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Cronaca

"Non vogliamo essere dimenticati". I 100 oss "arruolati" ai Riuniti per la guerra al virus: "Ora dateci un futuro stabile"

Un plotone di 100 oss ‘in missione’ nei reparti Covid del Policlinico Riuniti si appella al premier Giuseppe Conte e al governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, chiedendo di essere assorbiti nelle strutture della provincia

L’esame più importante lo hanno superato sul campo. E non c’è concorso che tenga. “Abbiamo ampiamente dimostrato che siamo in grado di svolgere il nostro lavoro”, spiegano i circa 100 operatori socio sanitari ‘arruolati’ per l’emergenza Coronavirus, i cui contratti - somministrati perlopiù attraverso agenzie interinali - sono prossimi alla scadenza.

“Noi non vogliamo essere dimenticati”, chiedono a gran voce. “Chiediamo stabilità e un futuro per noi e le nostre famiglie”. Così un plotone di 100 oss ‘in missione’ nei tre reparti Covid del Policlinico Riuniti si appella al premier Giuseppe Conte, al governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, e a tutti i membri del Consiglio regionale. Loro, spiegano, non hanno potuto partecipare al concorso Oss indetto lo scorso anno dalla Regione perché́ la loro formazione era in itinere. “Ma abbiamo superato l’esame più difficile, quello dell’emergenza Covid-19, quella della vita e della morte”, ribattono. E chiedono di essere assorbiti nelle strutture della provincia.

“In seguito alla pandemia che ha colpito così duramente il nostro paese e alla conseguente emergenza Covid-19, è stato quasi un dovere per noi oss prestare servizio lì dove necessitava la nostra presenza e il nostro prezioso lavoro”, scrivono. “Siamo operatori socio sanitari e con orgoglio e dedizione, mettendo al bando la paura di contagiare i propri figli a casa, ci siamo svestiti del terrore per indossare gli abiti da battaglia e siamo scesi in campo. In questi mesi di emergenza durissima abbiamo affrontato difficoltà di ogni genere: il caldo asfissiante sotto le tute, le piaghe per le allergie ai guanti, il soffocamento dovuto a mascherine, nascosti e bardati senza poter bere un goccio d’acqua e senza la possibilità̀ di togliere i dpi dal viso per poter riprendere un po’ di fiato e i segni rossi sul viso prova di un lavoro di troppe ore in condizioni spietate”.

“I nostri turni sono stati scanditi dalle gocce di sudore che ci colavano sul viso, tutto questo senza lamentarci mai. ‘I pazienti prima di tutto’ è sempre stato il nostro unico mantra. Siamo approdati nel giro di pochissimi giorni in corsie approssimate e abbiamo reso onore a reparti che non erano assolutamente pronti per una emergenza di questa portata. Nessuno di noi lo era in realtà, ma è l’atteggiamento, è l’approccio ad aver cambiato le cose. Il nostro gruppo di lavoro, la nostra equipe intera, si è fatta forza sulle proprie risorse, reggendoci se uno inciampava, in modo che la squadra intera non venisse mai meno all’emergenza. Una famiglia, noi gente del Sud, una macchina perfetta”, continuano.

“Noi oss, questi oss, ci siamo proposti volontariamente accettando contratti brevissimi di agenzie interinali sconosciute, senza alcuna garanzia di rinnovo, e abbiamo prestato servizio nonostante fosse la nostra prima esperienza lavorativa, ci siamo rimboccati le maniche e alzato il mento. Non vogliamo essere elogiati per il coraggio. Non chiediamo un bonus economico in busta paga. Non vogliamo tornare nell’ombra dell’incertezza lavorativa. Noi non vogliamo essere dimenticati. Non abbiamo potuto partecipare al concorso oss indetto lo scorso anno dalla Regione perché gli enti di formazione non ci hanno formato in tempo, ma crediamo di aver ampiamente dimostrato in quest’occasione che siamo in grado di svolgere appieno il nostro lavoro di operatori socio sanitari. Crediamo di aver superato l’esame più difficile, quello dell’emergenza Covid-19, quella della vita e della morte”, ribadiscono.

“Pertanto chiediamo un riconoscimento duraturo e veritiero, un’approvazione congrua di tutta la stima dimostrataci in questi mesi, noi chiediamo stabilità. Chiediamo un posto che dia futuro a noi e alle nostre famiglie. La dimostrazione che il nostro può essere, anzi è un governo meritocratico e giusto. Questa è la nostra unica richiesta. Sappiamo benissimo che c’è un concorso da rispettare ed una graduatoria da esaurire, ma su 14mila vincitori di concorso, siamo certi che possa esserci un posto anche per un centinaio di coraggiosi oss che chiedono stabilità e un posto di lavoro nel settore della pubblica sanità”. La lettera è stata sottoscritta da 100 operatori socio-sanitari, una delegazione dei quali chiede un incontro urgente con il presidente della Regione, gli assessori e tutti i consiglieri regionali della Puglia.

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