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Lo spettro del dissesto scuote i consiglieri comunali: c’è il taglio ai costi della politica

Passano a 17 le giornate retribuite dei datori di lavoro. La delibera portata in aula altro non dice ai consiglieri di dividere le mensilità tra l'incarico consiliare e le rispettive professioni

C'è voluta la relazione shock della Corte dei Conti che avvicina l'ipotesi di dissesto finanziario per il Comune di Foggia per convincere i consiglieri comunali che forse era il caso di dare un segnale, loro per primi, sul cambio di marcia a Palazzo di Città. Ed è così che, dopo essersi caoticamente e grottescamente rifiutati anche solo di discutere di costi della politica lo scorso 14 febbraio (maggioranza e minoranza insieme, va ricordato), di fronte ad una ipotesi di crack la gran parte oggi decide di dare seguito a quella proposta portata in aula dal sindaco Landella che prevede un contenimento della spesa sul fronte dei rimborsi ai datori di lavoro. La modifica dell'art.37 passa all'unanimità dei presenti; restano fuori altri due consiglieri (tra l'altro di Forza Italia e dunque di maggioranza) interessati in prima persona dal provvedimento come Pasquale Cataneo (che, in tema di contenimento dei costi, dovrebbe anche concludere l'atteso passaggio al gruppo consiliare di Forza Italia, essendone oramai un iscritto, e lasciare la carica di capogruppo del Movimento Schittulli, carica che conferisce in generale ai capigruppo la possibilità di trattamenti orari spendere ulteriormente onerosi per le casse comunali) e Nicola Russo.

Cosa cambia. La cifra che il Comune di Foggia ogni anno spende per i suoi consiglieri è composta da due voci: il gettone di presenza, pari a 72 euro, per la partecipazione a commissione e consigli comunali; il rimborso al datore di lavoro (privato) per i giorni in cui il consigliere si assenta. Mentre la prima era già stata ridotta a 17 giornate, per la seconda sino ad oggi non vi era limite (in teoria il consigliere poteva anche non recarsi mai al lavoro, surreale). La proposta, dunque, in maniera ragionevole (e, se vogliamo, anche tardiva) ha allineato a 17 anche le giornate retribuite ai datori. Per dare una idea di quanto questa voce sia importante basta guardare i calcoli fatti dal dirigente Angelo Masciello: negli anni 2015 e 2016 (quelli in cui è entrata a regime la riforma degli enti con la riduzione del numero dei consiglieri), a fronte di una spesa in gettoni di, rispettivamente, 360mila euro e 384mila euro, vi è stato un rimborso alle aziende private di 185mila e 195mila euro.

Numeri tra l'altro parziali perché, come scriveva Masciello a febbraio, alcune aziende ancora non hanno provveduto a mandare la "bolletta". Con enormi differenze da consigliere a consigliere, ovviamente, sulla base dell'ente privato di cui si è dipendenti e del tipo di ruolo che si svolge (un dirigente, ovviamente, costa di più). Diverso per i gettoni per i quali i consiglieri possono "raggranellare" fino ad un massimo di 1200 euro, un quarto della indennità del sindaco (che è di 4800 euro lordi, 3600 euro per il vicesindaco, 2900 per assessori e presidente del consiglio). 

In buona sostanza, la delibera portata in aula altro non dice ai consiglieri: dividete la vostra mensilità tra l'incarico consiliare e la vostra professione. Ragionevole, appunto. E anche tardivo. Ma è stato fatto. Ed è un segnale importante.

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