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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Arpinova / Via Manfredonia

Bracciante in bici aggredito e lasciato sanguinante a terra: "Azione razzista"

E' successo all'alba del 4 luglio, a Foggia. Vittima dell'accaduto, un migrante 18enne che andava a lavoro in bicicletta. L'episodio è all'attenzione della polizia

Bracciante aggredito e lasciato sanguinante a terra. E’ successo di nuovo, all’alba di ieri, a Foggia. L’episodio - “gravissima aggressione razzista nei confronti di una persona che andava a lavoro in bicicletta” - è stato denunciato in una nota dal gruppo ‘Campagne in lotta’ ed è all’attenzione della polizia.

“Il lavoratore - si legge - è stato avvicinato da un’auto dalla quale una persona lo ha spinto fino a farlo cadere, provocandogli varie ferite e contusioni al viso, alle mani e alle ginocchia. Nonostante la grande paura, la vittima ha avuto la lucidità di chiamare subito i suoi amici che lo hanno soccorso, è arrivata poi anche la polizia e un’ambulanza per trasportarlo in ospedale, da dove è infine stato dimesso in serata”.

“Le persone che vivono e lavorano in campagna in Capitanata non si stancano di denunciare con forza quanto accaduto, come avevano già fatto con la manifestazione dell’11 giugno. Mentre la questura, dopo l’incontro in cui i lavoratori hanno sottolineato la necessità di un intervento delle istituzioni, ha risposto con interventi sporadici e temporanei, i datori di lavoro e le associazioni di categoria continuano a tacere”, lamentano gli attivisti.

“Da un lato ci si lamenta per la carenza di forza lavoro e per i raccolti in pericolo, dall’altro si finge di non sentire le precise richieste dei lavoratori rispetto a trasporti sicuri per raggiungere i posti di lavoro, e ai documenti per poter prendere una casa in affitto, avere un contratto di lavoro regolare, accedere alle cure sanitarie. Molte persone, esasperate dalla situazione, stanno pensando di andare via e cercare lavoro altrove. Forse ci si ricorderà di queste aggressioni nelle prossime settimane, con la raccolta del pomodoro alle porte, quando le aziende non troveranno persone disposte ad essere prese a calci, pugni o sassate per andare a lavorare, spesso senza contratto e senza documenti”.

“Tutta la nostra solidarietà va alla persona vittima di questa ennesima aggressione, tutto il nostro supporto e vicinanza a chi sceglie di non stare in silenzio: la loro rabbia è anche la nostra”, concludono.

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