rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

“Consiglio illegale”. Mainiero abbandona l’aula e ricorre al prefetto: “Atti illegittimi”

Il consigliere comunale di opposizione ha posto una pregiudiziale - bocciata - per annullare le deliberazioni della prima seduta che giudica nulla

“Questo Consiglio è illegale per quel pastrocchio prodotto nella prima seduta. È grave, fermatevi”. Sono le parole, pesanti, pronunciate dall’ex candidato sindaco civico Giuseppe Mainiero, il consigliere più scomodo dell’opposizione, prima di abbandonare l’aula e percorrere meno di centro metri per andare dritto in Prefettura.

Lo ha detto e lo ha fatto. Aveva annunciato che se la sua pregiudiziale non fosse stata accolta si sarebbe recato dal prefetto per sottoporre a lui gli atti che considera illegittimi.

“Prendete un momento di riflessione, fate leggere le carte a qualcuno che le capisce”, ha detto in uno dei suoi interventi rivolgendosi a sindaca e Giunta. Si è scagliato contro la segretaria generale del Comune di Foggia, Maria Giuseppina D’Ambrosio, mettendo in discussione il suo operato.

La pregiudiziale di legittimità della convocazione del Consiglio comunale è stata depositata pochi minuti prima della riunione. Consta di 18 pagine.

In estrema sintesi, il commercialista chiedeva l’annullamento di tutte le deliberazioni della prima seduta che, secondo la sua tesi, “si è svolta in una condizione di palese illegittimità”. Sostanzialmente proponeva una revoca in autotutela degli atti prodotti dall’amministrazione.

Il consigliere comunale contesta che non siano state messe a disposizione le proposte di delibere almeno 48 ore prima della seduta, come statuito dal regolamento, né tantomeno il decreto di nomina della Giunta.  

Ma sarebbe soprattutto la partecipazione alla seduta degli assessori nominati, che hanno contribuito alla formazione del quorum strutturale, a inficiare la legittimità degli atti, sempre secondo quanto teorizzato da Mainiero. E questo perché il sindaco, nel primo Consiglio, non si limita a comunicare una “intenzione”: “Ciò che si deve comunicare al Consiglio, ovviamente, non è una proposta di nomina rivolta a semplici candidati assessori, ovvero una nomina sospensivamente condizionata all’eventuale accettazione”, spiega nella sua pregiudiziale.

Alla chiamata della sindaca che ha chiesto agli assessori di raggiungerla nei banchi a loro assegnati, prima ancora di leggere il decreto, i diretti interessati hanno risposto senza indugi, e questa circostanza, secondo Mainiero, “dimostra che i consiglieri, nominati assessori, conoscevano ed avevano accettato prima della seduta consiliare l’incarico ricevuto e, rispondendo ad un invito rivolto indistintamente agli ‘assessori’, davano formale ufficialità al proprio ruolo”.

Sul numero degli assessori, poi, continua ad eccepire che la sindaca Maria Aida Episcopo non abbia rispettato lo statuto, riducendo la Giunta a otto membri.

Stando al ragionamento di Mainiero, il Consiglio comunale avrebbe dovuto ricostituire prima il suo plenum. Parla di un “pastrocchio giuridico” inanellato che “sta trascinando l’ente nella nullità degli atti”.

Arriva ad adombrare il sospetto che ci fosse una precisa strategia per incassare prima i voti sull’indicazione della Presidenza del Consiglio comunale anche da parte dei consiglieri nominati assessori.

Per circa due ore, la massima assise è rimasta impantanata nella discussione sulla pregiudiziale.

La segretaria generale, chiamata ad esprimere un parere dal capogruppo del Pd Pasquale Dell’Aquila, non ha ravvisato vizi tali da invocare l’annullamento degli atti.

Il consigliere comunale M5S Francesco Strippoli, in buona sostanza, ha accusato Mainiero di tenere in ostaggio il Consiglio con le sue argomentazioni, o cavilli, come li definirà qualcun altro, impedendo ai consiglieri di occuparsi dei problemi della città. A tal proposito, il civico Nunzio Angiola ha pregato la maggioranza di non scadere nel populismo, invocando la necessità di affrontare ben altri problemi, quando si parla di “questioni giuridiche sostanziali e rilevanti che attengono al rispetto della legge”.

I civici – Mainiero, Angiola, Stefania Rignanese e Antonio De Sabato – hanno votato a favore della pregiudiziale, il centrodestra si è astenuto, la maggioranza ha votato contro. Del resto, l’ex candidato sindaco Raffaele di Mauro ha evidenziato come non ci fosse stato il tempo materiale di approfondire la pregiudiziale, arrivata solo a pochi minuti dalla seduta (“Mainiero soffre della stessa patologia dell’ultimo minuto della sindaca”).

La proposta è stata respinta. Ma il consigliere comunale è pronto a rivolgersi al Tar. Prima del voto sulle surroghe, Giuseppe Mainiero, ha sollevato una presunta causa di incompatibilità per Italo Pontone (Pd), amministratore al tempo del fallimento di Amica e oggi coinvolto nel contenzioso con la curatela. Ravvede un conflitto di interessi.

“Non ho alcun contenzioso con il Comune di Foggia”, precisa al riguardo il diretto interessato, visibilmente piccato durante l’intervento del consigliere di minoranza.

Come preannunciato alla vigilia del Consiglio, Giuseppe Mainiero non molla. Ha votato contro le surroghe e solo allora, con un faldone sottobraccio, è uscito di scena, con un coup de théâtre che qualcuno, sottovoce, ha bollato come uno show.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

“Consiglio illegale”. Mainiero abbandona l’aula e ricorre al prefetto: “Atti illegittimi”

FoggiaToday è in caricamento