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Domenica, 28 Aprile 2024
Calcio

Avellino e Juve Stabia per il riscatto del Foggia, Schenetti: "Sta a noi dimostrare di che pasta siamo fatti"

Il fantasista rossonero analizza il momento della squadra, alla vigilia della sfida di coppa Italia con l'Avellino: "È una competizione alla quale teniamo e che può darci fiducia"

Non è un momento di crisi, ma il Foggia di Cudini ha vissuto senza dubbio situazioni più serene. Andrea Schenetti, uno dei leader tecnici e carismatici della squadra, ne è conscio e sa anche che cosa serve alla squadra per venirne fuori. I 2 punti nelle ultime 4 gare di campionato sono pochi per chiunque, figurarsi per una piazza da sempre esigente come quella rossonera: "Siamo in un momento delicato, non siamo nella situazione vissuta all'inizio della scorsa stagione, però dobbiamo reagire per evitare che il momento diventi di difficoltà totale. È una linea sottile. E ora tocca a noi dimostrare di che pasta siamo fatti, di essere quelli delle prime partite e non delle ultime".

Domani arriva la prima chance di redenzione. La prima di due trasferte delicatissime in terra campana. Con l'Avellino di Pazienza c'è in palio la qualificazione agli ottavi di Coppa Italia: "Non è da sottovalutare, è una gara sentita e la Coppa è una competizione alla quale teniamo e che può darci fiducia". Poi arriverà la sfida contro la capolista Juve Stabia, sempre in trasferta: "Se sono primi dopo dieci gare non è un caso. Fino a ora abbiamo sempre affrontate le gare con le grandi al meglio. È una squadra che rispettiamo, ma siamo il Foggia. Dobbiamo reagire per la classifica, per il nostro orgoglio".

Il fantasista rossonero prova ad analizzare la cause del momento delicato. Verosimilmente, il problema non è tecnico, ma più di testa. Di certo, è un problema globale, per cui la caccia al colpevole sarebbe del tutto fuori luogo: "Tutti dobbiamo fare qualcosa di più. La cosa più sbagliata è cercare alibi o responsabilità da addossare agli altri. Nei momenti complicati a me piace che il gruppi si compatti e affronti le difficoltà con coraggio". Non si spiegherebbero, d'altronde, l'andamento ondivago delle ultime gare: "Con il Sorrento ci sono stati errori di attenzione. Nel primo tempo siamo stati poco brillanti, ma eravamo in controllo. Abbiamo preso gol su una palla rinviata e non si può prendere gol in quella maniera. Anche perché poi sei costretto a recuperare, invece se avessimo chiuso sullo 0-0 sarebbe stata un'altra partita. La concentrazione deve essere sempre alta; anche a Crotone, dopo un ottimo primo tempo è come se avessimo staccato la spina. Questo è l'aspetto su cui occorre lavorare. Dobbiamo rimanere in partita per tutti i 90'".

Poi si parla anche di tattica, dal suo posizionamento all'ormai cronica improduttività della squadra, secondo attacco meno prolifico del campionato: "Tra le linee è la posizione dove mi trovo meglio, ma dipende sempre come la squadra interpreta la partita. Posso anche giocare da mezzala e andare a inserirmi dentro le linee. È il mister che decide, ciò che conta è che la squadra abbia un gioco fluido e sia padrona del campo, poi io cerco di mettere le mie qualità al servizio della squadra. È normale che giocare dieci metri più avanti mi consente di sfruttare meglio le mie qualità".

Sull'attacco i numeri parlano chiaro: "Dobbiamo fare un'analisi approfondita. La squadra crea, ma arriviamo lì e o si sbaglia l'ultimo passaggio, o la scelta o la conclusione. In quelle situazioni deve venire fuori la qualità e la determinazione del singolo. Dobbiamo migliorare in quelle situazioni, anche perché non sempre si possono avere 7 occasioni da gol. Bisogna essere bravi a creare un vantaggio perché la partita può sempre cambiare. Dobbiamo essere più determinati e cattivi negli ultimi venti metri". C'è sicuramente anche un problema di intesa, che però va risolto presto, al di là dei legittimi alibi: "Ci sono stati degli infortuni e altre situazioni. Poi è chiaro che con alcuni giocatori come Diego l'intesa sia diversa perché lo conosco meglio rispetto agli altri. Però dobbiamo velocizzare, non possiamo restare in questa situazione tra un mese. Dobbiamo lavorarci su, essere più svegli nel capire il compagno. Il tempo passa, ormai sono tre mesi che stiamo insieme".

Con il Sorrento la sua uscita ha destato qualche perplessità, che il diretto interessato non ha nascosto a giudicare dal gesto di stizza al momento della sostituzione: "Volevo rimanere in campo e dare una mano alla squadra. Sentivo di poter dare qualcosa, volevo prendermi le responsabilità. Poi c'è stata la sostituzione e l'ho accettata, perché abbiamo tanti giocatori forti e il mister giustamente fa le sue valutazioni". E a proposito di mister Cudini, il rapporto è buono: "Capita che ci siano dei colloqui personali o con gruppi di giocatori. C'è lo scambio di opinioni, ma è sempre lui che prende le decisioni. Ed è giusto così".

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