Con il suo ultimo meeting, tenutosi il 23 e 24 febbraio 2023 a Foggia, si è ufficialmente chiuso il progetto Erasmus+ di partenariato strategico 'Making our schools a better place' che ha visto lavorare insieme tre istituzioni scolastiche europee, operanti tutte nel settore della formazione permanente delle persone adulte, il Cpdpa di Lliria (Spagna), il Cpia 1 Foggia (Italia) e l’Ekath di Igoumenitsa (Grecia).

Per il buon andamento del progetto le responsabilità tra i partner sono state così delineate: il partner spagnolo ha fatto da guida e coordinatore del progetto occupandosi anche dell’aspetto finanziario; il partner italiano ha avuto l’incarico della diffusione dei risultati del progetto attraverso la creazione di una pagina Facebook e di un sito web dedicati, oltre che di un magazine multilinguistico, in cui far confluire la documentazione delle attività più significative; e il partner greco si è, invece, occupato del monitoraggio e della valutazione del progetto; ciascuno con la funzione comune di organizzare azioni didattiche all'interno della propria specificità per implementare il progetto e fare esperienza di inclusività ed emancipazione.

Come nelle intenzioni degli ideatori, il progetto ha mirato a sviluppare buone pratiche educative tra i suoi studenti adulti attraverso la collaborazione e il confronto, concentrandosi in particolar modo su due aspetti principali: l'inclusione dei migranti di diversa estrazione religiosa e culturale e l'inclusione (aiuto all'emancipazione) delle donne. Sono state scelte queste due priorità orizzontali del programma Erasmus+ per una serie di ragioni.

Le scuole coinvolte hanno lo stesso background; sono ubicate in aree con un'alta percentuale di persone a rischio; affrontano problemi di inclusione sociale ed in più espletano la loro azione formativa in ambienti altamente multiculturali, ovvero in aree urbane piccole, ma popolate da un numero sempre più crescente di immigrati.

Lavorare in sinergia su tematiche comuni in ambienti carichi di pregiudizi e intolleranze tra la popolazione locale, non è stato facile, tuttavia ciò è stato fonte di arricchimento non solo culturale e linguistico, ma anche e soprattutto di cittadinanza attiva. Siamo convinti che, se trascurata, un’azione siffatta rischierebbe di contribuire alla creazione di ghetti e all'ascesa di movimenti razzisti e xenofobi. In questo scenario le donne migranti hanno la peggio, in quanto rappresentano le fasce deboli e tendono ad occupare le posizioni più basse della società.

Tutto ciò per loro può comportare la doppia discriminazione sia etnica che di genere. L’obiettivo principale sotteso a questo progetto di collaborazione transnazionale è stato quello, dunque, di contribuire a facilitare l'inclusione dei gruppi che frequentano i corsi formativi delle tre scuole coinvolte.

Attraverso le numerose attività comuni e di apertura al proprio territorio, tutte le persone, indipendentemente dal sesso o dal background etnico, religioso o culturale, in un’ottica di inclusività, sono state messe nella condizione di farsi conoscere dall’ambiente in cui vivono, e di favorire con quest’azione la riflessione e la caduta del pregiudizio.

Inoltre, le due mobilità con docenti e studenti, una presso la scuola Ekath di Igoumenitsa (Grecia) e l’altra presso il Cpia di Foggia (Italia) hanno favorito la condivisione del lavoro svolto, il confronto di metodologie e sistemi differenti, l’apprendimento tra pari e l’accrescimento del senso di cittadinanza attiva europea.