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Domenica, 28 Aprile 2024
Salute

Record di pugliesi a letto con l’influenza nelle feste, picco mai visto: “I virus hanno fatto il botto”

Sale ancora il numero di casi di sindromi simil-influenzali. Incidenza in aumento soprattutto nei bambini al di sotto dei cinque anni

La Puglia ha raggiunto la soglia di intensità alta dell’incidenza delle sindromi simil-influenzali e si colora di rosso nella mappa della Sorveglianza Integrata dei virus respiratori RespiVirNet, coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il ministero della Salute.

L’ultimo rapporto settimanale del 29 dicembre, segnala 1.601 casi in Puglia tra il 18 e il 24 dicembre. Sono 69 i medici e pediatri che hanno inviato i dati, con un totale di assistiti pari a 93.531. L’incidenza si attesta, dunque, al 17,12%.  

Il numero più alto di casi (848) si registra nella fascia 15-64 anni, ma l’incidenza più alta, pari al 32,58%, riguarda la fascia 0-4 anni.

In tutte le regioni italiane, il livello di incidenza delle sindromi simil-influenzali è sopra la soglia basale, tranne in Basilicata. Quattro regioni hanno superato la soglia di entità ‘molto alta’ dell’incidenza (Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Campania).

La curva epidemica delle sindromi simil-influenzali - segnalano dal Dipartimento Malattie Infettive dell’Iss - mostra un valore dell’incidenza mai raggiunto nelle stagioni precedenti dal 2009 ad oggi.

Tra i virus influenzali, quelli di tipo A risultano prevalenti (98,5%) rispetto ai virus di tipo B e appartengono per la maggior parte al sottotipo H1N1pdm09.

A commentare i dati è l’epidemiologo e consigliere regionale Pier Luigi Lopalco: “Un picco mai registrato prima. Mai viste tante sindromi influenzali: non nell'anno della pandemia H1N1 (2009), non nel 2017-18, anno record dell'ultimo periodo. Non sorprendiamoci, dunque, se i pronto soccorso in tutta Italia sono sotto pressione, i reparti pieni di pazienti e - ahimè - tanto personale sanitario in malattia a causa dell'influenza & C”.

Il ministero, osserva, “cerca di correre ai ripari con open-day vaccinali e decreti di estensione dell'obbligo all'uso di mascherine nei reparti. Interventi deboli e tardivi. La prevenzione si chiama così perché deve intervenire prima dei guai”.

E così dispensa tre consigli e semplici regole per “limitare i danni nella nostra stretta cerchia di amici e parenti”: “Non è tardi per vaccinarsi: il picco dei contagi non è ancora arrivato e comunque questa ondata durerà almeno fino a febbraio. Il vaccino contro l'influenza in un braccio e quello contro Covid19 nell'altro”, è il primo punto.

“Se abbiamo sintomi simil-influenzali stiamo a casa e rinunciamo alle riunioni familiari – prosegue l’epidemiologo - Se visitiamo persone particolarmente fragili comportiamoci come facevamo in piena pandemia: mascherina ed alcolgel. Se portiamo il virus in casa di una persona cagionevole gli effetti potranno essere gli stessi di due o tre anni fa. Detto questo, a Capodanno possiamo evitare di usare i botti: facciamo bene ai nostri amici a quattro zampe e all'ambiente – conclude - Tanto il botto l'hanno già fatto i virus”.

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