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Domenica, 28 Aprile 2024
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“Foggia è in condizioni pietose”. Parte l’esposto di cittadini e associazioni: "Siamo Davide contro Golia"

Dopo la diffida, caduta nel vuoto, la situazione dell'igiene urbana in città e l'affidamento all'Amiu arrivano in Procura e alla Corte dei Conti

“La città è in condizioni pietose. I cassonetti non sono a norma, non viene effettuato nessun tipo di lavaggio dei bidoni, i marciapiedi sono intasati da rifiuti che sono perennemente sulle strade perché non viene effettuato lo spazzamento”. È la fotografia della situazione dell’igiene urbana a Foggia, proprio come quella scattata questo pomeriggio in viale Michelangelo, in copertina, cristallizzata in un esposto presentato da tre associazioni di Foggia e da avvocati ed esperti del settore, in qualità di cittadini, alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti e all’Autorità nazionale Anti Corruzione.

A sintetizzarlo è l’avvocato Michele Vaira, nel suo studio, accanto ai colleghi Nicola Zingrillo e Oreste Di Giuseppe, alla presidente del comitato La Società Civile e all’attivista Francesco Strippoli. L’esposto è firmato anche da Giuseppina Cutolo, presidente di Italia Nostra, Giuseppe Potenza, presidente provinciale di Konsumer Italia, Giorgio Cislaghi e Marcello Sciagura. Il 4 gennaio scorso erano stati ricevuti dal procuratore della Repubblica Ludovico Vaccaro, al quale avevano chiesto un incontro. Hanno preparato anche il ricorso al Tar, ma stanno valutando se procedere.

Il primo punto è l’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti alla società Amiu Puglia. “Noi riteniamo che, ben lungi da quello che è stato lasciato intendere alla pubblica opinione, l’affidamento diretto non sia la norma ma l’eccezione – spiega l’avvocato Vaira - e deve sottostare a precise condizioni che nel nostro caso mancano. Riteniamo che questo affidamento non sia un atto tecnico della commissione ma politico, che ha una sua matrice, una sua paternità e che favorisce inevitabilmente la cittadinanza barese ai danni di quella foggiana”. L’affidamento, secondo gli estensori dell’esposto, non rispetta quanto disposto dall’Anac. “Il primo presupposto è la convenienza, e non è stata dimostrata. In secondo luogo, il servizio deve essere affidato ad una società affidabile, che abbia dimostrato di essere in grado di svolgere la sua attività, ed è noto a tutta la città come da nove anni la raccolta venga effettuata poco e male”.

A metà dicembre, avevano provato a presentare anche un’istanza di annullamento in autotutela della delibera commissariale di affidamento del servizio di igiene urbana, ma niente. “Non vediamo prospettive, riteniamo che questo sia un danno clamoroso per la città”, ha detto in riferimento alla scelta dei commissari. “Il Comune di Foggia, per tutti questi anni, anche durante la gestione commissariale, ha pagato fatture per questi servizi inadeguati, quando non inesistenti – prosegue Michele Vaira - In regime di successive proroghe ha continuato a pagare 1,8 milioni circa al mese, per un servizio che è via via diminuito: sono diminuiti operatori e mezzi, sono inesistenti i cassonetti, gli stessi da anni, mai cambiati”. Hanno chiesto, peraltro, di pubblicare le certificazioni dello svolgimento delle attività da parte di Amiu, a cui si fa riferimento nelle determine di pagamento.

Penna rossa anche sui dati della raccolta di carta e cartone di novembre, sballati proprio come quelli già evidenziati degli inerti. “Il dato effettivo è che la raccolta differenziata, in questi anni, è inferiore al 20%, una percentuale da terzo mondo”, aggiunge Vaira. L’ultimo paragrafo dell’esposto è dedicato all’impianto di multi selezione e trattamento meccanico di Passo Breccioso. “Viene pagato interamente dal Comune di Foggia – ricordano – ma gli utili vengono ripartiti all’80% per Bari e al 20% per Foggia”.

Ieri, una delegazione è stata ricevuta dall’Amiu, nella sede di corso del Mezzogiorno, con il nuovo presidente Paolo Pate e il direttore generale Antonello Antonicelli. “Pur ringraziando la dirigenza di averci accolto, non ritengo esaustivo l’incontro. Spero che nel futuro il loro impegno possa essere concreto”, ha affermato la presidente del comitato La Società Civile Lucia Aprile. “Siamo Davide contro Golia e siamo stati lasciati completamente soli dalle istituzioni che avrebbero dovuto tutelarci. Quello che chiediamo, da cittadini, è un servizio efficiente e una raccolta differenziata che sia degna di questo nome e l’unico modo per farlo è il porta a porta che, ovviamente, richiede un impegno da parte dell’azienda che opera, sia in termini di assunzioni che di programmazione e gestione del servizio. Impegno che questo piano industriale non prevede per nove anni”. Hanno notato tutti un certo scetticismo, anche da parte del dg di Amiu, sull’obiettivo del 65% di raccolta differenziata. Avrebbe concordato con la delegazione sull'unica opportunità derivante dal porta a porta che, però, non è previsto. 

“L’incontro di ieri, dal mio punto di vista, è stato frustrante”, ha aggiunto Francesco Strippoli, anche lui nel comitato. È toccato a lui il resoconto. Hanno appreso in quella sede che l’Amiu sta ancora lavorando con il contratto di servizio in proroga e, tra le altre cose, che a Foggia c’è solo un mezzo per gli ingombranti ed è rotto, e che nella fase a regime, che partirà dal 2025, il personale di Amiu sarà composto da 280 unità, “praticamente la situazione attuale”. Ed è lui a definire “scandaloso” che i componenti del Consiglio di amministrazione indicati da Landella non siano stati sostituiti dai commissari.

È stato coinvolto in qualità di dottore di ricerca in materia ambientale l’avvocato Oreste Di Giuseppe: “Stiamo andando incontro ad una emergenza sanitaria – ha detto riferendosi ai cassonetti rotti, maleodoranti e strabordanti - Non vogliamo fare la battaglia legale ad Amiu e ai commissari, e non abbiamo sollevato illeciti penali nel nostro esposto, sono soltanto dei campanelli d’allarme. Credo che sia lampante l’esistenza di un problema di igiene urbana di cui la Procura si dovrà occupare”. È lui ad evidenziare come le associazioni non abbiano ricevuto alcuna risposta dopo la diffida inoltrata a dicembre: “Il silenzio dei commissari fa davvero molto male”.

“Un atto come questo, che impegna 200 milioni di euro per nove anni, che non sono soldi che piovono dal cielo, sono i soldi della Tari che noi tutti paghiamo, impone di fare una riflessione approfondita che a nostro avviso è mancata”, ha aggiunto l’avvocato Nicola Zingrillo di Azione.

Vaira ha lanciato un appello alla politica che per lui è “evaporata”: “Noi oggi abbiamo una totale assenza, anche colpevole, della politica. Gli unici che ci sono stati vicini sono Rosa Barone e Mario Furore. Oggi è colpa di chi tace”.

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