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Sabato, 27 Aprile 2024
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Comune di Foggia impantanato sul ricorso di Iaccarino. I dem all'attacco: "Il centrodestra ha sequestrato il Consiglio"

La conferenza dei capigruppo è convocata per giovedì pomeriggio. Si cercherà di superare l'impasse e convocare la massima assise anche evitando di inserire all'ordine del giorno l'elezione del nuovo presidente, pur di sbloccare i lavori

"Il centrodestra ha sequestrato il Consiglio comunale e ha congelato l'attività amministrativa". È l'amara constatazione del gruppo consiliare del Pd al Comune di Foggia. Il riscontro arriva dal calendario.

Il Consiglio comunale si è riunito l'ultima volta il 15 febbraio. Si è impantanato in attesa del pronunciamento del Tar Puglia sul ricorso presentato da Leonardo Iaccarino che ha impugnato la delibera di revoca dell'incarico di presidente, datata 1 febbraio. 

"Nessuna forma o sostanza istituzionale e politica - affermano oggi i Dem - giustifica l'ulteriore rinvio della convocazione del Consiglio comunale per l'elezione del suo presidente. Una dubbia e contestata, almeno da noi, interpretazione del regolamento ha permesso il rinvio dell'adempimento a dopo la sentenza del Tar sul ricorso dello sfiduciato Leonardo Iaccarino. E se arrivasse tra una settimana, un mese, un anno? Che si farebbe?".

I consiglieri comunali Pasquale Dell'Aquila, Lia Azzarone, Francesco De Vito, Michele Norillo e Anna Rita Palmieri additano il centrodestra con una pesante requisitoria: "La sua debolezza politica, le sue divisioni e frammentazioni, la sua bulimia di potere, la sua ansia di gestire hanno divelto le regole democratiche, hanno umiliato lo Statuto della più importante e rappresentativa istituzione cittadina, hanno offeso la città e i cittadini".

Il Partito Democatico è convinto che l'unica vera motivazione che paralizza l'attività amministrativa risieda nella mancata sintesi sul successore. Ma pare che dal 15 febbraio in poi i partiti e le forze della coalizione non ne abbiano parlato proprio più. Le trasmissioni si sarebbero interrotte più o meno il 13 febbraio. Sembra abbiano convenuto di rimandare la discussione che una sentenza in favore di Iaccarino avrebbe potuto vanificare. Prima di allora, si riunivano con una cadenza quasi quotidiana, alla spasmodica ricerca di una convergenza con le relative frizioni del caso.

Provocatorio, il Pd insinua che la maggioranza non trovi al suo interno "consiglieri capaci di svolgere quella funzione con la libertà richiesta a chi voglia agire esclusivamente nell'interesse dell'istituzione rappresentata e dei cittadini". Il Partito Democratico non ha alcuna intenzione di collaborare alla scelta e lo ha comunicato a più riprese. Ribadisce, anche in questa circostanza, la sua indisponibilità a condividere con la maggioranza l'individuazione del presidente del Consiglio comunale.

Piuttosto, evidenzia come sia urgente "ricostruire l'integrità dell'Assemblea con la surroga del consigliere Antonio De Sabato, che doveva essere formalizzata entro e non oltre il 25 febbraio". Da Statuto, il Consiglio comunale avrebbe dovuto procedere alla surroga entro 10 giorni dalla data di presentazione delle dimissioni di Leonardo Di Gioia, arrivate in concomitanza con l'ultima seduta. Ma statuto e regolamento ormai sembrano un optional, col conforto dell'interpretazione del carattere acceleratorio più che perentorio delle disposizioni.

Evidentemente anche in considerazione delle sollecitazioni delle opposizioni, e consapevole della paralisi, il vice presidente Giulio Scapato ha convocato per giovedì pomeriggio alle 16 la conferenza dei capigruppo, chiamata a definire la programmazione dei lavori. Questo significa che la massima assise non si riunirà prima della prossima settimana. L’avviso di convocazione, infatti, deve essere trasmesso ai consiglieri almeno 3 giorni prima della data fissata per la riunione.

Scapato conferma che non è arrivata ancora alcuna notifica del Tar, e da avvocato osserva che, a questo punto, i giudici amministrativi si esprimeranno nel merito, perché in caso di sospensiva nell'arco di 24-36 ore dalla Camera di Consiglio sarebbe arrivata l'ordinanza. Considerata l'urgenza, comunque, entro dieci giorni al massimo dall'udienza dovrebbe arrivare la sentenza.

"Per evitare di tenere imbalsamato e bloccato il Comune, se vogliono mettere all'ordine del giorno la nomina del nuovo presidente lo facciamo, altrimenti per evitare di paralizzare il Comune potremmo comunque inserire gli altri accapi", afferma oggi, anticipando la soluzione che sarà prospettata giovedì per superare l'impasse e sbloccare i lavori.

In coda ci sono argomenti che aveva già inserito Leonardo Iaccarino, con l'intento di condensare tutti i punti giacenti in presidenza. In due sedute, il Consiglio non è stato in grado di esaurire la trattazione perché, arrivato a un certo punto, si è sciolto per mancanza del numero legale. Sono rimaste 'appese', tra le altre cose, le questioni urbanistiche e il debito milionario con Unieco.

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