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Sabato, 27 Aprile 2024
Scuola

Alunni con disabilità: pochi progressi sull'inclusione scolastica, c'è ancora tanta strada da fare

Il report Istat analizza a fondo tutti gli aspetti che afferiscono alla inclusione, dalla presenza di insegnanti di sostegno alla formazione specifica degli stessi, passando per i dispositivi informatici adattati per arrivare alla partecipazione degli studenti alle attività extracurriculari, come le gite.

Pochi progressi, tanta strada ancora da fare. Si può sintetizzare così l’ultimo report pubblicato dall’Istat sul tema della inclusione scolastica degli alunni con disabilità relativo allo scorso anno scolastico.

Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica gli alunni con disabilità che frequentano le scuole di ogni ordine e grado sono aumentati del 7% rispetto all’anno scolastico precedente, raggiungendo il 4,1% del totale degli iscritti. In termini assoluti la presenza di alunni con disabilità sfiora le 338mila unità.

Il report analizza a fondo tutti gli aspetti che afferiscono alla inclusione, dalla presenza di insegnanti di sostegno alla formazione specifica degli stessi, passando per i dispositivi informatici adattati per arrivare alla partecipazione degli studenti alle attività extracurriculari, come le gite.

Disabilità in aumento

Il report evidenzia come le disabilità colpiscono in maggioranza gli alunni maschi, 229 ogni 100 femmine: “Tale evidenza è in linea con le statistiche epidemiologiche che da tempo evidenziano sensibili differenze di genere in vari disturbi dello sviluppo neurologico, tra cui i disturbi dello spettro autistico e i disturbi del comportamento e dell’attenzione”.

Il problema più frequente è la disabilità intellettiva che raggiunge il 37% del totale, con una particolare diffusione nelle scuole secondarie di secondo grado. Segue il disturbo dello sviluppo psicologico che sfiora il 32% degli studenti, con un incremento notevole nelle scuole del primo ciclo, specie quella dell’infanzia (57%) dove rappresenta la problematica più diffusa. Particolarmente frequenti anche i disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione e del linguaggio, soprattutto tra gli alunni delle scuole secondarie di primo grado. La percentuale si abbassa in maniera esponenziale per la disabilità motoria (10,5%) e quella visiva o uditiva.

Insegnanti sostegno

L’analisi si sposta poi sulla carenza degli insegnanti specializzati per il sostegno. Ammontano a circa 228mila gli insegnanti per il sostegno impiegati nelle scuole statali e non, con un incremento complessivo del 10% rispetto al precedente anno scolastico. Il rapporto alunno-insegnante è pari a 1,6 alunni per ogni insegnante di sostegno (fonte Miur), dato migliore a quello previsto dalla Legge 244/2007 che raccomanda un rapporto pari a 2. L’Istat rileva che il 30% degli insegnanti di sostegno sono stati selezionati dalle liste curriculari: in parole spicce, si parla di insegnanti impiegati nel sostegno pur non disponendo di una formazione specifica e che vengono utilizzati per fronteggiare la carenza di figure specializzate. Un fenomeno molto più frequente nelle regioni del Nord dove la percentuale sfiora il 42%; al Centro raggiunge il 33,5%, mentre scende al 15,3% nel Mezzogiorno. Il Piemonte è la regione con la più alta percentuale di insegnanti selezionati dalle liste curriculari, quasi uno su due in totale, con una percentuale che supera il 50% per le scuole secondarie di primo grado. In Puglia, invece, si attesta al 20% il dato degli insegnanti non specializzati, percentuale che cresce nelle scuole del primo ciclo (26% scuola dell’infanzia e 23% scuola Primaria), dati comunque inferiori alla media nazionale.

La ‘precarietà’ degli insegnanti di sostegno è confermata anche dal dato della discontinuità del rapporto alunno-insegnante: quasi il 60% degli alunni con disabilità nell’anno scolastico 2023/24 ha cambiato insegnante di sostegno rispetto all’anno precedente. La percentuale schizza addirittura al 75% per le scuole dell’infanzia. C’è, inoltre, una percentuale affatto trascurabile (il 9%) di alunni che hanno cambiato insegnante di sostegno nel corso dell’anno scolastico stesso.

Se al Sud si attinge meno alle liste curriculari, meno incoraggianti sono i dati relativi agli assistenti all’autonomia e alla comunicazione. Sono più di 68mila in Italia, il 4,5% dei quali conosce la lingua italiana dei segni (Lis): “Sono operatori specializzati, finanziati dagli enti locali, la cui presenza è finalizzata a migliorare la qualità dell’azione formativa, facilitando la comunicazione e l’interazione dello studente con disabilità e stimolando lo sviluppo delle sue abilità nelle diverse dimensioni dell’autonomia”.

A livello regionale il gap tra Centro-Nord e Sud appare piuttosto marcato. Nelle Marche si registra il miglior rapporto tra assistenti all’autonomia e numero di alunni (2,9). Il dato sale al Sud con punte massime in Campania dove la soglia di alunni con disabilità per ogni assistente raggiunge un valore di 9,5. La Puglia fa registrare il quarto valore peggiore, con una presenza di 6,1 alunni per ogni assistente.

Postazioni informatiche

Buoni risultati la Puglia li fa registrare per quanto riguarda le postazioni informatiche adattate. In Italia è del 73% il dato relativo alle scuole primarie e secondarie che dispongono di postazioni adatte alle esigenze degli alunni con disabilità. La Puglia ha la terza dotazione maggiore in Italia (76,8%) dietro solo alla provincia autonoma di Trento (80,6%) e all’Emilia-Romagna, che guida questa graduatoria con l’81,1%. Il dato della Puglia è una eccezione rispetto all’andamento del Mezzogiorno tutt’altro che incoraggiante. Una scuola su tre definisce insufficiente la dotazione di postazioni informatiche.

La Puglia non riesce a replicare le stesse percentuali per quel che concerne la presenza di postazioni informatiche in classe: “Per favorire una didattica inclusiva è importante che le postazioni informatiche, adattate alle esigenze degli alunni con disabilità, vengano collocate all’interno della classe. Il loro posizionamento in ambienti esterni impedisce la didattica insieme al gruppo dei coetanei e limita le relazioni tra i ragazzi”. Da questo punto di vista, la risposta delle scuole pugliesi è modesta: la regione è infatti fanalino di coda in Italia con il 37% di scuole dotate di postazioni informatiche in classe.   

Barriere fisiche e sensoriali

Interessante anche il dato relativo alle barriere fisiche, che più di tutti evidenzia i tanti passi in avanti che ancora devono essere compiuti verso una inclusione scolastica di qualità. La Valle d’Aosta è l’unica regione in cui il numero di scuole accessibili supera nettamente quello delle scuole non accessibili per quel che concerne le barriere fisiche (73,7%). Sostanziale equilibrio in Puglia, con una percentuale di scuole non accessibili che sfiora il 43%. Pessimi i risultati relativi alle barriere sensoriali per ciechi/ipovedenti e per sordi/ipoacusici, problematica che accomuna un po’ tutte le regioni italiane. In Puglia l’83,5% delle scuole non presentano mappe a rilievo e percorsi tattili oppure dispongono soltanto di uno dei due dispositivi. Il 70% delle scuole pugliesi, invece, non dispone di segnalazioni visive per l’esodo forzato destinate agli alunni con disabilità uditiva. Secondo l’Istat nel 50% l’ascensore è assente o non è a norma; il 35,6% del servoscala interno è assente o non a norma. Anche i servizi sono deficitari: il 26,5% dei bagni non è a norma.

Gite

In tema di inclusione, consentire la partecipazione degli alunni disabili alle attività extracurriculari e alle uscite didattiche brevi, è un elemento tutt’altro che marginale. A livello nazionale l’87% degli alunni con disabilità partecipa alle uscite brevi, ovvero le gite che non prevedono pernottamento. La quota scende all’81% per le scuole superiori, mentre sale oltre il 90% per il ciclo primario. La situazione cambia quando le gite durano più di un giorno e includono il pernottamento. Ed è lì che la percentuale di partecipazione degli alunni con disabilità si abbassa drasticamente. Solo il 32% degli alunni partecipa, dato che quasi si azzera per gli alunni più piccoli. La situazione peggiore si verifica nelle regioni del Sud: solo il 21% degli alunni con disabilità partecipa alle gite con pernottamento, dato percentuale ben più basso di quello che fanno registrare le regioni del Nord (38,5%) e Centro (39,4). Nelle scuole secondarie del Mezzogiorno un alunno su quattro partecipa, rapporto che scende per le scuole del ciclo primario. Va però evidenziato che la percentuale maggiore delle rinunce (sia per le gite con pernottamento che per quelle di un solo giorno) è legata alla condizione di disabilità.

Attività motoria

C’è molta più inclusione nelle attività motorie. Supera il 91% la percentuale di alunni che partecipano. Il motivo principale della mancata partecipazione è legato quasi sempre alla condizione della disabilità, mentre nel 4% dei casi manca una figura di supporto. Tra le cause si rileva anche, per le scuole secondarie di II Grado del Mezzogiorno, un 7,4% di mancata partecipazione legata alla non accessibilità dei locali. Per le attività sportive diverse da quelle rientranti nel piano curricolare, invece, il 21% degli alunni prende parte, con una maggiore quota di partecipazione nelle scuole secondarie di Primo Grado. Anche per questo dato persiste una differenza tra Centro-Nord e Mezzogiorno: solo il 17% degli alunni con disabilità partecipano alle attività nelle scuole del Mezzogiorno. 

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