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Sabato, 27 Aprile 2024
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Il ricordo di Federico II nei castelli della Capitanata

I castelli, testimonianza della presenza di Federico II in provincia di Foggia

Federico II di Svevia è uno dei protagonisti più controversi di tutta la storia: fu un re che per primo ha cercato di applicare il precetto della fratellanza e dell’integrazione razziale, mutuato dalle esperienze acquisite nella Palermo duecentesca. La sua grandezza è testimoniata nei resti dei vari castelli che si ritrovano anche in Capitanata.

A Lucera si può visitare il castello Svevo-Angioino, eretto da Federico II nel 1233 su di un colle ove i romani avevano costruito la loro acropoli in una posizione tale da assicurare una buona difesa. Il palazzo sorse sulle fondamenta di una diroccata cattedrale romanica e dal punto di vista architettonico si presentava come un maestoso torrione con una base quadrangolare, ancora visibile a tre piani con la parte esterna al cortile e la parte interna del terzo piano dalla forma ottagonale.

Queste caratteristiche fanno intravedere analogie con quelle di Castel del Monte. I tre piani contenevano 32 vani che ospitavano la corte e gli appartamenti imperiali. Nei sotterranei erano site le camerate per le guarnigioni. Una loggia ad archetti ciechi circondava il cortile a metà altezza, aperture romboidali e circolari si alternavano alle finestre a sesto acuto.

Una cisterna profonda 14 metri garantiva la riserva idrica, uno zoccolo quadrato, lungo 43 metri e doppio tre e mezzo, sopraelevava la galleria, nove feritoie per lato davano al palazzo l’aspetto di un bunker. Poiché il palazzo originariamente non presentava accessi dall'esterno si può ipotizzare che per accedere nel Palatium, si adoperasse un sistema di scale che erano calate dall'alto.

Un'ipotesi più suggestiva potrebbe essere la presenza di passaggi sotterranei, avvalorata dal ritrovamento, ad opera d'archeologi inglesi nel corso di questo secolo, di condotti sotterranei lateralmente alla costruzione. Questa soluzione del tutto originale ci fa pensare che essa sia stata adottata per rendere il castello meno aggredibile dall'esterno. Era una sede molto fastosa, che ospitava una delle Zecche di Stato e parte del tesoro imperiale.

Alcuni autori sostengono che una parte di questo palazzo fosse adibita a harem e ciò la dice lunga sulle abitudini del sovrano. Di esso rimane ben poco all’interno della fortezza che Carlo I d’Angiò fece erigere tra il 1269 ed il 1283. Oggi l’area che costituiva il Castello è una zona archeologica di grande prestigio perché sono visibili tracce di: capanne neolitiche, ruderi del periodo romano, paleocristiano, svevo e angioino. 

Il Castello federiciano presso Monte Sant’Angelo è la testimonianza di dieci secoli di storia, ma soprattutto di distruzioni, ricostruzioni e ristrutturazioni. La cosiddetta Torre dei Giganti, di forma pentagonale, si eleva sul lato ovest e venne eretta da Roberto il Guiscardo nel secolo XI insieme alle mura della città.

Oggi è inglobata in uno dei torrioni cilindrici dovuti all'intervento di Ferdinando I d'Aragona. Il nucleo originario, la torre pentagonale detta 'dei Giganti', è attribuito ai Normanni che, prima con Rainulfo conte di Aversa e poi con Roberto il Guiscardo, avrebbero eretto un edificio fortificato sul sito di un precedente impianto difensivo di epoca longobarda.  Al tempo di Federico II dovettero esserci interventi di una certa consistenza, e successivamente ulteriori aggiunte nel periodo angioino oltre alla sua temporanea trasformazione in prigione.

Secondo la tradizione, l'imperatore Federico II vi soggiornò per alcuni anni insieme a Bianca Lancia, e vi nacquero i figli Enzo e Manfredi. Agli Aragonesi si deve invece il decisivo ampliamento e la revisione globale delle strutture, che assunsero una conformazione in linea con i tempi e con le mutate esigenze difensive; a questo periodo appartiene il torrione di testata, a forma di carena di nave, che riporta la data del 1493. A questo Castello è legata una leggenda, perché la vita della sua amante Bianca Lancia morì tragicamente. 

Un altro castello significativo è Castel Fiorentino. Infatti, nei primi anni del Novecento lo studioso tedesco Arthur Haseloff mostro grande interesse per il ritrovato sito archeologico di Fiorentino nel corso di attente ricerche sull’architettura di età sveva nella provincia di Foggia.

Queste sue ricerche furono di grande stimolo per ulteriori ricerche archeologiche. Gli scavi archeologici svoltisi tra il 1982 e il 1992, condotti dall'Università di Bari e dall'Ecole française di Roma, diretti dai francesi Françoise Piponnier e Patrice Beck e coordinati dalla professoressa Maria Stella Calò Mariani, hanno evidenziato elementi che fanno pensare a Fiorentino come una sede importante, una vera e propria cittadella con una cattedrale, una zona urbana e, nella parte ovest, il 'Palatium' dell’Imperatore.

I resti dell'antico abitato di Fiorentino si trovano in agro di Torremaggiore, a 9 km a sud di questa Città, sull'estremo versante ovest di una collina detta dello Sterzarono: uno sperone interfluviale delimitato a nord dal Canale della Bùfola, detta anche Bufala o Bùffala, e a sud da un piccolo corso d'acqua detto il Canaletto. Raggiungibile da San Severo percorrendo la strada che porta a Castelnuovo della Daunia.

Anche a Vieste troviamo tracce di Federico II. Il castello, infatti, sorge a strapiombo sul mare, al margine dell'abitato, e venne costruito da Federico II nel 1240 come «regia fortezza», all'interno di un progetto di fortificazione costiera che annoverava numerosi castelli lungo la sponda adriatica. Tuttavia la configurazione attuale si deve ad interventi spagnoli attuati tra 1535 e 1559, durante i quali i resti della fortificazione sveva vennero inglobati e trasformati fino a perdere qualsiasi evidenza. La tradizione vuole che l'imperatore abbia soggiornato a Vieste almeno in due occasioni, nel 1240 e nel 1250, già molto se si considera che alcune tra le costruzioni da lui fatte edificare non ebbero mai l'onore di ospitarlo tra le loro mura. Attualmente adibito ad usi militari, non è purtroppo visitabile.

I castelli sono una testimonianza della grandezza di Federico II ma visitarli permette di ammirare la grandezza di un uomo che fu il precursore di ideologie future

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