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Un impianto a biomasse a Borgo Eridania: "a che prezzo per la salute e l'ambiente"?

Interrogazione urgente a Landella e Miranda da parte dei consiglieri comunali di Foggia, Domenico Rizzi, Luigi Buonarota e Marcello Sciagura

Sulla realizzazione dell'impianto a biomasse a Borgo Eridiana, i consiglieri comunali di minoranza Luigi Buonarota, Marcello Sciagura e Vincenzo Rizzi, hanno presentato un'interrogazione urgente al sindaco e al presidente del Consiglio comunale, per "sapere se e quali atti l’amministrazione comunale intende intraprendere al fine di salvaguardare l’ambiente, la salute della gente e il lavoro dei foggiani" rispetto "a questa scriteriata azione di consumo territoriale per una produzione energetica, incentivata dallo stato, con ritorni economici solo per le aziende produttrici di energia".

Si legge nella premessa dell'interpellanza.

"La società Enterra  S.p.A. con sede in Orio al Serio (Bg), ha presentato in data 05/04/2007 alla regione Puglia ai sensi degli art. 7 ed 8 della legge n° 241/1990, istanza per il rilascio dell’autorizzazione unica per la costruzione di un impianto per la produzione di energia elettrica scaturente dalla combustione di biomasse vegetali solide (sansa vergine, cippato di legno, vinacce e residui di potature) per una quantità di oltre 100.000 t/a, con potenza nominale pari a  15 Mwe, in cui non si prevede, nella prima fase, la cogenerazione da realizzare nel sito del dismesso  complesso industriale dell’ex Eridania, su una superficie di 20.000 mq. ubicato in agro di Foggia - località Rignano Garganico Scalo. Collocata nelle immediate vicinanze di una direttrice importante e trafficata come la Statale 16 tra Foggia e S. Severo.

La deliberazione di G.R. n° 35/2007, al punto 2.1, prevede accordi tra il proponente e l’ente locale finalizzati alla valorizzazione e riqualificazione delle aree territoriali interessate, compreso un contributo allo sviluppo e tutte quelle misure atte a compensazione degli “eventuali” impatti dell’impianto e delle criticità ambientali territoriali.

Il progetto dell’impianto in parola – evidenziato dall’impatto sull’economia in fase di realizzazione; - l’impatto socio-economico in fase di gestione, “segue” gli indirizzi e le linee guida regionali espresse nel PEAR e in recepimento, dal P.E.AC.  del comune di Foggia approvato con delibera del C.C. n° 34/2008, i quali puntano sullo sviluppo di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili all’interno di una regolamentazione e razionalizzazione regionale chiaramente espresse dalla deliberazione di G.R. 35/2007. Si evidenzia,  come criterio di essenzialità  per l’approvazione del progetto da parte della G. C. n° 88/2009, il riferimento ai dettami della legge Regionale n° 31/2008 e in particolare  all’ art. 4, in ragione dell’adozione del proponente della ”filiera corta” quale elemento imprescindibile per l’approvvigionamento locale della risorsa combustibile alternativa prescelta per il  funzionamento della Centrale.

Tali impianti vengono definiti dalla Comunità Europea, impianti da fonti rinnovabili, in riferimento alla legge 2001/77 recepita dall’Italia con la legge 2003/387 e devono sottostare alla normativa comunitaria 2003/87, successivamente integrata e modificata con la Direttiva 2004/101, la Direttiva 2008/101, dalla Direttiva 2009/29, con il Regolamento 2009/219 e con le decisioni della 2007/589 che vogliono realizzati questi impianti al fine di sopperire al fabbisogno energetico nazionale o regionale, tenendo però ben presente quelle che sono le direttive del protocollo di Kyoto".

Queste invece le considerazioni.

"La nostra Provincia ha contribuito e continua più di ogni altra a far si che la Puglia al 2012 sia tra le prime regioni in Italia (la terza) per la produzione di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico e biomasse). Inoltre è quella che grazie al suo sacrificio paesaggistico contribuisce prima in Puglia, per oltre il 90%, alla produzione di energia (oltre 2.700 GWh prodotti) da eolico. Al dicembre 2012 le installazioni per fotovoltaico, in Puglia, erano il 14,9% di quelle nazionali. L’energia prodotta era pari a 3.491,2 GWh, decretando la Puglia come prima regione in Italia, la provincia di Foggia è la quarta provincia in Italia con il 3,5% della produzione di energia da fotovoltaico in Italia.

La stessa produce inoltre altra energia elettrica con impianti come la centrale dell’EN-Plus (inizio attività 2011), alle porte di San Severo, a gas a ciclo combinato,  con una potenza dichiarata di circa 400 Mwe e 714 Mw termici. La centrale a Candela dell’Edison (inizio attività 2005) anche questa a gas con ciclo combinato e con una potenza dichiarata di quasi 400 Mwe e 1000 Mw termici. Inoltre è stata approvata la realizzazione di un’altra centrale a biomasse nella zona di Sant'Agata di Puglia, ai confini di Deliceto e Candela, dell’Agitre del gruppo Tozzi della potenza di 25 Mwe e 80 Mw termici bruciando 250.000 t/a di (paglia e cippato). L’inceneritore di RSU del gruppo Marcegaglia (non ancora in piena attività) ne brucerà 100.000 t/a. Il tutto portando la nostra provincia ad un situazione di autosufficienza energetica.

Tenendo presente che tutti i suddetti impianti sono dei bruciatori, cioè inceneritori, tutti producono in diversa maniera e per diversa entità effetti inquinanti e di impatto negativo sull’ambiente e sulla salute. All’effetto negativo con produzione di varie sostanze inquinanti e tossiche con aumento dei  gas serra da parte di questi impianti, vanno aggiunti gli effetti negativi delle altre attività antropiche come il traffico automobilistico, le caldaie degli impianti di riscaldamento, i camini, le attività industriali come cementifici, gli inceneritori di rifiuti speciali e le azioni dovute alla stupidità umana come bruciare i rifiuti e incendiare i boschi.

Il gruppo Enterra ha avversato la normativa regionale 31/2008 nell’art 4, instaurando ricorso presso la Corte Costituzionale, la quale in data 11/06/2014 con la sentenza 166/2014 ha definito l’art. 4 incostituzionale liberando il gruppo Enterra da eventuali obblighi di reperimento del 40% della biomassa da filiera corta (data anche la consapevolezza di non poter recuperare quella quantità di biomasse sul territorio).

La presenza di questa infrastruttura come gli altri impianti di combustione a biomasse con produzione di energia vengono definiti erroneamente a basso impatto ambientale, infatti diversi studi dimostrano là dove sono presenti questi impianti come  la presenza di particolato aumenta (sforamento dei valori di polveri sottili oltre 35 giorni all’anno) e aumentano anche la produzione di gas serra come CO2, CO, sono presenti inoltre anche quantità di NO, IPA, formaldeide. Butadiene e metalli pesanti (cadmio, rame, piombo, mercurio e cromo).

Alla luce di questi assunti sulle potenzialità di nocumento alla salute e di inquinamento ambientale della zona, con ricadute negative su aziende di agriturismo e sulle coltivazioni di pregio (carciofi, asparagi, pomodoro, grano e ortaggi), su allevamenti con la produzione di prodotti lattiero-caseari presenti nella zona di Rignano Garganico Scalo. Il non interesse, da parte della società Enterra a determinare un ritorno economico e di sviluppo ambientale salubre allo stesso tempo, in conseguenza del ricorso presentato (il reperimento da altre zone della biomassa ci potrebbe esporre ad ud aumento degli inquinanti a causa del trasporto da zone ignote del carburante biomassa).

La giurisprudenza costituzionale ha, nel corso degli anni esplicitato la supremazia della preservazione dell’ambiente rispetto alla produzione di energia, sebbene prodotta da fonti rinnovabili. La sentenza della Corte Costituzionale n°364 del 2006 Ha stabilito, nel dichiarare l’illegittimità costituzionale dell’articolo 1, comma 1, della legge della regione Puglia 11 agosto 2005, n° 9 che “la produzione di energia da fonti rinnovabili è un esigenza finalizzata alla salvaguardia e alla tutela dell’ambiente”; la sentenza della Corte Costituzionale n 88 del 2009 ha evidenziato come la promozione delle fonti energetiche rinnovabili è finalizzata“ alla protezione dell’ambiente e allo sviluppo sostenibile“; la sentenza della Corte Costituzionale n 124 del 2010 ha, infine, ribadito il legame tra produzione di energia da fonti rinnovabili e il rispetto degli impegni internazionali ed europei assunti dall’Italia in relazione alla tutela ambientale. In ultima, ma non meno importante, precisazione l’approvazione in conferenza di servizi nasce da una viziatura, nella stessa, la mancata presenza dell’ufficio all’urbanistica del comune, non ha permesso di evidenziare che l’impianto sarebbe sorto in maniera contigua con un piccolo nucleo abitato contravvenendo alla normativa che prevede per impianti, di classe dimensionale 3, che producono più di 1 Mwe di potenza la realizzazione dell’impianto a minimo 300 metri di distanza dal  nuclei abitati (allegato 1 e 2)".

Rizzi, Sciagura e Buonarota concludono: "Tutti questi assunti - uniti all’autosufficienza energetica della provincia di Foggia - ci dovrebbe portare a chiedere: a che fine questo ulteriore sacrificio? A  vantaggio di chi? A che prezzo per la salute e per l’ambiente? 

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