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L’odissea delle famiglie del Palazzo Trifiletti: spedite a Orta Nova, dopo 26 anni rischiano un altro sgombero

Il 3 ottobre dovranno lasciare gli alloggi assegnati "temporaneamente" dal Comune di Foggia nel lontano 1996

Dopo più di 26 anni, non trovano ancora pace le famiglie sgomberate dal Palazzo Trifiletti di Foggia. Risale al 19 ottobre 1995 la prima ordinanza di sgombero del palazzo storico di corso Garibaldi, successivamente annoverato nella Carta dei Beni Culturali pugliesi e inserito nel 2016 tra i ‘Luoghi del cuore’ per provare a salvarlo con il censimento del Fai e strapparlo al degrado che lo ha inghiottito.

A settembre di quell’anno, i vigili del fuoco e i tecnici comunali avevano constatato lo stato di pericolosità e inagibilità dell’immobile. La copertura presentava infiltrazioni di acqua piovana e nuove lesioni alle strutture già precedentemente collassate e aggravate dalle scosse di un terremoto. Negli anni a venire si è completamente sgretolata e il tetto praticamente non esiste più. L’allora sindaco Paolo Agostinacchio firmò un  provvedimento cautelare di sgombero a carico degli occupanti dello stabile pericolante, integrato il 19 gennaio 1996.

Ma che fine hanno fatto le famiglie? Sono state spedite a Orta Nova. Il Comune di Foggia, dopo qualche mese, le sistemò “temporaneamente” in alloggi presi in locazione dalla Cooperativa 'L’Internazionale' di Altamura. Nel primo decreto si leggeva addirittura “per un periodo di 60 giorni dalla data della consegna”, poi prorogato ad un anno, “fatto presente che l’emergenza abitativa in cui versa il Comune di Foggia allo stato non ha consentito soluzioni alternative alla situazione abitativa” dei nuclei familiari. Fa specie rilevare come più di vent’anni dopo le formule utilizzate per l'emergenza abitativa siano praticamente le stesse.

I foggiani esiliati a 25 chilometri da casa a settembre del 1996 chiedevano al sindaco di prendere una decisione chiara su una definitiva sistemazione, ormai trascorsi i 60 giorni promessi. L’anno scolastico era ormai cominciato e non sapevano dove mandare i loro figli. Per di più, erano rimasti a lungo senza acqua calda e con l’autoclave rotta non arrivava proprio ai piani superiori. Il termine di scadenza per “l’occupazione temporanea” degli alloggi venne posticipato di volta in volta fino ad arrivare ai giorni nostri.

Nel 2006 era stata prospettata alle famiglie la solita soluzione tampone, anche qui niente di nuovo: avrebbero potuto fare richiesta di container, qualora lo ritenessero opportuno. Dall’Ufficio Emergenza Abitativa informavano che i lavori di installazione erano in via di ultimazione. “Nell’ambito delle iniziative volte ad alleviare il disagio dell’emergenza”, il Comune di Foggia aveva attivato, infatti, misure “tese ad accogliere le richieste” di coloro ai quali era stato assegnato un alloggio nei paesi limitrofi e che desideravano tornare in città. Le famiglie hanno rifiutato l’offerta e hanno preferito, piuttosto, presentare regolare domanda per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica. Hanno partecipato anche all’ultimissimo bando.

Ma l’odissea degli ex abitanti del Palazzo Trifiletti non finisce qui. In questi anni è sorto un contenzioso tra la cooperativa e il Comune di Foggia per canoni non versati, che si sommerebbero da più di dieci anni e che ormai avrebbero raggiunto una cifra considerevole. La proprietà, in attesa della definizione del giudizio, per il momento, dal Tribunale di Foggia ha ottenuto lo sgombero. Dopo due rinvii, il 3 ottobre le famiglie saranno messe alla porta, un’altra volta.

L’avvocato Antonio Santoro si occupa del caso e assiste legalmente dal suo studio di Orta Nova alcuni protagonisti di un calvario che sembra non finire mai. “Il Comune di Foggia sembra essersi dimenticato che ad Orta Nova esistono nuclei familiari in attesa di uno sgombero”, ha scritto in una missiva indirizzata alla commissione straordinaria che gestisce provvisoriamente l’ente, ai Servizi Sociali e, per conoscenza, al prefetto Carmine Esposito. La data si avvicina pericolosamente. I suoi assistiti, peraltro, considerati i rinnovi annuali dei contratti di locazione e per non perdere i requisiti per l’assegnazione di un alloggio Erp, hanno sempre mantenuto la residenza nel Palazzo Trifiletti, “con tutte le difficoltà del caso – evidenzia l’avvocato Santoro – Si pensi a mandare a scuola i propri figli minori o rivolgersi al proprio medico di famiglia”. E così, per anni, hanno fatto la spola tra Foggia e Orta Nova, in attesa di una sistemazione definitiva.

“Dopo 26 lunghi anni”, come rimarca il legale, non hanno mai ottenuto l’assegnazione di una casa popolare. Alcuni nuclei familiari, all’ennesimo sfratto, hanno lasciato di spontanea volontà le abitazioni. Attualmente, almeno sei famiglie hanno in mano i vecchi decreti del lontano 1996. Il tempo è passato in attesa di una soluzione che non è mai arrivata: “Queste famiglie – è l’amara constatazione dell’avvocato - sono state abbandonate a se stesse”.

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