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Cortocircuito di sentenze, Tar e CdS annullano variante Peep-167: e le villette Madaga Srl?

Domani vertice operativo convocato dal sindaco Landella: “Non ci sfugge la delicatezza di una situazione che coinvolge le moltissime famiglie che hanno acquistato la propria abitazione sulla base dei permessi rilasciati dal Comune”

Dopo un cortocircuito di sentenze, il Tar ed il Consiglio di Stato annullano la variante Peep – 167. “La sentenza con la quale il Consiglio di Stato ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal Comune di Foggia contro la sentenza del Tar dello scorso 8 marzo 2012 con cui sono stati annullati gli atti amministrativi inerenti la variante urbanistica al permesso di costruire relativo al Blocco n. 11/2 del comparto di Ordona Sud - Isula Via Bari dei suoli residui del P.E.E.P. - 167 di Foggia conferma, purtroppo, la superficialità che ha contraddistinto la politica messa in campo dalle amministrazioni che ci hanno preceduto, le cui conseguenze, adesso, rischiano di essere molto pesanti tanto per i cittadini che in quell’area vivono ed hanno acquistato la loro abitazione tanto per l’Ente di Palazzo di Città”.

È il commento di Francesco D’Emilio, assessore comunale all’Urbanistica, alla sentenza con la quale il Consiglio di Stato ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal Comune di Foggia contro la sentenza del Tar dello scorso 8 marzo 2012. “Di fatto, la giustizia amministrativa ha dunque riconosciuto le ragioni della “Madaga Srl” nei confronti del “Consorzio Unitario Coop. Casa” e, ovviamente, anche del Comune di Foggia che ha prodotto gli atti che hanno determinato le modalità di costruzione sull’area in oggetto, comprese le deliberazioni della Giunta e del Consiglio comunale dell’epoca”, afferma l’assessore D’Emilio.

I magistrati del Tar, infatti, hanno rilevato come “attraverso lo strumento della variante al permesso di costruire (che dovrebbe riguardare il singolo intervento edilizio, da realizzare necessariamente nel rispetto della pianificazione urbana esistente) è stato perseguito il diverso e improprio obiettivo di apportare modificazioni allo stesso piano di zona e precisamente in relazione sia alla viabilità, sia alla distribuzione delle destinazioni della zona “pubblica”, modificando, altresì, la tipologia di costruzioni. Si è trattato, in altri termini, di una vera e propria variante urbanistica sostanziale e non una semplice variante edilizia”.

“Siamo dunque in presenza di un elemento che, per la sua natura, implica ripercussioni non soltanto sulle villette realizzate dalla “Madaga Srl”, ma più in generale su tutte le altre costruzioni dell’area interessata dalla variante al permesso di costruire – specifica l’assessore comunale all’Urbanistica –. Com’è facilmente intuibile si tratta di una questione estremamente seria, l’ennesima pesante eredità ricevuta dai governi comunali che ci hanno preceduto, che occorre adesso affrontare con senso di responsabilità e profili di serietà evidentemente maggiore di quella messa in campo da chi ha commesso gli errori oggi censurati dalla magistratura amministrativa”.

Proprio per discutere della questione, il sindaco Franco Landella ha convocato per domani mattina un incontro operativo sul tema, nel corso del quale definire il percorso amministrativo da seguire. “Non ci sfugge la delicatezza di una situazione che riguarda e coinvolge le moltissime famiglie che hanno acquistato la propria abitazione proprio sulla base dei permessi rilasciati dal Comune di Foggia e degli atti deliberativi, che personalmente non condivisi quando sedevo tra i banchi del Consiglio comunale, annullati prima dal Tar e poi dal Consiglio di Stato” spiega il sindaco. “Va considerato, tra l’altro, che in questa vicenda si inserisce anche la mancata cessione degli oltre 30 alloggi da destinare all’emergenza abitativa che da convenzione il “Consorzio Unitario Coop. Casa” avrebbe dovuto cedere al Comune di Foggia”.

“Il punto in cui siamo arrivati sarebbe stato evitato se coloro i quali oggi sventolano ed invocano in continuazione la revoca degli atti amministrativi attraverso il principio dell’autotutela l’avessero fatto quando avevano responsabilità di governo, essendo anche in possesso delle competenze tecniche per intravedere l’esito negativo del giudizio – evidenzia l’assessore comunale al Contenzioso, Sergio Cangelli –. Purtroppo non è avvenuto, obbligando questa Amministrazione comunale a provare a correggere quegli sbagli dalle potenziali gravissime ripercussioni”.

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