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Cronaca

Foggia, inizia l'era Lorenzon. Obiettivo: "Lavorare in continuità, alzando l'asticella dei risultati"

Veneto, 48 anni, proviene dalla Calabria, dove ha svolto lo stesso incarico alla Scuola Allievi Carabinieri l Comando provinciale di Reggio Calabria. Raccoglie il testimone dal colonnello Marco Aquilio: "Trovo una squadra che funziona"

Raccoglie il testimone dal colonnello Marco Aquilio, che ha avuto il merito - importante - di tracciare la strada della svolta. Il nuovo Comandante Provinciale dei Carabinieri di Foggia, col. Nicola Lorenzon, sa bene che il compito che gli è stato affidato non è cosa semplice.

E, per questo, misura le parole, si riserva nei giudizi e nei commenti (“Ne riparliamo tra tre anni”, taglia corto ironicamente con i cronisti) su un territorio tanto vasto e complesso, da ogni punto di vista. Compreso quello della criminalità, sia essa comune o organizzata.

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Il suo obiettivo dichiarato è quello di “continuare il lavoro svolto finora dal mio predecessore. La continuità sarà la parola d’ordine. Qui ho trovato una squadra che lavora bene e il compito, per me più difficile, sarà quello di continuare a fare bene, alzando l’asticella degli obiettivi da raggiungere”, spiega. Veneto, 48 anni, proviene dalla Calabria, dove ha svolto lo stesso incarico alla Scuola Allievi Carabinieri l Comando provinciale di Reggio Calabria.

“Questo incarico rappresenta una bella sfida, una responsabilità che sento tutta”. Che provenga, come ultima destinazione, da Reggio Calabria - assicura - è solo un caso: “Non c’è alcuna strategia dietro, nessun collegamento diretto”, spiega. Anche se, tra le due realtà - è innegabile - non mancano aspetti comuni. “Penso all’isolamento geografico, culturale e storico in Aspromonte che, per astratto, possono ricordare quello di alcune aree del Foggiano”.

Di questo territorio, da un paio di anni al centro della cronaca e delle attenzioni del Ministero, sta studiando ogni aspetto. “L’idea che mi sono fatto è quella che leggo quotidianamente sui giornali”, spiega lasciando agli interlocutori la risposta. “Il lavoro è tanto, complesso”, continua. “Ma sono onorato di entrare in questa Squadra Stato, che si sta riformando, dove mi sono sentito subito accolto e reso partecipe. E questo promette solo buoni risultati”.

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