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Doccia fredda per le famiglie dell’ex Distretto, fuori senza case: “Da qui non ce ne andiamo”

Una delegazione ricevuta dalla commissione straordinaria è stata informata dello sgombero imminente, e non ci sono alloggi

“Vogliamo una casa, da qui non ce ne andiamo”. Promettono di accamparsi davanti a Palazzo di Città le famiglie che vivono nell’ex distretto militare di Foggia. L'incubo sgombero si materializza un'altra volta. Da un mese a questa parte, la Polizia Municipale è tornata spesso al civico 2 di via tenente colonnello Attilio Muscio. Ha provveduto al censimento e, una sera, ha riferito agli occupanti che nel giro di una quindicina di giorni avrebbero dovuto lasciare l’immobile. Non immaginavano, però, che per loro non ci sarebbe stato un alloggio alternativo.

Stamattina, due rappresentanti delle famiglie dell’ex Caserma Oddone e della palazzina pericolante nella terza traversa di via San Severo sono state ricevute dalla commissione straordinaria. “Hanno detto che case non ce ne sono e a breve vengono a buttarci fuori”, racconta una delle donne. Eppure, un accordo di programma tra Regione Puglia, Comune di Foggia e Arca Capitanata per la gestione dell’emergenza abitativa e la promozione di azioni di antimafia sociale, modificato ad aprile in seguito alle rimostranze della scuola secondaria di primo grado ‘Giuseppe Moscati’, prevedeva che le famiglie fossero sistemate nei locali di due scuole dismesse.

L’ex distretto militare, così come la palazzina pericolante nel cuore di Borgo Croci, è stata dichiarata a rischio crollo ed è stata oggetto di una serie di ordinanze di sgombero. A luglio, il Consiglio di Stato si è espresso definitivamente su quelle emesse nel 2017, certificandone la legittimità. Gli abitanti vivono nella paura e sentono scricchiolare l’immobile, aggredito dalle infiltrazioni. Ci sono bambini e malati. Le mamme si rivolgono ai commissari: “La casa è un diritto, siate umani”.

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