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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca San Marco in Lamis

Strage di San Marco, carcere a vita per il basista Giovanni Caterino: c’è il sigillo della Cassazione

La condanna all’ergastolo è stata confermata poco fa dalla Corte di Cassazione

Carcere a vita per Giovanni Caterino, ritenuto il "basista" della strage di San Marco in Lamis del 9 agosto 2017.

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna all'ergastolo il 43enne, accusato di aver guidato l’auto che fece da apripista alla vettura con a bordo il comando che uccise il boss della mafia garganica Mario Luciano Romito, il suo autista Matteo De Palma e i due incolpevoli agricoltori Luigi e Aurelio Luciani. 

Poche settimane fa, il procuratore generale Nicola Lettieri, aveva rigettato il ricorso presentato dalla difesa dell’imputato (avvocato Giulio Treggiari), fissandone la discussione per oggi. 

Caterino è ritenuto il ‘basista’ della strage del 9 agosto 2017, quando nei pressi della stazione dismessa, agro di Apricena, dopo l'uccisione al boss Mario Luciano Romito e a suo cognato Matteo De Palma, furono assassinati anche i fratelli Luigi e Aurelio Luciani, testimoni oculari dell'agguato.

Arrestato il 16 ottobre 2018 (guarda il video), secondo l’accusa nei giorni precedenti alla strage di mafia e il giorno del quadruplice omicidio, avrebbe pedinato il boss Romito. Tuttavia il manfredoniano si era proclamato sempre innocente. Il 12 febbraio dello stesso anno era stato vittima di un tentato omicidio per il quale, uno anno dopo è stato arrestato il nipote di Rocco Moretti. 

I mandanti - come è emerso dalle carte dell'inchiesta Omnia Nostra - sarebbero Matteo Lombardi e Pietro La Torre (continua a leggere). La vicenda era stata ricostruita tenendo conto delle intercettazioni ambientali, dei tabulati telefonici, delle analisi gps sulla Grande Punto e del percorso tracciato da una quindicina di telecamere (l'approfondimento qui).

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