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L’anello d'oro di Diomede, nella 'Necropoli Monte Pucci' l'unica traccia della sua presenza in Puglia

Una testimonianza sul Gargano, a Calenella, della presenza di Diomede

La necropoli di Monte Pucci è un sito paleocristiano situato in località Calenella, in un’area che si affaccia sul mare e sulla Pineta Marzini. Si tratta di un insediamento rupestre in cui risiedono le tracce più antiche della storia dell’area garganica.

La necropoli si compone di circa un migliaio di loculi, organizzati attorno ad almeno ventisei ipogei articolati in una serie di gallerie che sfociano in ambienti più vasti destinati al culto dei morti. Predomina il tipo di loculo rettangolare, scavato nella parte tufacea, ma non mancano quelli scavati nel pavimento o quelli più solenni ad arcosolio e a baldacchino.

La necropoli è stata individuata intorno al 1887 e poi abbandonata; quindi, riaperta parzialmente tra il 1955 e il 1963 poi, nuovamente abbandonata. Durante gli anni è stata frequentemente saccheggiata dei reperti archeologici.

Nel 2017 gli scavi la collocavano tra il IV e il VII sec d. C. ma probabilmente è stata utilizzata sin dal III secolo d.C. Nonostante l'abbandono da diversi decenni e l'espansione della vegetazione spontanea, le condizioni strutturali sono rimaste sicuramente immutate, anche se fenomeni di crollo o di erosione eolica o idrica hanno fatto sì che i processi di interramento non si fermassero.

Gli ipogei presentano varie stratificazioni con relative sepolture di diverso genere, oggetti di corredo, atipicità di alcuni elementi decorativi, materiali in vetro, bronzo, legno, la presenza di braccialetti, monili in osso, legno e bronzo, collane, orecchini, oltre a lucerne intatte. Sono state ritrovate intatte delle brocchette di vetro che potrebbero far supporre a defunti di un elevato ceto sociale. L’ipotesi è che i contenitori in vetro, avrebbero potuto contenere profumi o essenze particolari.

A distanza di oltre tre millenni dal periodo in cui si suppone si siano svolti gli eventi successivi alla guerra di Troia, riaffiora dalla terra del Gargano un piccolo monile che fornisce il primo indizio della presenza di Diomede nella terra dei Dauni e che testimonia il suo culto nelle terre del Gargano.

La leggenda narra che Diomede, dopo essere tornato ad Argo, sentitosi tradito da una moglie infedele e da sudditi ostili, fu costretto a rimettersi in viaggio; ma, a causa di una terribile tempesta, fu spinto sulle acque del mare Adriatico approdando, infine, sulle coste settentrionali della odierna Puglia.

Qui decise di fermarsi e fondò diverse città. Il destino gli designò anni di gloria e fu acclamato nella nuova patria, prima come eroe, poi come re dopo straordinarie imprese belliche. Dopo lo splendore vissuto in terra daunia giunse, infine, la morte. Le spoglie dell’eroe furono sepolte sull’isola di San Nicola, la più abitata tra le Tremiti, in un luogo mai realmente individuato nonostante una piccola grotta dell’isola venga citata, sulle guide turistiche come Tomba di Diomede.

Il reperto ritrovato è un piccolo anello d’oro di epoca romana, probabilmente risalente al primo secolo dopo Cristo: molti secoli dopo gli eventi narrati dalla leggenda omerica. L’anello in oro risulta impreziosito da un’agata blu che reca l’incisione di una figura maschile con le sembianze dell’eroe Diomede.

La scoperta, inaspettata, durante gli scavi intrapresi nella grande e dimenticata necropoli paleocristiana afferma che l’anello costituisce la prima iconografia dell’eroe, la cui figura mitica è legata all’area garganica e descrive l’incisione come raffigurante l’eroe greco Diomede che stringe in una mano il Palladio, cioè l’immagine sacra di Pallade Atena, venerata in Ilio e considerata dai Troiani e dai Greci come il più sicuro presidio per la difesa della città.

L’anello può essere considerato una traccia concreta della presenza di Diomede in Puglia ed è l’unica, fino ad oggi, che fornisca un riscontro tangibile del possibile approdo del leggendario guerriero greco sulle spiagge della Puglia garganica. Il rinvenimento meriterebbe maggiori approfondimenti, così come più spazio potrebbe essere dedicato alla eccezionale campagna di scavi che si dovrebbero condurre nella necropoli di Monte Pucci.

Si tratta infatti di un luogo la cui unicità è attestata da tutti i ricercatori, archeologi, antropologi, botanici, tecnici che hanno partecipando alla campagna di scavi.

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