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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica Manfredonia

“Mi dimetto io”. Rotice non si arrende: “Mi ricandiderò”

Ultima mossa del sindaco di Manfredonia sfiduciato

“Sapete cosa faccio oggi visto che sono ancora sindaco? Mi dimetto”. Coup de théâtre dell'ingegnere Gianni Rotice che firma a favore di telecamere, all’indomani delle dimissioni contestuali, con effetto immediato e irrevocabile, di 14 consiglieri comunali. Poi è partita la corsa del suo staff a Palazzo San Domenico.

Le dimissioni autenticate ieri sera dal notaio non risultavano ancora protocollate al Comune di Manfredonia. “Questa situazione ci sta creando un imbarazzo anche con la Prefettura perché sta creando uno stallo della città", ha detto il sindaco sfiduciato.

E allora, ha pensato di dribblare gli avversari, ma ormai non avrebbe più una maggioranza, e invita tutte le forze politiche “virtuose” a condividere “un progetto per il bene di Manfredonia. Deve restare fuori chi voleva il male di questa città”

È tornato al punto di partenza, nel suo comitato elettorale in Corso Manfredi, smantellato e oggi in uso a un’associazione. Sulle pareti c’è ancora traccia dei claim.

Ha dismesso la fascia tricolore ed è tornato in polo. Dissimula il nervosismo ai microfoni dei cronisti. In conferenza stampa è attorniato da assessori e consiglieri scuri in volto. Una quarantina di persone affollano il locale. Il convitato di pietra, o meglio, l’innominato, è il deputato Giandiego Gatta. “Se vuole risolvere il problema e venire a governare questa città lo facesse pure”, dirà ai microfoni di FoggiaToday e, non troppo velatamente, lo accuserà di tradimento.  

Nei primi dieci minuti, passa in rassegna i settori comunali e l’operato della sua squadra, poi arriva il momento della verifica politica. “Qualcuno l’ha voluta intendere come una gogna contro l’assessore Libero Palumbo. In realtà, nessuno di noi aveva questa intenzione. Abbiamo convocato i tavoli e, fatto strano, come in un processo forse precostituito, non si presenta Forza Italia”.

Una delle criticità rilevate riguardava i servizi cimiteriali. E su questo settore adombra sospetti quando parla dell’interessamento circa gli aspetti infrastrutturali, materia dei Lavori Pubblici, delle proroghe per i servizi e della gara saltata per la costruzione dei locali.

Bene o male, nulla di nuovo, se non fosse per un project financing. “Senza che qualcuno di noi sapesse nulla, sul tavolo dell'amministrazione, mentre noi stavamo lì a ragionare - qui io dico che non c'è stata condivisione - c'è una proposta di partenariato pubblico privato: ‘tempio crematorio con annessa sala commiato’. E chi ha fatto questa proposta con chi l'ha deciso? In quale coalizione è stata portata? E, guarda un po’, sui servizi cimiteriali”.

E si arriva a quella che fino a qualche giorno fa, quando probabilmente aveva sottovalutato la presa di posizione di Forza Italia, era una “pseudo crisi”.  Oggi è “una crisi già precostituita”, nel giorno della festa patronale. “Resterà nella storia”, osserva.

Nove mesi di commissariamento, ne è convinto, “manderanno in tilt la città”.

Si sente vittima di “una campagna denigratoria micidiale”. Gli sembra strano che i consiglieri di Forza Italia, di colpo, durante la festa patronale, abbiano architettato tutto da soli. Non si arrende: “Se tutto si chiude così, mi ricandiderò – promette – con il nostro gruppo, perché va chiuso un programma già avviato”.  

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