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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica Manfredonia

Caso Engie archiviato: addio al progetto da 37,5 milioni di euro, ma partono le denunce

A pagare il prezzo più alto è solo l’ormai ex assessore del Comune di Manfredonia Angelo Salvemini, mister preferenze nel 2022

La maggioranza di Gianni Rotice rigetta in autonomia la proposta di finanza di progetto della Engie Servizi Spa, manda all'aria l'operazione assumendosene tutte le responsabilità, ma il caso non finirà nel dimenticatoio, perché sono partite le denunce. “Sono state attivate tutte le procedure per fare luce e chiarezza”, ha fatto sapere il sindaco in aula, parlando di “mail che non dovevano girare all’esterno, e forse anche atti”.

Il Consiglio comunale ha bocciato la proposta di partenariato pubblico privato presentata ad aprile del 2021 al Comune di Manfredonia per l’affidamento in gestione del servizio di pubblica illuminazione e degli impianti termici. L’opposizione ha abbandonato l’aula e 14 consiglieri hanno detto no alla finanza di progetto che avrebbe vincolato l’amministrazione per i prossimi 20 anni, “un atto di fede”, parole che il sindaco ha mutuato dagli interventi, da 37,5 milioni di euro. Il sindaco la definisce una “scelta coraggiosa”.

La commissione straordinaria composta da Vittorio Piscitelli, Francesca Anna Maria Crea e Alfonso Agostino Soloperto aveva scelto di attivare le procedure per arrivare alla gara. La politica, un anno e mezzo dopo, archivia la pratica, dissezionata in più di 3 ore di Consiglio comunale e costata la testa dell’assessore ai Lavori Pubblici Angelo Salvemini, defenestrato prima della seduta.

Engie gestisce dal 2011 la pubblica illuminazione a Manfredonia. Il contratto è scaduto a gennaio del 2021 e, attualmente, opera in regime di proroga, che sarà reiterata nelle more del nuovo affidamento.

La coalizione di maggioranza serra le file e parla di una “volgare congiura”: “Qualcuno ha giocato sporco”, scrivono i gruppi Rotice Sindaco, Strada Facendo, Io Voto Gianni, Città Protagonista, La mia città, E-885, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Udc.

Le osservazioni e le proposte migliorative

La commissione Bilancio aveva sintetizzato in 13 punti le osservazioni alla proposta di ‘ppp’ e metteva in dubbio l’effettiva convenienza dell’operazione. In merito alla revisione annuale del canone in favore del concessionario, per esempio, temeva che le clausole potessero comportare inevitabili incrementi dei costi e rappresentare una minaccia per la tenuta del Piano pluriennale di riequilibrio. Esaminando nel merito la proposta, i membri della commissione hanno lamentato la carenza di una relazione tecnica che descrivesse lo stato degli impianti e di un’analisi dettagliata dei costi.

L’amministrazione aveva avanzato pure una serie di proposte migliorative, undici per la precisione, che non sono state accolte: dalla rimodulazione del costo del project financing alla georeferenziazione degli impianti, passando per il telecontrollo, la sostituzione degli impianti termici obsoleti e di quelli alimentati con combustibile inquinante, e la rimodulazione del riparto percentuale sui maggiori introiti per risparmio energetico tra concessionario e Comune. In ultimo, un punto richiamato anche in aula dal sindaco: l’amministrazione proponeva di stralciare dalla proposta “qualsiasi coinvolgimento, nel tempo, nell’organizzazione e nei quadri lavorativi della società aggiudicataria del servizio, di soggetti o figure professionali provenienti dai ruoli organici dell’amministrazione affidataria”.

Bagarre in aula

Il Consiglio comunale è stato piuttosto movimento, per quanto fiaccato dalle prime tre ore dedicate ai debiti fuori bilanci. È stato il sindaco ad illustrare la proposta, in quella che il consigliere Dem Massimo Ciuffreda ha definito una “non relazione”, piuttosto sbrigativa. Il capogruppo di Molo 21, l’ex candidato sindaco Gaetano Prencipe, ha indugiato su un tema cavalcato da tutta la minoranza: “Arriviamo a questo accapo con troppo ritardo, oltre la zona Cesarini”.

Il suo gruppo politico, in una nota, all’indomani scriverà che “nulla, ma proprio nulla, è avvenuto in maniera trasparente e alla luce del sole, così come invece provano a sostenere alcuni (non tutti) membri della maggioranza che risiede a Palazzo San Domenico”.

È l’opposizione, dopo la comunicazione flash del sindaco Rotice sulla revoca dell’assessore Angelo Salvemini a tirarlo per la giacchetta perché spenda qualche parola in più. La lettera dello scandalo inviata sabato sera a tutti i consiglieri comunali è stata vivisezionata in aula. L’ormai ex assessore, mister preferenze alle elezioni amministrative, il più suffragato della civica del sindaco con 719 voti, ha adombrato sospetti e “intrighi”, come li ha definiti Molo 21. Ai consiglieri comunali erano pervenute anche le comunicazioni di altri due concorrenti, il Consorzio Cns, lo stesso che si occupa del verde pubblico a Foggia, e la società Elettrogesuele srl, che avevano chiesto di valutare anche le loro offerte. “Ho già avvisato gli organi competenti”, ha detto al riguardo delle e-mail ricevute il consigliere di Progetto Popolare Francesco Schiavone, segno che sono partiti diversi esposti.

Il sindaco, alla sbarra, ha dovuto argomentare, sostenendo che forse l’ex assessore Salvemini, nella sua lettera aveva operato “una ricostruzione parziale”, riferendosi alle riunione dei capigruppo, oltre ad aver scritto “cose non vere” sul suo conto. Anche lui, proprio come alcuni componenti dell’opposizione a cominciare da Pd e Molo 21, si è rivolto al prefetto e lo ha informato. “Se quello che è scritto nella nota corrisponde a verità, ci assumeremo noi le responsabilità, se non sarà così, o sarà una ricostruzione parziale, allora vorrà dire che la ricostruzione di quello che è successo quel giorno farà ulteriore chiarezza su altri aspetti che, guarda caso, non toccano la maggioranza”, ha detto adombrando a sua volta sospetti che l’opposizione ha rispedito subito al mittente. “Quando non c’è chiarezza intellettuale – ha aggiunto Rotice - dovresti decidere di andartene da solo e non aspettare che qualcuno ti mandi a casa, e questo vale per tutti quanti noi”.



 

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