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Psr, la Regione 'tranquillizza' chi ha già incassato i finanziamenti. Di Gioia attacca: "Possibile solo producendo debiti fuori bilancio"

Dopo l'annullamento della graduatoria misura 4.1.a da parte del Tar, è scontro tra l'ex assessore e i funzionari della struttura regionale Nardone e Fiore: "L'eventualità che i finanziamenti siano confermati è realizzabile solo con una riscrittura della graduatoria o con la produzione di debiti fuori bilancio"

"È importante ricordare che la graduatoria annullata era stata determinata dalla Regione, in sostituzione della precedente del novembre 2017, sulla base di verifiche operate in attuazione di quanto disposto dalle ordinanze del settembre 2018 emanate dello stesso TAR Bari nell’ambito di un precedente ricorso. La graduatoria annullata, tra l’altro, era stata 'legittimata' dallo stesso TAR con una successiva sentenza sulla parallela Sottomisura 6.1", è quanto dichiarano il direttore del dipartimento agricoltura Gianluca Nardone e l'autorità di gestione Rosa Fiore, in merito alla sentenza del Tar di Bari, che ha accolto il ricorso di alcune imprese agricole, annullando la graduatoria emanata ad aprile 2019 dei progetti candidati al finanziamento con la operazione 4.1.a del Psr Puglia 2014-2020.

"La sentenza odierna impone alla Regione Puglia la verifica del dato dichiarato dalle imprese relativo all’incremento di reddito (oggetto del ricorso) per tutti i 3.212 progetti presentati, diversamente da quanto indicato dalle citate ordinanze del 2018 che limitavano l’accertamento a soli 764 progetti, con conseguente rideterminazione della graduatoria. È opportuno chiarire - precisano Nardone e Fiore - che la sentenza non avrà conseguenze per coloro a cui sono stati già concessi i finanziamenti. La Regione pienamente consapevole della importanza di sostenere le imprese agricole pugliesi, ancora più in questa delicatissima fase della vita economica e sociale del mondo intero, e della assoluta necessità di superare l’empasse su questo fondamentale strumento di finanziamento, darà immediata attuazione alla sentenza del TAR. L’Autorità di Gestione del PSR sta già provvedendo ad una riorganizzazione delle risorse umane disponibili per poter far fronte a questo ulteriore impegno con la massima celerità. Al contempo, però, si sta valutando – senza alcun pregiudizio per gli agricoltori già ammessi a finanziamento e prossimi alla ammissione – di appellare la sentenza al Consiglio di Stato, per ottenere una pronuncia definitiva”.

Ma se i due funzionari tranquillizzano i beneficiari del finanziamento, un po' meno ottimistica è la visione dell'ex assessore all'agricoltura Di Gioia: "Vorrei che fosse chiaro fino in fondo: mentre restiamo in attesa di altre sentenze su argomenti egualmente sensibili in tema Psr, il Tar Puglia ha smontato le modalità di valutazione che hanno originato la graduatoria definitiva della misura 4.1.a del PSR chiedendo alla Regione di riscrivere l’elenco dei beneficiari previa una nuova e più completa istruttoria. Questo significa far cadere tutti gli atti emanati a seguito di un provvedimento illegittimo. Atti che a mio avviso avevano solo una funzione propagandistica. Questa premessa stride fortemente con le dichiarazioni della struttura regionale che ha dichiarato, in sintesi, che chi ha fatto gli investimenti sulla base di un impulso amministrativo della Regione non ha nulla da temere e sarà indenne da problemi. Questa eventualità non è nella disponibilità di chi ha scritto.  
Per realizzare questo buon proposito infatti ci sono due modalità, entrambe pericolose.
La prima è di riscrivere la stessa graduatoria. Ma questo mi pare pericoloso affermarlo prima delle nuove attività valutative. La seconda è stabilire che la Regione pagherà con risorse del bilancio autonomo gli investimenti di tutte quelle aziende che si trovano in graduatoria ma che non ne avevano diritto e che nel prossimo provvedimento non saranno collocate in posizione utile. Questa seconda ipotesi è sconcertante. Produrre debiti fuori bilancio rivenienti da scelte scellerate e sbagliate non mi trova concorde. E’ aberrante che una struttura tecnica, ventriloqua di quella politica, prefiguri impunita esborsi a valere sul bilancio autonomo al solo fine di coprire errori madornali e costosissimi per la comunità. Sarebbe stato meglio tacere".

Non si è fatta attendere la controreplica di Nardone e Fiore: "Siamo costretti, nostro malgrado, a replicare al consigliere di Gioia per evitare che un nostro silenzio sia valutato come una conferma delle sue considerazioni. Non abbiamo potuto tacere perché avvertivamo l'esigenza di offrire risposte concrete a tutti coloro che chiedevano di sapere quali fossero le implicazioni di una sentenza attesa con ansia dall'intero mondo agricolo. Sulla base dei dati a nostra disposizione, delle analisi di sensitività condotte, delle risorse disponibili ora e nel prossimo futuro abbiamo offerto una valutazione che riteniamo realisticamente possa realizzarsi senza dover ricorrere a debiti fuori bilancio o altre spiacevoli soluzioni. Nei prossimi giorni cercheremo di essere più precisi anche riguardo ai tempi previsti per portare a termine le richieste poste dal TAR. Spiace - concludono - che il consigliere di Gioia, con cui abbiamo fatto insieme un cammino importante, possa pensare di noi quello che scrive".

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