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Sabato, 27 Aprile 2024
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Il paesaggio fiabesco di Accadia: le 'Gole', gli alberi secolari del bosco Paduli, il Rione Fossi e i resti di Papa Callisto II

Cosa fare e vedere ad Accadia, comune in provincia di Foggia

Abitata sin dalla preistoria, come dimostrano le grotte del 'Rione Fossi', Accadia è un Comune della provincia di Foggia a 650 metri di altitudine al confine tra la Daunia e l'Irpinia. Si trova su una collina ai piedi del Monte Tre Titoli ed è famosa non solo per il Rione dei Greci, la parte alta 'fantasma' del paese, sul quale insiste un progetto di riqualificazione di 20 milioni di euro, ma anche per gli alberi secolari del Bosco Paduli e le gole. 

La storia di Accadia

Nella fase protostorica, con l’arrivo dei dardani e degli altri indoeuropei, la collina fu adibita ad area sacrale con un tempio in onore di Eca, l’Acca Idea (o Idia), la madre, dolce (Akka) o terribile (Akkua), discesa dall’Ida, il monte simbolo della greca Troia. Secondo alcuni studiosi, nell’VIII secolo a.c., un manipolo di giovani Peligni, popolo occupante il bacino centrale dell’Aterno-Pescara, lasciò la propria terra e si stabilì tra Centra e Montuccio, dove esisteva un centro abitato denominato Accu, poi Accua.

Di Accua, occupata da Annibale durante la guerra punica, c'è la testimonianza di Livio (XXIV,20) e di Valerio Massimo (III,2,20). Da Livio si evince che essa fu espugnata dai romani nel 214 a.c.; in questo autore si legge infatti, “A pretore Q. Fabio, cui circa Luceriam provincia erat, Accua oppidum eos dies vi captum", ovvero “in quei giorni veniva presa con la forza la cittadina di Accua dal Pretore Q. Fabio al quale era stata assegnata Lucera come zona di operazione".

Valerio Massimo parla invece di Vibio, nome presente nella epigrafia accadiese, originario della città di Accua, il quale, nel 212 a.c., combattè con i romani contro i cartaginesi di Annone nel memorabile scontro presso Benevento. Dopo queste due citazioni Accua non è più nominata, ciò si spiega, secondo lo storico locale prof. Erminio Paoletta, con la sua distruzione ad opera di Silla durante la guerra sociale nel 90 a.c. tra Roma e gli alleati italici.

Distrutta Accua, i suoi abitanti si insediarono sui colli di Accadia alla ricerca di pascoli e sorgenti, dando origine a casali e borgate. Due dei villaggi acquisirono importanza, Acca Dia e Accua Torta, quest’ultimo sorgeva nelle vicinanze di Agata delle Noci, non distante dalle rovine di Accua.

Accadia inizia a svilupparsi nel periodo compreso fra il costituirsi del Ducato Longobardo di Benevento (VII secolo) e lo stabilirsi sul Gargano dei Saraceni sconfitti al Garigliano (X secolo d.c.), quando gli abitanti degli altri villaggi, esposti a guerriglie ed agguati per le invasioni da parte dei Longobardi, Bizantini e Saraceni, furono costretti a fare capo alla “università” di Accadia per i bisogni della difesa e del mercato, in quanto sorgeva in posizione strategica e diventava inespugnabile una volta circondata da mura.

Nel Medioevo Accadia rimarrà a lungo attaccata all’Impero d’Oriente contro la Longobardia beneventana. In questo periodo è inserita nella Capitanata, come testimonia l’appartenenza alla diocesi Dauna di Bovino.

Alla caduta dell’Impero d’Oriente Accadia fu feudo dei Conti Normanni di Loretello, poi degli angioini Adam de Bruyers e dei De Scotto, della regina Sancia e dei De Balzo Orsini. Accadia entrò nella leggenda durante la guerra che nel 1462 oppose angioini e aragonesi per la successione al Regno di Napoli.

La fiera cittadina oppose una eroica resistenza alle truppe di Ferrante d’Aragona per ben 19 giorni. Alla fine capitolò e il Re Ferrante ne eternerà il valore nei due ultimi pannelli della porta bronzea del Maschio Angioino di Napoli, tramandando insieme due magnifiche vedute quattrocentesche di quella che egli soprannomina 'Urbs Fortis'.

L’atto di rinascita della cittadina è stilato nel 1488 quando ne diventa feudatario Federico D’Aragona che ricolma di benefici il feudo incamerato. Dal 1496, però, inizia una girandola di feudatari e di famiglie (Brancaccio, De Stefano, Lantaro-Caracciolo) finchè nel 1675 non sopraggiungono i Recco e ottengono per il nuovo feudo il titolo Ducale.

Il Feudo passa poi ai Dentice, ultimi feudatari di Accadia. Il binomio Dentice-Accadia sopravviverà alla soppressione della feudalità nel 1806, sotto Giuseppe Bonaparte e alla caduta del Regno delle Due Sicilie. Ultimo duca borbonico fu Fabrizio III (1802-1878). Nel 1861 il paese fu riaggregato all’Irpinia, da cui era passato alla Capitanata nel 1811, per poi passare definitivamente alla provincia di Foggia il 1° febbraio 1928.

La storia, la cultura, le tradizioni, la natura, i paesaggi, la salubrità dell’ambiente, la gastronomia, l’ospitalità che caratterizzano oggi la cittadina di Accadia la rendono un luogo da visitare e da fruire in tutti i suoi aspetti.

Cosa vedere ad Accadia

Il visitarore che arriva ad 'Acchedìe', potrà ammirare diversi edifici religiosi, come la chiesa matrice di San Pietro e Paolo, datata 1098 e successivamente danneggiata dai terremoti del 1456 e del 1930. Tra i monumenti più caratteristici meritano una visita la fontana monumentale con la Torre dell’Orologio e il Santuario della Madonna del Carmine, arroccato sulla cima del monte Crispignano.

Anche il Museo civico di Accadia rientra tra le attrattive del posto; qui sono conservati i resti archeologici che narrano la storia del paese. Gli appassionati di natura e trekking possono visitare Bosco Paduli, situato a pochi chilometri di distanza dal paese, e le Gole di Accadia. 

Il borgo è rinomato per i falò di San Sebastiano, patrono del paese, che hanno luogo il 20 gennaio la processione e benedizione dei fuochi, che aprono i festeggiamenti tra degustazioni, balli folcloristici e musiche dal vivo.  Inoltre, tra le ricorrenze a carattere religioso la prima domenica di maggio si tiene il pellegrinaggio alla Madonna del Carmine, mentre a luglio la festa in onore della Madonna.

Durante il periodo estivo, invece, imperdibile è il festival di musica blues che anima il borgo per tutto il mese di luglio. In autunno il paese si tinge di uva e vino con la sagra dell'uva, mentre tra le feste paesane c'è l'Appennino Arti'nfest.

Bosco Paduli

A circa cinque chilometri da Accadia, sulla strada per Deliceto, si trova il Bosco Paduli, il cui nome deriverebbe dagli allagamenti causati dalle piene dei ruscelli che attraversano il bosco scendendo dal Monte Tre Titoli. 

La zona è caratterizzata da una vegetazione folta ed estremamente variegata, fatta di querce, cerri e roverelle; inoltre, addentrandosi nel bosco è possibile ammirare numerosi esemplari di alberi secolari che popolano il cuore dell'area naturalistica.

Non è tutto, perché anche la fauna che lo anima è molto diversificata, tra cui troviamo il gufo, il nibbio e l'allocco, ma anche la volpe, il cinghiale, il lupo e il tasso.

L'area è una delle mete ideali per trekking ed escursioni; in più, vi sono anche zone attrezzate per scampagnate, passeggiate a cavallo e pic-nic con tutta la famiglia.

albero monumentale bosco paduli accadia

Rione Fossi

Rione Fossi, anticamente 'Rione dei Greci', deve il suo nome alle grotte e abitazioni preistoriche che popolano la zona, note appunto con il nome di 'Fosse'. Si narra che in questi luoghi abitassero degli eremiti, detti 'Orfici'. Ma dove è situato? Rione Fossi si trova esattamente nella parte più alta del paese di Accadia, che domina l'affascinante e suggestivo appennino dauno.

La storia narra che la popolazione di Rione Fossi, dopo il terremoto del 1930, abbia definitivamente abbandonato questo luogo, lasciandolo disabitato. Ancora oggi è rimasta totalmente isolata dal resto del mondo e appare al viaggiatore come un luogo immerso in un silenzio assoluto e come sospeso.

Qui a Rione Fossi il tempo è come se si fosse fermato a quel lontano 1930; con le sue abitazioni medievali scavate nella roccia, le scalinate strette e i vicoli tortuosi la cittadina richiama a sé molti visitatori, che per accedere al paese devono percorrere Porta di Capo. 

Arrivati qui c'è il centro cittadino con la sua caratteristica forma a chiocciola e la meravigliosa chiesa di San Pietro e Paolo risalente all'epoca bizantina.

rione dei fossi-2

Le gole di Accadia

Le Gole di Accadia, note anche come 'Gole di Punta di Pietra', situate nel cuore dell'appennino dauno, custodiscono un meraviglioso e affascinante patrimonio naturalistico.  Riconosciuta come zona protetta, queste si presentano come due pareti di roccia calcarea ripide e bianchissime, che vengono fuori dalla vallata del Torrente Frugno.

Uno scrigno naturalistico di incontaminata bellezza. Tra le vegetazione è possibile scorgere un lago. Un ambiente misterioso e fiabesco.

Proprio questo paesaggio, così vario e vasto, favorisce la nascita di diverse tipologie di piante e arbusti. In questa zona è possibile ammirare pioppi, salici piangenti e diverse specie di orchidee. Per quanto riguarda la fauna, le Gole di Accadia sono l'habitat naturale di sparvieri, picchi, passeri solitari, tassi e cinghiali. 

Questo paesaggio protetto è davvero incontaminato e, ancora oggi, si presenta al viaggiatore escursionista come un tempo, ossia selvaggio e primitivo. Ci si può arrivare a piedi dal paese percorrendo un sentiero e facendosi guidare dagli esperti del territorio.

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La chiesa di Santa Maria dei Teutoni

A 4 km dal centro, presso contrada 'Santa Maria', c'è la chiesetta di Santa Maria Maggiore o chiesa di Santa Maria dei Teutoni, con la sua caratteristica fontana con l'edera. In principio, la struttura nacque come tempio pagano; successivamente nel 1191 entrò sotto il controllo dell'Ordine Teutonico che diede alla chiesa l'attuale nome di Santa Maria Maggiore.

Questo edificio iin muratura ha un tetto spiovente e presenta importanti epigrafi nella facciata e nella cripta; qui, inoltre, è conservato un cippo cifrato con la rappresentazione di tre busti, ossia Alessandro Severo, la madre Giulia Mamea e la moglie Sallustia, che sarebbe stata sepolta proprio all'interno della chiesa.

Inoltre, secondo la tradizione, la struttura conserva al suo interno anche i resti del pontefice Callisto II, che morì sulla via Appia precisamente il 12 dicembre 1124, mentre ritornava dalla città di Troia dove si era recato per partecipare a un concilio di vescovi e abati.

chiesa santa maria teutoni accadia-2

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