacchetto convinto e c'è un'alleanza sulla base dei temi, sul senso di novità, allora i cittadini ti premiano, se le coalizioni sono solo costruite in vitro, per una prova di forza, non funzionano. Noi vogliamo lavorare con umiltà per vincere ovunque. È chiaro che la parola spetta agli elettori.

Secondo me, in molti territori faremo furore, perché siamo in grado di offrire un'alternativa, per esempio a Manfredonia, dove il centrodestra ha completamente fallito, e non so con che cuore pensi di poter vincere.

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