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Lo spreco delle commissioni consiliari: sedute deserte e rinviate ma i consiglieri incassano i gettoni

Alcuni verbali di alcune commissioni sono un bollettino di guerra: seduta deserta, deserta, argomento rinviato, seduta deserta, deserta, consiglieri impegnati in altra riunione, e ancora deserta, deserta, e ancora deserta

“Nella seduta odierna non è stato discusso alcun argomento in quanto i consiglieri presenti si sono alternati entrando ed allontanandosi senza mai raggiungere il numero legale”. “I consiglieri si allontanano per fare altro”. “Vista l’ora tarda si aggiorna ad altra data”. “I consiglieri risultano presenti ma in nessun momento della giornata si è raggiunto il numero legale”. “I consiglieri si allontanano per partecipare ad altra riunione”. “Hanno discusso del risultato delle elezioni politiche”. “Seduta deserta”. “Seduta rinviata”.

Sono solo alcuni dei magri resoconti delle sedute delle commissioni consiliari del Comune di Foggia. Almeno quelle dei primi mesi del nuovo anno. Da gennaio a giugno 2018 (giorno corrente), la dicitura prevalente nella stragrande maggioranza delle sedute è: consiglieri presenti, si alternano, si avvicendando (entrano ed escono per intenderci), ma non raggiungono mai il numero sufficiente per dichiarare aperta e valida la seduta. E per parlare, dunque, dei problemi della città e per approfondire i temi inerenti il governo Landella.

Alcuni verbali di alcune commissioni sono un bollettino di guerra: seduta deserta, deserta, argomento rinviato, seduta deserta, deserta, consiglieri impegnati in altra riunione, e ancora deserta, deserta, e ancora deserta. E quando non vanno deserte, i resoconti hanno un che di esilarante. “i consiglieri si sono intrattenuti ed hanno discusso del risultato elettorale delle elezioni politiche” o un più generico “hanno discusso di vari argomenti”. Quali non è dato sapere. C’è poi la chicca dei resoconti che riportano solo il verbale firmato, senza alcun resoconto, manca finanche l’oggetto. Oppure un mesto “riunione convocata per programmare gli argomenti da discutere nel corso della settimana ma non è giunta alcun proposta dai consiglieri”. Amen.  Ovviamente la presenza (firmata) consente a ciascun consigliere di incassare il gettone, che viene loro erogato in base alla partecipazione a consigli comunali e commissioni consiliari, appunto, così come certificato dai presidenti delle stesse.

Quanto costano

Il singolo gettone ammonta a 73,49 euro e comunque nella misura massima di 1.210,37 euro mensili. 17 il numero massimo di giornate. La prenotazione di spesa per l’anno 2018 effettuata dal servizio finanziario è pari a 400mila euro; 390mila euro nel 2017; 380mila euro nel 2016. A questi poi si aggiunge la spesa per rimborsi per permessi dal lavoro di cui usufruiscono i consiglieri che si assentano dal servizio per consigli comunali e, appunto, per partecipare alle commissioni consiliari. Nel 2018 la spesa è di 200mila euro. Che, aggiunta ai gettoni, per l’anno in corso fa 600mila euro totali. La seconda voce è stata tagliata lo scorso anno ed ha allineato a 17 anche le giornate retribuite ai consiglieri (prima era ad libitum). L’ultimo taglio, come si ricorderà, fu molto osteggiato in aula ma alla fine subito (si ricorderà anche la relazione, dura, della Corte dei Conti, e il passaggio sui costi della politica). Mentre c’è chi non abbandona l’idea (anche giusta) che consigli e commissioni si facciano di pomeriggio/sera.

Qual è il punto

Certamente non crocifiggere i consiglieri comunali, ultimo anello di una catena di spesa politica che ha i “veri centri di spesa” in consessi più elevati (si pensi alle Regioni). E che comunque devono percepire legittimamente la giusta corresponsione del lavoro svolto. E però, da quel che si evince, la fotografia dell’impegno è tale da togliere loro ogni alibi laddove puntano il dito contro “ben altri livelli”. Decine e decine di “sedute deserte”, di “rinvio”, di firme senza oggetto, di “consiglieri che si avvicendano senza mai raggiungere il numero legale” e di “vista l’ora si aggiorna ad altra data”, sono uno spreco. Superabile abbandonando l’idea delle commissioni permanenti. Evidentemente inutili.

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