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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Alleanza SI-Pd, per la federazione foggiana è tutto da rifare: ”Sbagliato un accordo politico senza M5S”

Sinistra Italiana Capitanata evidenzia come il quadro sia mutato dopo l'uscita di Calenda dalla coalizione

L’accordo con Pd, Europa Verde e Azione non andava giù alla Sinistra Italiana di Capitanata. Ora che Calenda si è tirato fuori, lo scenario è mutato ed è tutto da rifare secondo la federazione foggiana, ancora restia ad un accordo politico con il Partito Democratico. “Non è un’opposizione ottusa e localista – chiarisce il segretario provinciale di SI Mario Nobile - L’intera forza politica, in questo momento, si sta interrogando su come riaggiornare la propria discussione. In ragione della presenza di Calenda, c’era un accordo meramente tecnico. Per fare un accordo politico, anche solo con il Pd, dobbiamo ridiscuterlo”. Del resto, negli ultimi tempi le posizioni sono state finanche divergenti.

Se ci fosse il Movimento 5 Stelle sarebbe diverso: “A me sta bene andare in coalizione con il Pd, purché ci sia il M5S, come riproposizione del Governo Conte 2 – afferma l’avvocato Mario Nobile – se il Pd decide unilateralmente di far fuori il Movimento 5 Stelle, cambia le regole del gioco rispetto alla coalizione che avremmo dovuto costruire”.

La federazione della provincia di Foggia di Sinistra Italiana aveva sottoscritto, in primo luogo, già una settimana fa, un documento in cui oltre 300 militanti e dirigenti del partito chiedevano la Consultazione nazionale delle iscritte e degli iscritti per ratificare o bocciare le decisioni dell’Assemblea nazionale, e aveva sostenuto, prima delle evoluzioni delle ultime ore, il dispositivo alternativo alla proposta del segretario nazionale Nicola Fratoianni, che prevedeva una coalizione tra Sinistra Italiana, eventualmente Europa Verde e M5S e le altre forze che si oppongono all’Agenda Draghi. Con 81 voti a favore su 132 votanti, il 6 agosto l’Assemblea nazionale aveva approvato il documento del suo leader in cui gli dava mandato di “verificare la possibilità di stringere un accordo con il Partito Democratico sui collegi uninominali, tale da contrastare con la massima efficacia possibile la forza elettorale della coalizione di destra, di lavorare perché tale accordo sia esteso anche al M5S”, confermando l’alleanza con Europa Verde-Verdi. Non si menzionava Azione di Carlo Calenda. Secondo il segretario provinciale Mario Nobile, anche quella mozione va ridiscussa, alla luce delle ultime evoluzioni. 

La Consultazione nazionale delle iscritte e degli iscritte per validare o bocciare la decisione dell’Assemblea nazionale è confermata?

Si farà perché è prevista dallo Statuto, ma il quesito su cui si stava per convocare nella giornata di lunedì o, al più, di martedì, è superato in conseguenza dell’annunciata uscita di Carlo Calenda dalla coalizione con il Pd, perché è superato il dispositivo votato dall’Assemblea nazionale. Quindi la consultazione si farà allorquando, così come prevede lo Statuto che chiede un quesito chiaro, ci sarà un quadro più chiaro delle alleanze possibili.

L’intera federazione di Sinistra Italia della Capitanata era contraria all’accordo o anche a livello locale le posizioni sono diverse?

L’intera federazione di Sinistra Italia della Capitanata era contraria all’accordo con Pd e Azione. Il quadro politico è mutato. La rottura annunciata tra Calenda e il Partito Democratico determina una fibrillazione e una scossa tellurica ovunque. Dentro Sinistra Italiana, chiaramente, perché voleva compiere, nelle intenzioni del segretario nazionale – secondo me errate – un accordo tecnico con il Pd e con Calenda per strappare quanti più uninominali possibili alla destra. Adesso, questo accordo tecnico viene meno, perché una coalizione composta semplicemente da Pd, Sinistra Italiana ed Europa Verde vincerà pochissimi collegi, in quanto, con la perdita dei voti di Calenda, avrà meno chance di contenderli alla destra. Venendo meno l’accordo tecnico tra Pd e Sinistra Italiana, c’è un problema per Sinistra Italia. Venendo meno l’accordo politico tra Pd e Azione, torna in auge l’ipotesi che il Partito Democratico decida di andare da solo, non in forma di coalizione ma di partito federato, con al proprio interno già Articolo Uno e Demos e, perché no, anche Di Maio al quale pure era stato offerto il diritto di tribuna e senz’altro Bonino. Essendosi modifcato strutturalmente il quadro, tutte quante le forze politiche, a cascata, hanno la necessità di aggiornare la propria riflessione. Ce l’ha sicuramente Sinistra Italiana: dovremo rifare i passaggi democratici cioè, nello specifico, l’assemblea nazionale, rivotare un dispositivo e sottoporlo alla Consultazione nazionale degli iscritti. Lo farà, sicuramente, anche il Partito Democratico che, immagino, abbia convocato i suoi organi ad horas, perché deve capire se confermare la coalizione con Sinistra Italiana, Europa Verde e Di Maio, andare da solo o tentare un riaggancio con Calenda.

Ma dopo lo strappo con Carlo Calenda, per voi l’accordo con il Pd ed Europa Verde si potrebbe fare?

Il mandato che l’Assemblea nazionale aveva fornito al segretario nazionale e che doveva essere validato o bocciato dall’assemblea nazionale degli iscritti prevedeva esplicitamente una coalizione tecnica con Pd e Calenda. Questa coalizione non c’è più. Sinistra Italiana ha la necessità di riaggiornare la propria discussione e definire nuovamente se ci vuole stare in una coalizione con il Partito Democratico, in questo caso, su una base politica, il che per me e per noi di Foggia è sbagliato, perché noi politicamente non abbiamo nulla a che fare con il Pd nazionale che è stato il più draghista dei partiti di Draghi, mentre noi siamo stati i più oppositori degli oppositori di Draghi.

Il segretario nazionale, alla luce del mutato quadro, potrebbe ascoltare la voce della base che non condivide l'accordo?

La discussione che andrà fatta nel partito sarà molto semplice. Vogliamo fare un accordo politico con il Partito Democratico? Su questo Sinistra Italiana si deve interrogare. Io credo che sia sbagliato perché, lo dico già da tempo, l’affinità politica più forte che Sinistra Italiana ha nel quadro politico nazionale è con il Movimento 5 Stelle. Quindi, se poteva avere un senso, anche se non lo condividevo, un'alleanza con Pd e Calenda per prendere più voti nei collegi uninominali e toglierli alla destra, se non esiste più questa alleanza, perché un accordo politico si può fare con il Pd, con cui siamo stati in contrasto nell’ultimo anno e mezzo, e non con il Movimento 5 Stelle, con cui pure siamo stati in contrasto, ma che si è dimostrato determinante per la caduta del governo Draghi? Su questo discrimine si dovrà aprire una partita politica, e su questo si dovrà decidere.

Se il segretario nazionale Nicola Fratoianni dovesse proporre di perseguire la strada dell’accordo con il Pd e dovesse passare la sua linea, come vi comporterete?

Sono un dirigente nazionale e provinciale del partito, ho una comunità sulle spalle e ho la responsabilità di portare avanti le attività del partito fin quando non si arriverà ad un momento di quiete, che ci sarà inevitabilmente il 26 settembre. Solo allora si tireranno le somme. Chi si dimette prima della elezioni è uno sconsiderato e non è un dirigente politico.

Ma seguirete la linea in campagna elettorale in quel caso?

Il partito provinciale, che ha dei suoi organismi, si organizzerà e deciderà quale linea tenere perché, essendoci una differenza sostanziale dal punto di vista politico, non sarà così semplice organizzare le liste.  

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